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Obbiettivo: città a emissioni zero

Milano, Parigi, Los Angeles, Barcellona e Città del Capo sono alcune delle 12 grandi città internazionali a essersi impegnate formalmente per un territorio libero dalle energie fossili.

Lo hanno fatto firmando a Parigi la Dichiarazione del C40, un’organizzazione che riunisce circa un centinaio di città che lottano contro i cambiamenti climatici in nome di oltre 650 milioni di abitanti. Tra gli impegni più importanti presi da questa dozzina di città pioniere c’è quello di trasformare interamente le proprie flotte di autobus in veicoli a emissioni zero, quindi elettrici o a idrogeno, entro il 2025 e quello di fare in modo che una parte importante del loro territorio sia interamente alimentata da energie rinnovabili entro il 2030.

Per ottenere questi risultati, i 12 sindaci si impegnano a sviluppare delle politiche in favore dei ciclisti e dei pedoni e a rendere accessibili i mezzi pubblici a tutti i cittadini. Promettono inoltre di collaborare con aziende e fornitori per spingerli a rinunciare all’uso dei mezzi alimentati dai carburanti fossili e di rendere conto pubblicamente ogni due anni dei progressi ottenuti.

Il nuovo motto è “agire localmente per ottenere dei cambiamenti a livello globale”, a prescindere dalle direttive dei governi centrali. Non per nulla la presidentessa del C40 e sindaca di Parigi, Anne Hidalgo, ha voluto innanzitutto celebrare gli sforzi delle città americane e ha avuto parole molto dure per la decisione di Donald Trump di rinnegare l’accordo sul clima. Come ha ricordato il sindaco di Los Angeles, Eric Garcetti, tantissime città americane stanno facendo rete per lottare contro i cambiamenti climatici. Le decisioni che prenderanno avranno un impatto immediato e reale su più di 77 milioni di americani.

Entrambi i sindaci hanno ribadito che intendono fare delle Olimpiadi del 2024 e del 2028 dei giochi a minimo impatto ambientale. Un obiettivo condiviso anche dalla sindaca di Tokyo, venuta a Parigi per ricordare l’impegno della sua città e condividere le strategie ecosostenibili messe a punto in previsione delle Olimpiadi del 2020. Un modo per suggerire che anche i grandi eventi possono contribuire alla transizione ecologica.

Unico italiano ad aver firmato la dichiarazione, per ora, il sindaco di Milano Beppe Sala ha voluto ricordare che per ridurre le emissioni non si deve agire solo sul traffico ma anche sul riscaldamento domestico. Si è quindi impegnato a chiedere al governo più finanziamenti per permettere ai privati di rimpiazzare le caldaie a combustibile fossile. Ha confermato la volontà di passare agli autobus elettrici ma ha anche lanciato un appello ai privati per poter raggiungere l’obiettivo e, dopo aver sottolineato che bisogna pensare al trasporto pubblico in funzione del sistema metropolitano e dei pendolari, ha detto che sarebbe auspicabile, a termine, estendere a tutta la città il divieto di accesso ai diesel euro 4.

L’incontro parigino è stato anche l’occasione, per i sindaci del C40, di scambiare opinioni con aziende e colleghi arrivati da tutto il mondo per partecipare al CityLab organizzato dall’ex sindaco di New York, Michael Bloomberg. Come ha voluto ricordare la prima cittadina di Parigi Anne Hidalgo, le città devono essere più consapevoli del loro potere economico e possono lavorare con le aziende per spingerle verso la transizione ecologica. Grazie alle loro politiche pubbliche, possono da un lato imporre delle condizioni vincolanti alle imprese e dall’altro offrire loro un mercato e delle nuove opportunità economiche. Gli imprenditori, ha sottolineato la sindaca, sanno essere pragmatici e stanno capendo che le città possono essere dei laboratori in grado di offrire delle prospettive molto interessanti per il loro futuro.

  • Autore articolo
    Luisa Nannipieri
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    Stringono i tempi nella procedura di vendita dello stadio Meazza. Nel giro di pochi giorni è prevista la delibera di Giunta e il voto in Consiglio comunale per autizzarla. In una procedura che sembra quasi gia scritta, nelle ultime ore appare qualche fatto nuovo: un'assemblea molto partecipata a Milano, una proposta per prendere più tempo, il ritorno alla carica di chi chiede un referendum per decidere. In zona Cesarini potrebbero decideresi i tempi supplementari? Ospiti: Roberto Maggioni, redazione locale di RP; Franco D'Alfonso, Centro Caldara di Milano, estensore della proposta; Gabriele Mariani, Comitato Referendum per San Siro; Bruno Ceccarelli, Pd Milano, Commissione urbanistica; Lia Quartapelle, parlamentare Pd. In studio Massimo Bacchetta, in redazione Luisa Nannipieri.

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    Caso Kirk: "Il Governo vuole creare un clima di paura" dice Benedetta Tobagi

    “Quelle che arrivano dalla maggioranza sono delle sciocchezze, che sarebbero grottesche se non fossero pericolose perché tradiscono una chiara volontà di creare un clima di paura e di allarme, criminalizzando tutta la galassia dell’opposizione”. Così Benedetta Tobagi, intervistata da Luigi Ambrosio all'Orizzonte delle Venti, sui reiterati attacchi del Governo alle opposizioni accusate di fomentare la violenza. “Anche per ciò che porto nel mio nome, l’Italia ha nella sua storia una sinistra antifascista e democratica che non è mai stata violenta. Figure come mio padre e Aldo Moro sono state colpite addirittura dal terrorismo di sinistra. Questa è la storia che vergognosamente Meloni, Tajani e Salvini non riconoscono e che, invece, deve essere la nostra forza”.

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    In diretta dall'Ucraina Sabato Angieri ci racconta delle profonde differenze che ormai segnano il paese tra territori in guerra e retrovie, di chi non vuole andarsene nonostante la guerra abbia distrutto spazi e vite e di come il fronte insista da due anni sugli stessi campi. Gianpaolo Scarante, docente all'Università di Padova ed ex-diplomatico analizza lo scontro verbale tra Russia e Nato e invoca il ritorno della ragione per evitare una escalation dei fatti. Emanuele Valenti ci aggiorna sull'entrata dei carri armati a Gaza City dopo giorni di bombardamenti mirati a distruggere tutti i palazzi principali della città per forzare la popolazione ad andarsene. Ma la popolazione non ha nessun posto dove andare. E anche chi avrebbe un visto di studio in Italia non riesce a uscire dall'inferno della Striscia lo raccontano le voci di alcuni degli studenti palestinesi che hanno vinto una borsa di studio nelle università italiane. Molti di loro hanno diffuso appelli sui social per chiedere di fare pressione sulle autorità italiane affinché organizzino la loro evacuazione immediata. Sentiamo le loro voci e ci spiega come stanno, chi sono e perché non si riesce ad aprire un corridoio umanitario per loro Stefano Simonetta, Prorettore ai Servizi agli Studenti e al Diritto allo Studio della Università Statale di Milano.

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