È la prima mobilitazione sindacale contro la manovra, che vede un aumento soprattutto nella spesa per le armi e non nei salari, pensioni e sanità. Nella manifestazione c’era anche molto altro: l’affermazione di una libertà, quella di manifestare, di opporsi alle scelte del Governo, come è accaduto ad inizio ottobre con lo sciopero e il grande corteo a difesa degli attivisti della Flotilla e come è accaduto oggi. Per gli organizzatori c’erano duecentomila persone: “cose nuove – ha detto Maurizio Landini dal palco – che vengono dal basso, c’è chi non le vuole vedere e demonizza le piazze, perché hanno paura, paura della democrazia”. Nel corteo quasi tutte le bandiere erano della CGIL, ma c’erano anche striscioni con il simbolo del sindacato insieme a quello della pace, perché quella del riarmo è un’altra battaglia da contrastare: nella manovra, tra le voci più in crescita, c’è quella per le armi. Per i dipendenti, invece, – questa è la denuncia del segretario della CGIL – si organizza “una truffa”, così la definisce: 40 euro di aumenti, 3 euro al mese, ma è molto di più quello che viene preso con il fiscal drag. Nel corteo, e poi sul palco, a prendere la parola sono stati giovani ricercatori, insegnanti, dipendenti della sanità pubblica che hanno raccontato, con le loro storie personali, quanto le risorse sono poche e i tagli minacce concrete. Maurizio Landini ha annunciato una grande mobilitazione per la sanità pubblica, così come ha difeso l’autonomia dei magistrati, un tema che porterà il sindacato a mobilitarsi anche in vista del referendum. In piazza anche molti esponenti dei partiti di opposizione, anche se non c’erano i due segretari del Pd e dei Cinque stelle. Quella di oggi è la prima manifestazione, ce ne saranno altre, e Landini non esclude anche l’eventualità di uno sciopero.


