Approfondimenti

Minacce al sociologo anti caporalato

caporalato

Marco Omizzolo è un affermato sociologo, con una lunga serie di esperienze e pubblicazioni in Italia e all’estero. E’ ricercatore, giornalista e responsabile scientifico della cooperativa In Migrazione. Da diversi anni si occupa di migranti nel mondo del lavoro e ha più volte denunciato, anche con dettagliati dossier, il fenomeno del caporalato e dello sfruttamento degli stranieri nei campi.

Omizzolo, insomma, è uno che dà fastidio. Perché studia, ha in mano dati, nomi, conoscenze. E non sta zitto.

La notte del 9 marzo ha subìto un grave atto intimidatorio: il cofano e i vetri della sua auto sono stati sfondati e i pneumatici squarciati.

Cosa è successo?

L’ennesimo atto di intimidazione nei miei confronti. La mia auto di notte. Tagliate tutte e quattro le ruote, rotto il cofano e il parabrezza, rigato la fiancata. Non è la prima volta e desta molta preoccupazione negli inquirenti per la mia forte esposizione. Ho registrato una grande solidarietà, anche trasversalmente, alla politica, al mondo economico, al terzo settore, a colleghi docenti. Nessuno dubita che si tratti di una minaccia nei miei confronti. E’ un messaggio di solidarietà che arriva anche a questi vigliacchi e pavidi.

Non è la prima volta, vero?

Con queste modalità è la seconda volta. Capitò già due anni fa a ridosso dello sciopero organizzato da me, con la mia cooperativa, dalla Cgil e dalla comunità indiana del Lazio che ha portato in piazza circa 4mila braccianti indiani per protestare contro il caporalato e lo sfruttamento de loro lavoro nei campi. Poi ci sono stati altri episodi, con modalità diverse, ma è un sistema che si ripete da tempo.

Perché ce l’hanno con lei?

Ce l’hanno con me a ragione, se sono i criminali di questo territorio. Io mi occupo come giornalista e ricercatore di studiare e poi comunicare quello che accade nelle nostre campagne. Con fenomeni di vera e propria schiavitù di braccianti soprattutto indiani, e più in generale immigrati, alle dipendenze di caporali e padroni, trafficanti di esseri umani e mafiosi. Arrivano a sfruttarli fino a indurli in alcuni casi ad assumere sostanze dopanti per reggere i ritmi dello sfruttamento, a indurli a volte al suicidio. Vengono consumati dal punto di vista proprio della vita. E il business per gli sfruttatori è rilevantissimo.

Un territorio, quello del basso Lazio, dell’Agro Pontino, meno sotto i riflettori rispetto a situazioni come la Puglia, con lo sfruttamento nei campi di pomodori, o regioni come Calabria e Sicilia.

Vi dò alcuni dati che descrivono la dimensione di questo fenomeno. In provincia di Latina la comunità indiana conta circa 30mila persone. Sono qui da circa trent’anni e vengono impiegati per il 70% in agricoltura come braccianti in condizione di grande sfruttamento. Anziché essere pagati 9 euro l’ora per lavorare 6 ore e mezza per sei giorni, come da contratto provinciale, vengono retribuiti 3 euro l’ora, per lavorare 14 ore al giorno, sette giorni alla settimana. Con l’obbligo di abbassare la testa e fare tre passi indietro quando si rivolgono al datore di lavoro, in una situazione di sottomissione totale.

Come funziona il traffico?

C’è una sistema internazionale di tratta a scopo di sfruttamento lavorativo che vede un collegamento tra alcune aziende pontine e l’India, il Punjab, la regione dalla quale viene la maggioranza dei braccianti. Questo sistema si è sedimentato negli anni e ha generato un business enorme. Le aziende agricole solo nel pontino solo 6mila e 500.

Sono aziende regolari, ufficialmente registrate?

Assolutamente sì. Sono iscritte alla Camera di commercio, depositano i bilanci, hanno almeno un dipendente. Alcune sono anche di grandi dimensioni, tra le maggiore d’Italia che commercializzano in via diretta o attraverso il mercato ortofrutticolo di Fondi che è il quarto più grande d’Europa, il secondo d’Italia. Qui la magistratura ha accertato la presenza di tre clan: Corleonesi, Casalesi e ‘ndrangheta. Insieme collaborano e gestiscono una parte della produzione agricola di questo territorio.

Ma perché non ci sono dei controlli su questo sfruttamento dei lavoratori, visto che si tratta di aziende alla luce del sole, regolari?

All’ispettorato del lavoro ci sono solo due ispettori. E nessuna auto disponibile per i controlli nelle campagne. Il sistema dei controlli è del tutto inefficiente e inefficace. Troppo spesso abbiamo anche constatato una vicinanza eccessiva tra alcune aziende e l’Ispettorato stesso. In più, c’è una lettura non aggiornata del fenomeno da parte degli organi investigativi.

Noi ci siamo sentiti dire da parte di importanti esponenti istituzionali che siccome il caporalato era interno alla comunità indiana, poteva essere tollerato perché non coinvolge italiani.

Ma i capi delle aziende sono italiani!

Assolutamente. I padroni delle aziende sono italiani, i liberi professionisti che collaborano con loro per truffare lo Stato – perché c’è anche una forte evasione contributiva – sono italiani, avvocati commercialisti, notai, consulenti. I trafficanti indiani hanno relazioni con il mondo politico locale. Non vedere questo significa relegare il fenomeno a un affare tra bande interno a una minoranza. Purtroppo non è così.

Ci sono processi in atto?

Sì, sono partiti i primi processi in conseguenza della nuova legge contro il caporalato e dopo lo sciopero. La provincia di Latina è quella con più arresti di caporali dopo il 2017. E’ un dato positivo, ma il problema è che la lunghezza delle indagini e dei processi e la complessità degli stessi porta troppo spesso a un nulla di fatto. Noi ci siamo costituiti parte civile in alcuni di questi processi, abbiamo fatto costituire parte civile anche i lavoratori. Dopo nostre denunce sono stati arrestati alcuni datori di lavoro. C’è una importante alleanza con una parte della magistratura e delle forze dell’ordine.

La lentezza dei processi non aiuta a uscire allo scoperto chi vorrebbe denunciare…

Certo. Ci sono persone che hanno denunciato cinque anni fa e presso il tribunale di Latina ancora si deve tenere la prima udienza. E loro vengono licenziati e intimiditi, intimoriti. Questo lo raccontano alla loro comunità e diventa ancora più difficili trovare altre persone che decidono di ribellarsi e denunciare.

Non mi pare che di questa situazione si sia parlato granché in campagna elettorale…

Proprio per nulla. E non escludo che quello che è capitato a me sia dovuto anche al predominio di una parte politica che in campagna elettorale ha volutamente evitato questo tema.

Di chi parla?

Lega e Fratelli d’Italia.

 

Aggiornamento: in data 26 aprile 2018 il l’Ispettorato nazionale del lavoro ci ha inviato una richiesta di rettifica, ai sensi dell’art. 8 della legge 47/1948 così come modificato dall’art. 42 della legge 416/1981 e dell’art. 32 del D.lgs. 177/2005, che qui pubblichiamo:

L’organico degli Ispettori del lavoro in servizio attivo presso l’Ispettorato territoriale di Latina e adibito a compiti ispettivi sull’intero territorio di competenza è di n. 32 unità, di cui n. 6 Ispettori tecnici (ossia adibiti in via esclusiva alle verifiche in materia di salute e sicurezza sul lavoro), e n. 4 unità di militari del Nucleo Carabinieri Ispettorato del Lavoro. Con riferimento in particolare allo svolgimento dell’attività ispettiva, appare importante precisare che l’Ispettorato del lavoro non dispone di macchine di servizio ma ciascun Ispettore è autorizzato all’utilizzo del mezzo proprio con regolare rimborso mensile dei costi sostenuti, in base alla normativa vigente. Tali rimborsi sono puntualmente assolti dall’Ispettorato che anzi, da ultimo, ha adottato un provvedimento che dal 1° aprile del corrente anno aumenta del 40% gli importi già previsti. Relativamente, invece, a quanto sostenuto dagli organi di stampa ed emerso nell’intervista radiofonica su richiamata, in merito al numero di accessi ispettivi nella provincia di Latina, si precisa che nel corso dell’anno 2017 il dato numerico delle ispezioni si è attestato sui 1565 accessi (di cui 214 nel settore agricoltura). In tale ambito, si è registrato una percentuale di irregolarità, per violazioni in materia di orario di lavoro, di sicurezza sul lavoro, riqualificazione di rapporti di lavoro e recuperi di contributi e premi, pari a oltre il 46% nelle imprese ispezionate.

 

  • Autore articolo
    Alessandro Principe
ARTICOLI CORRELATITutti gli articoli
POTREBBE PIACERTI ANCHETutte le trasmissioni

Adesso in diretta

  • Ascolta la diretta

Ultimo giornale Radio

  • PlayStop

    Giornale Radio martedì 11/11 19:30

    Le notizie. I protagonisti. Le opinioni. Le analisi. Tutto questo nelle tre edizioni principali del notiziario di Radio Popolare, al mattino, a metà giornata e alla sera.

    Giornale Radio - 11-11-2025

Ultimo giornale Radio in breve

  • PlayStop

    Gr in breve martedì 11/11 18:31

    Edizione breve del notiziario di Radio Popolare. Le notizie. I protagonisti. Le opinioni. Le analisi.

    Giornale Radio in breve - 11-11-2025

Ultima Rassegna stampa

  • PlayStop

    Rassegna stampa di martedì 11/11/2025

    La rassegna stampa di Popolare Network non si limita ad una carrellata sulle prime pagine dei principali quotidiani italiani: entra in profondità, scova notizie curiose, evidenzia punti di vista differenti e scopre strane analogie tra giornali che dovrebbero pensarla diversamente.

    Rassegna stampa - 11-11-2025

Ultimo Metroregione

  • PlayStop

    Metroregione di martedì 11/11/2025 delle 19:48

    Metroregione è il notiziario regionale di Radio Popolare. Racconta le notizie che arrivano dal territorio della Lombardia, con particolare attenzione ai fatti che riguardano la politica locale, le lotte sindacali e le questioni che riguardano i nuovi cittadini. Da Milano agli altri capoluoghi di provincia lombardi, senza dimenticare i comuni più piccoli, da dove possono arrivare storie esemplificative dei cambiamenti della nostra società.

    Metroregione - 11-11-2025

Ultimi Podcasts

  • PlayStop

    PoPolaroid di mercoledì 12/11/2025

    Basil Baz evoca il suo amore per la Polaroid, per la bellezza dello spazio bianco intorno all’immagine, che gli permetteva di scrivere la data e dare un titolo alla foto; spesso era ispirato da una canzone. Come le fotografie, le canzoni sono memorie nel tempo, e in PoPolaroid accompagno la musica con istantanee sonore; scatti personali, sociali e soprattutto sentimentali.

    PoPolaroid – istantanee notturne per sognatori - 11-11-2025

  • PlayStop

    No Manches Guey di martedì 11/11/2025

    Un viaggio musicale dentro le culture latino americane.

    No Manches Guey - 11-11-2025

  • PlayStop

    News della notte di martedì 11/11/2025

    L’ultimo approfondimento dei temi d’attualità in chiusura di giornata

    News della notte - 11-11-2025

  • PlayStop

    Soulshine di martedì 11/11/2025

    Soulshine è un mix eclettico di ultime uscite e classici immortali fra soul, world music, jazz, funk, hip hop, afro beat, latin, r&b, ma anche, perchè no?, un po’ di sano rock’n’roll. L’obiettivo di Soulshine è ispirarvi ad ascoltare nuova musica, di qualsiasi decennio: scrivetemi i vostri suggerimenti e le vostre scoperte all’indirizzo e-mail cecilia.paesante@gmail.com oppure su Instagram (cecilia_paesante) o Facebook (Cecilia Paesante).

    Soulshine - 11-11-2025

  • PlayStop

    Fuori registro di martedì 11/11/2025

    Voci tra i banchi di scuola. A cura di Lara Pipitone, Chiara Pappalardo e Sara Mignolli

    Fuori registro - 11-11-2025

  • PlayStop

    L'Orizzonte delle Venti di martedì 11/11/2025

    A fine giornata selezioniamo il fatto nazionale o internazionale che ci è sembrato più interessante e lo sviluppiamo con il contributo dei nostri ospiti e collaboratori. Un approfondimento che chiude la giornata dell'informazione di Radio Popolare e fa da ponte con il giorno successivo.

    L’Orizzonte delle Venti - 11-11-2025

  • PlayStop

    Esteri di martedì 11/11/2025

    1) A Gaza gli attacchi continuano e gli ingressi umanitari restano pochi. Nella striscia, però, si prova a pensare al futuro. (Giulio Cocchini - Cesvi) 2)Baghdad tra Washington e Teheran. Gli Iracheni votano per le elezioni parlamentari che decideranno che direzione prenderà il paese. (Laura Silvia Battaglia) 3) Stati Uniti, il senato approva il provvedimento per mettere fine allo shutdown. Lo stallo economico sembra vicino alla fine, ma il voto ha spaccato i democratici. (Roberto Festa) 4) Il costo climatico dell’intelligenza artificiale. Per la prima volta alla Cop30 di Belem si discuterà dell’impatto ambientale delle tecnologie digitali. (Alice Franchi) 5) Spagna, la pubblicazione delle memorie dell’ex re Juan Carlos riaprono il dibattito sul ruolo della monarchia. (Giulio Maria Piantedosi) 6) Rubrica sportiva. La squadra femminile di calcio under 17 della corea del nord si riconferma campione del mondo. Non una sorpresa, ma una strategia pianificata. (Luca Parena)

    Esteri - 11-11-2025

  • PlayStop

    L'Orizzonte di martedì 11/11 18:36

    L'Orizzonte è l’appuntamento serale con la redazione di Radio Popolare. Dalle 18 alle 19 i fatti dall’Italia e dal mondo, mentre accadono. Una cronaca in movimento, tra studio, corrispondenze e territorio. Senza copioni e in presa diretta. Un orizzonte che cambia, come le notizie e chi le racconta. Conducono Luigi Ambrosio e Mattia Guastafierro.

    L’Orizzonte - 11-11-2025

  • PlayStop

    Poveri ma belli di martedì 11/11/2025

    Un percorso attraverso la stratificazione sociale italiana, un viaggio nell’ascensore sociale del Belpaese, spesso rotto da anni e in attesa di manutenzione, che parte dal sottoscala con l’ambizione di arrivare al roof top con l’obiettivo dichiarato di trovare scorciatoie per entrare nelle stanze del lusso più sfrenato e dell’abbienza. Ma anche uno spazio per arricchirsi culturalmente e sfondare le porte dei salotti buoni, per sdraiarci sui loro divani e mettere i piedi sul tavolo. A cura di Alessandro Diegoli e Disma Pestalozza

    Poveri ma belli - 11-11-2025

  • PlayStop

    La leggenda del soul Mavis Staples raccontata dal suo produttore Brad Cook

    È uscito “Sad and Beautiful World”, nuovo disco della leggendaria Mavis Staples. Giunta all’età di 86 anni e con oltre settant’anni di carriera alle spalle, l’artista di Chicago dimostra di avere ancora tanto da condividere con il mondo. Da Leonard Cohen a Frank Ocean, da Kevin Morby a Tom Waits, muovendosi tra generi e decenni diversi, Mavis Staples fa quello che sa fare meglio: reinterpretare brani noti al grande pubblico facendoli suoi in un modo unico e inconfondibile. “Le canzoni di Mavis parlano di amore ed empatia” - spiega il produttore dell’album Brad Cook ai microfoni di Radio Popolare - “e nei tempi che viviamo non potremmo averne più bisogno”. L’intervista di Claudio Agostoni.

    Clip - 11-11-2025

  • PlayStop

    Vieni con me di martedì 11/11/2025

    Vieni con me è una grande panchina sociale. Ci si siedono coloro che amano il rammendo creativo o chi si rilassa facendo giardinaggio. Quelli che ballano lo swing, i giocatori di burraco e chi va a funghi. Poi i concerti, i talk impegnati e quelli più garruli. Uno spazio radiofonico per incontrarsi nella vita. Vuoi segnalare un evento, un’iniziativa o raccontare una storia? Scrivi a vieniconme@radiopopolare.it o chiama in diretta allo 02 33 001 001 Dal lunedi al venerdì, dalle 16.00 alle 17.00 Conduzione, Giulia Strippoli Redazione, Giulia Strippoli e Claudio Agostoni La sigla di Vieni con Me è "Caosmosi" di Addict Ameba

    Vieni con me - 11-11-2025

  • PlayStop

    Volume di martedì 11/11/2025

    La nuova e inattesa collaborazione tra Charlie Xcx e John Cale nel brano "House" e l'intervista di Claudio Agostoni a Brad Cook, che racconta il nuovo album prodotto per la leggenda del soul Mavis Staples. A seguire un piccolo omaggio a Giulia Cecchettin, il quiz della settimana dedicato al film "Gli Intoccabili" di Brian De Palma, e la notizia dei Chemical Brothers ai Magazzini Generali di Milano il 22 novembre.

    Volume - 11-11-2025

Adesso in diretta