
“Una vittoria che dà gioia e speranza”. Sono le parole di Elly Schlein, che è corsa subito a Firenze per congratularsi con il vincitore Giani e festeggiare una vittoria che arriva dopo due sconfitte. Ma la segretaria del Partito Democratico, prima ancora del voto in Campania e Puglia, parla già di un successo più generale: “Sommando tuti i voti della coalizione di centrosinistra nelle regioni finora andate al voto – dice – questi sono maggiori di quelli del centrodestra. Naturalmente Marche e Calabria sono sconfitte che bruciano, ma oggi si festeggia la Toscana con un risultato per il Partito Democratico netto. “Smentito oggi chi diceva che la coalizione era già finita”, dice ancora Elly Schlein che nella vittoria di Eugenio Giani vede anche la vittoria della sua idea di campo largo. In effetti, ad appoggiare il neo presidente, c’erano veramente tutti, ma ognuno vede il successo dal proprio punto di vista. I primi a celebrarlo sono stati i riformisti, il presidente Giani arriva da quell’esperienza, Matteo Renzi è stato il primo a commentare, stasera andrà in tv ad intestarsi una buona fetta del risultato con la lista Casa Riformista, arrivata seconda dopo il Pd. Pina Picierno punta il dito su chi ha tentato di ostacolare la candidatura di Giani, “passandola ai raggi x”, dice: il riferimento è ai Cinque stelle in particolare, che nella passata giunta regionale erano all’opposizione e che ora Giuseppe Conte ha sostenuto, non senza discussioni dentro al Movimento. La prima regione vinta in questa tornata elettorale, diventa anche in questo caso, come nelle sconfitte, il test di salute del campo largo in vista delle prossime politiche. Giorgia Meloni si è limitata a fare le congratulazioni a Giani, ma l’ultimo comizio in piazza di venerdì è stato di fuoco, con un livello di attacco alla sinistra mai raggiunto, l’ha definita “più fondamentalista di Hamas”, attacchi che non hanno né spaventato l’elettorato di Giani e neppure convinto la destra a votare Vannacci. Forse anche loro sono andati a riempire quel pozzo di astensioni sempre più profondo, nemmeno uno su due è andato al voto, visto che l’affluenza non è arrivata nemmeno al 50 per cento in una delle regioni, la Toscana, dove la partecipazione al voto è sempre stata tra le più alte.