Approfondimenti

Prove di stabilizzazione. Ma la soluzione è lontana

A Vienna una giornata dedicata alla Libia.

I rappresentanti di quattro organismi internazionali, ONU, UE, Lega Araba e Unione Africana – insieme ai ministri degli esteri di 20 paesi: i cinque membri permanenti dell’ONU, i paesi confinanti e della regione, dietro invito di Stati Uniti e Italia – si sono riuniti nella capitale austriaca per trovare una via alla “stabilizzazione della Libia”.

Un obiettivo impegnativo, visti i risultati della precedente riunione a Roma il 13 dicembre 2015, che ha sì portato alla firma dell’accordo di Skhierat, in Marocco, ma che poi non ha fatto fare veri passi avanti nell’avvio di un percorso unitario che metta fine al dualismo di potere o meglio al vuoto di potere che sta di fatto favorendo l’espansione di Daiesh nella parte centrale del Paese.

La comunità internazionale, infatti, nicchia e non decide chi e come sostenere nello scenario politico libico. Ci sono interessi e alleanze diverse e soprattutto non c’è accordo su una strategia comune.

Il premier incaricato Sarraj è presente a pieno titolo in questa Conferenza ed è la prima volta che un esponente politico libico siede in queste riunioni allo stesso livello degli altri partecipanti; un’anomalia che la dice lunga sulle contraddizioni tra le potenze occidentali.

Sarraj ha avuto il merito di mettere fine a una speculazione ricorrente sulla necessità dell’intervento straniero. Il premier libico ha detto chiaramente che non vuole chiedere e non chiederà un intervento straniero, ma vuole la fine del blocco degli armamenti all’esercito libico. E dalla riunione di Vienna la risposta è stata: “vedremo”.

Il comunicato finale si limita a parlare di alleggerimento dell’embargo e di addestramento delle forze alle dipendenze del governo di unità nazionale. Una finezza linguistica e diplomatica che segna il grado di attendismo nella politica internazionale e regionale sulla crisi libica. Il governo unitario, infatti, per il momento non c’è ancora e quindi tutto è rimandato al voto di fiducia da parte del Parlamento di Tobruk.

Scoglio inevitabile, ma che significa un accordo con il generale Haftar, che ha avuto il merito di liberare Bengasi da Daiesh. Difficile comprendere l’ostilità italiana al ruolo del generale Haftar, che viene designato da diversi analisti italiani, probabilmente su suggerimenti della Farnesina, come il fedelissimo di Gheddafi. Una grande bugia, perché il generale ha rotto con l’ex dittatore già nel 1978, alla fine disastrosa della terza guerra libica in Chad e si è rifugiato negli Stati Uniti, dove ha formato un gruppo di opposizione al regime ed è tornato in Libia soltanto nel febbraio 2011, immediatamente dopo l’inizio dell’insurrezione di Bengasi.

Il suo ruolo militare nella caduta della dittatura è stato determinante ed ha dimostrato grande “sensibilità politica”, cedendo il comando delle forze armate del CNT all’ex ministro di Gheddafi, Abdel Fattah Younis, assassinato poi dai jihadisti infiltrati. E’ chiaro che Haftar ha il difetto, agli occhi degli occidentali, di essere l’alleato del generale Al Sissi, il nuovo rais del Cairo.

Il generale però non è solo e conta su un’alleanza politica minoritaria, ma determinante; soprattutto, dal punto di vista militare, è riuscito ad organizzare l’esercito nazionale libico e controlla vasti territori in tutto l’Est della Libia e una regione nell’Ovest, quella di Zentan. A suo fianco in particolare c’è il presidente del Parlamento, Aqila, che con mezi discutibili è riuscito a bloccare le sedute del Parlamento dedicate al voto di fiducia e che per questo suo atteggiamento ha ricevuto sanzioni dall’Unione Europea e dal Dipartimento di Stato USA.

Nel pomeriggio di lunedì è arrivato a sorpresa a Vienna proprio Aqila. “Ha in tasca una proposta per superare l’impasse senza ingerenze straniere”, dicono i suoi sostenitori.

Le potenze occidentali inoltre sono divise sul da farsi e sanno che sostenere una parte libica contro l’altra ha soltanto un risultato: la spartizione del paese con il rafforzamento di Daiesh, che da ieri minaccia Bani Walid, città a sud ovest di Misurata ed a soli 180 km a sud della capitale.

  • Autore articolo
    Farid Adly
ARTICOLI CORRELATITutti gli articoli
POTREBBE PIACERTI ANCHETutte le trasmissioni

Adesso in diretta

Ultimo giornale Radio

  • PlayStop

    GR venerdì 10/05 10:30

    Le notizie. I protagonisti. Le opinioni. Le analisi. Tutto questo nelle 16 edizioni quotidiane del Gr. Un appuntamento con la redazione che vi accompagna per tutta la giornata. Annunciati dalla “storica” sigla, i nostri conduttori vi racconteranno tutto quello che fa notizia, insieme alla redazione, ai corrispondenti, agli ospiti. La finestra di Radio Popolare che si apre sul mondo, a cominciare dalle 6.30 del mattino. Da non perdere per essere sempre informati.

    Giornale Radio - 10-05-2024

Ultima Rassegna stampa

  • PlayStop

    Rassegna stampa di venerdì 10/05/2024

    La rassegna stampa di Popolare Network non si limita ad una carrellata sulle prime pagine dei principali quotidiani italiani: entra in profondità, scova notizie curiose, evidenzia punti di vista differenti e scopre strane analogie tra giornali che dovrebbero pensarla diversamente.

    Rassegna stampa - 10-05-2024

Ultimo Metroregione

  • PlayStop

    Metroregione di venerdì 10/05/2024 delle 7:16

    Metroregione è il notiziario regionale di Radio Popolare. Racconta le notizie che arrivano dal territorio della Lombardia, con particolare attenzione ai fatti che riguardano la politica locale, le lotte sindacali e le questioni che riguardano i nuovi cittadini. Da Milano agli altri capoluoghi di provincia lombardi, senza dimenticare i comuni più piccoli, da dove possono arrivare storie esemplificative dei cambiamenti della nostra società.

    Metroregione - 10-05-2024

Ultimi Podcasts

  • PlayStop

    Gli speciali di venerdì 10/05/2024 - ore 10:00

    I reportage e le inchieste di Radio Popolare Il lavoro degli inviati, corrispondenti e redattori di Radio Popolare e Popolare Network sulla società, la politica, gli avvenimenti internazionali, la cultura, la musica.

    Gli speciali - 10-05-2024

  • PlayStop

    Giorni migliori di venerdì 10/05/2024

    Ogni mattina il racconto di quel che propone l’informazione, i fatti e gli avvenimenti in presa diretta con i nostri inviati, i commenti e gli approfondimenti di esperte, studiosi, commentatrici e personaggi del mondo della politica. Dal lunedì al venerdì dalle 7.45 alle 10. Una trasmissione di Massimo Alberti e Claudio Jampaglia; senza mai rinunciare alla speranza del domani.

    Giorni Migliori – Intro - 10-05-2024

  • PlayStop

    Note dell’autore di venerdì 10/05/2024

    Un appuntamento quasi quotidiano, sintetico e significativo con un autore, al microfono delle voci di Radio Popolare. Note dell’autore è letteratura, saggistica, poesia, drammaturgia e molto altro. Tutto concentrato in sei minuti, più o meno il tempo di un caffè!

    Note dell’autore - 10-05-2024

  • PlayStop

    Rassegna stampa internazionale di venerdì 10/05/2024

    Notizie, opinioni, punti di vista tratti da un'ampia gamma di fonti - stampa cartacea, social media, Rete, radio e televisioni - per informarvi sui principali avvenimenti internazionali e su tutto quanto resta fuori dagli spazi informativi più consueti. Particolare attenzione ai temi delle libertà e dei diritti.

    Esteri – La rassegna stampa internazionale - 10-05-2024

  • PlayStop

    Non vedo l'ora di venerdì 10/05/2024

    Non Vedo l'Ora, ma nonostante questo iniziamo con calma! Poi appena riprendiamo conoscenza, dopo un caffè, due chiacchiere e della buona musica, vi racconto le cose per cui NON VEDO L'ORA di stare ogni giorno con voi!!

    Non vedo l’ora - 10-05-2024

  • PlayStop

    Serve & Volley di venerdì 10/05/2024

    Musica e parole per chiudere in bellezza il palinsesto dei giovedì! Con Marco Sambinello e Niccolò Guffanti.

    Serve&Volley - 09-05-2024

  • PlayStop

    Labirinti Musicali di giovedì 09/05/2024

    Finita la quasi quarantennale militanza domenicale della “classica apertura”, la redazione musicale classica di Radio Popolare ha ideato un programma che si intitolerà Labirinti Musicali: ovvero un titolo generico da contenitore di storie, aneddoti, curiosità legate tra di loro da un qualsivoglia soggetto/percorso/monografia proposto da uno di noi in forma di racconto, con ascolti ad esso legati, sempre con buona alternanza di parole e di musica. Uno spazio radiofonico che può essere la storia di un disco, un libro, un personaggio anche famoso, ma proposta da angolazioni nuove, curiose. Non una lezione, quasi una confidenza all’orecchio di un ascoltatore. I labirinti sono luoghi reali e circoscritti, e allo stesso tempo irreali: sono la sorpresa, sono l’incontro, sono l’imprevisto…e anche la musica è qualcosa che si muove in uno spazio acustico-temporale ben determinato, qualcosa che ci stupisce e sparisce dietro un angolo per poi farci ritornare al punto di partenza senza avere avuto il tempo di memorizzarne il percorso melodico, armonico, ritmico. Ci perdiamo nella musica proprio come in un labirinto, e la ritroviamo nei meandri più nascosti della mente… Viviamo in un labirinto di idee diverse nel quale ognuno di noi deve trovare un proprio spazio, e per uscire da questo labirinto dobbiamo affidarci alla nostra ragione…e al potere semantico della musica. Nel Medioevo si diceva che il labirinto è come la vita, e la vita come un labirinto. Ma nel labirinto non ci si perde, nel labirinto ci si trova. Con la complicità della musica.

    Labirinti Musicali - 09-05-2024

  • PlayStop

    News della notte di giovedì 09/05/2024

    L’ultimo approfondimento dei temi d’attualità in chiusura di giornata

    News della notte - 09-05-2024

  • PlayStop

    Musiche dal mondo di giovedì 09/05/2024

    Musiche dal mondo è una trasmissione nel solco della lunga consuetudine di Radio Popolare con la world music – da prima che questa discussa espressione entrasse nell’uso internazionale – e in rapporto con World Music Charts Europe. WMCE è una iniziativa a cui Radio Popolare ha aderito e partecipa dall’inizio: una classifica europea realizzata attraverso il sondaggio mensile di animatori di programmi di world music su emittenti pubbliche, aderenti all’Ebu, appunto l’associazione delle emittenti pubbliche europee, ma con qualche eccezione come Radio Popolare, che è una radio privata di ispirazione comunitaria. Nel 1991 l’EBU sondò la Rai, per coinvolgerla in WMCE, ma la Rai snobbò la proposta. Però all’Ebu segnalarono che c’era una radio che sulle musiche del mondo aveva una certa tradizione e che probabilmente avrebbe risposto con interesse… L’Ebu si fece viva con noi, e Radio Popolare aderì entusiasticamente. Ormai quasi trent’anni dopo, WMCE continua e Radio Popolare continua a farne parte, assieme ad emittenti per lo più pubbliche di ventiquattro paesi europei, fra cui la britannica BBC, le francesi Radio Nova e RFI, le tedesche WDR, NDR e RBB, l’austriaca ORF, Radio Nacional de Espana, la russa Echo of Moskow, la croata Radio Student. Attraverso WMCE, Musiche dal mondo riceve annualmente centinaia di novità discografiche inviate dalle etichette o direttamente dagli artisti, dal vintage dell’Africa nera al canto di gola siberiano, dalle fanfare macedoni al tango finlandese: proponendo musica che difficilmente le radio mainstream fanno ascoltare e di cui i media correntemente non si occupano, Musiche dal mondo è una trasmissione per la salvaguardia e lo sviluppo della biodiversità musicale.

    Musiche dal mondo - 09-05-2024

  • PlayStop

    Quel che resta del giorno di giovedì 09/05/2024

    I fatti più importanti della giornata sottoposti al dibattito degli ascoltatori e delle ascoltatrici. A cura di Luigi Ambrosio e Mattia Guastafierro

    Quel che resta del giorno - 09-05-2024

Adesso in diretta