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Messico: il governo spiava giornalisti e attivisti

In Messico i più importanti avvocati per i diritti umani e attivisti anticorruzione, nonché diversi giornalisti, sono stati spiati attraverso un sistema di sorveglianza prodotto in Israele che era stato venduto al governo messicano a condizione che venisse usato solo per raccogliere informazioni su criminali e terroristi.

Lo hanno rivelato un’inchiesta pubblicata sul New York Times e un rapporto curato da una serie di organizzazioni messicane e internazionali intitolato “Governo spia: vigilanza sistematica a giornalisti e difensori dei diritti umani in Messico”, nei quali si denunciano 80 casi di spionaggio digitale ai danni di alcune figure molto note, come la giornalista indipendente Carmen Aristegui (spiata insieme al figlio adolescente) o come gli avvocati che si stanno occupando della sparizione dei 43 studenti di Iguala, e ai danni di organizzazioni  che negli ultimi anni hanno promosso iniziative molto scomode per il governo.

“Esteri” ha raggiunto in Messico Fabrizio Lorusso, ricercatore dell’Università di Leon e autore del libro NarcoGuerra. Cronache dal Messico dei Cartelli della Droga. Gli abbiamo chiesto che impatto ha avuto in Messico questo scoop.

“Il caso è scoppiato anche tra i media messicani e tutte le prime pagine dei quotidiani, di qualsiasi orientamento politico, gli hanno dato molta evidenza perché nelle due inchieste si dimostra che solo il governo poteva acquistare questo software usato per lo spionaggio, un malware che ti arriva per mail e permette a chi lo ha inviato di controllare tutto quello che hai nel computer o nello smartphone”.

Come si sa che solo il governo poteva comprarlo?

“Il software è stato prodotto dall’ Nso Group, un’azienda israeliana che per statuto vende solo a governi. Anche se non è stato ancora dimostrato esattamente da dove partisse lo spionaggio, basta fare 1+1 per capire che almeno tre agenzie del governo messicano sono coinvolte. Si tratta della Difesa, della Procura generale della Repubblica e dei Servizi segreti. I bilanci dimostrano che sono stati loro ad acquistare il software dall’Nso Group, ufficialmente per finalità legate alla guerra al Narcotraffico, alla guerra alla criminalità e al terrorismo. Ma ecco che poi viene deviata la funzione di questo software e vengono intercettati giornalisti e attivisti, che in Messico sono le categorie sociali più a rischio. Ricordo che negli ultimi 15 anni qui sono stati uccisi 130 giornalisti”

C’è stata qualche reazione da parte dei giornalisti e attivisti spiati?

“Sì, ci sono state molte reazioni, in particolare da parte di Carmen Aristegui che, tra l’altro, ha scoperto che anche suo figlio Emiliano, ancora minorenne nel 2015-16, è stato spiato. Ma sono usciti allo scoperto anche giornalisti considerati più conservatori, che lavorano per testate più mainstream. Sia i giornalisti che gli attivisti hanno chiesto di creare una commissione d’inchiesta speciale che faccia luce su questa vicenda. Il governo ha risposto prima negando il suo coinvolgimento, poi invitando semplicemente a presentare un esposto alla Procura. E il ministro dell’Interno, durante una conferenza stampa, è stato contestato dai giornalisti presenti”.

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    1) “Gaza brucia di fronte al suo mare, testimone della sua tragedia”. L’esercito israeliano ha lanciato l’offensiva di terra sulla principale città della striscia. L’esodo in mezzo alle bombe. Quasi 90 i morti da questa mattina. (Valeria Schroter) 2) Israele come Sparta. Mentre l’ONU stabilisce che quello in corso a Gaza è genocidio, Netanyahu ammette l’isolamento internazionale e dipinge un futuro di autarchia e guerra permanente. (Anna Foa, Eric Salerno) 3) Gli Stati Uniti continuano a colpire il Venezuela. Trump punta a rovesciare il regime di Maduro con la scusa della lotta al narcotraffico. (Alfredo Somoza) 4) Cinquant’anni fa l’indipendenza della Papua Nuova Guinea. Il paese oggi è vittima della maledizione della ricchezza e rischia di finire ostaggio di un nuovo braccio di ferro tra occidente e Cina. (Chawki Senouci) 5) Spagna, l’estrema destra torna a riunirsi a Madrid. Il primo passo verso una grande alleanza di tutte le destre europee. (Giulio Maria Piantadosi) 6) Rubrica Sportiva. Julia Paternain, la maratoneta uruguayana entra nella storia vincendo la prima medaglia ai mondiali di atletica per il paese sudamericano. (Luca Parena)

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    Le Guthrie Family Singers portano avanti il messaggio di umanità del nonno Woody

    “E’ stato bello rendersi conto che la figura di Woodie Guthrie è ancora molto viva anche fuori dagli Stati Uniti”, racconta Sarah Lee, nipote dell’icona folk americana. “Le problematiche di cui cantava lui ottant’anni fa sono ancora attuali”, riferendosi al tema dell’immigrazione e alla difficile situazione al confine con il Messico. Con la sua musica Woody Guthrie "affrontava un concetto molto basilare di umanità e speranza, ovvero il trattare le persone come persone, aiutandosi a vicenda nei momenti di difficoltà": lo stesso messaggio che ora le Guthrie Family Singers vogliono portare avanti. Ascolta l’intervista di Elisa Graci alle Guthrie Family Singers.

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    Iniziamo parlando del festival Coachella 2026 di cui è appena stata annunciata la lineup e ricordando Victor Jara, cantautore cileno simbolo della canzone sociale e di protesta che scomparse oggi 52 anni fa durante la dittatura Pinochet. Proseguiamo con il mini live in studio delle Guthrie Family Singers, trio di discendenti di terza e quarta generazione dell'icona folk americana Woody Guthrie. Nell'ultima parte accenniamo al concerto di raccolta fondi per la Palestina del 18 settembre, organizzato a Firenze da Piero Pelù, e ricordiamo la stella del cinema Robert Redford appena scomparsa.

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