Approfondimenti

Sciopero negli stabilimenti di ArcelorMittal. Intervista a Francesco Brigati

ArcelorMittal

Oggi si sciopera in tutti gli stabilimenti italiani di ArcelorMittal, dopo la presentazione, il 5 giugno scorso, di un piano industriale che prevede, tra gli altri punti, oltre tremila esuberi e un drastico calo di produzione.

Sara Milanese ha intervistato Francesco Brigati, operaio dello stabilimento di Taranto e rappresentante Fiom Cgil.

Arcelormittal è subentrata a Ilva nella proprietà degli stabilimenti italiani nel novembre 2018. Da allora la situazione non è migliorata: nel novembre 2019, una volta abrogato lo scudo fiscale sullo stabilimento di Taranto, i vertici aziendali hanno deciso di ritirarsi, e da li è partita una nuova trattativa che ha portato fino al nuovo piano aziendale che prevede ancora tagli.

Siamo di fronte ad una vertenza che di fatto non è mai finita; questo stabilimento vive una condizione di perenne tensione dal 2012, quando c’è stato il sequestro preventivo degli impianti dell’area a caldo, legato al tema ambientale; questa situazione ha comportato una serie di passaggi e frizioni anche con i sindacati anche in occasione della vendita degli stabilimenti ad Arcelormittal.
Quando parliamo di politiche industriali del nostro Paese, se un bando di aggiudicazione sta tutto nell’offerta vincolante più alta, e le questioni ambientale e occupazionale contano solo il 15%, è evidente che poi ci troviamo in queste condizioni. Arcelormittal non sta rispettando l’accordo del 6 settembre 2018, che prevedeva una serie di investimenti ambientali, e c’era un piano ambientale da ottemperare; e prevedeva rivedeva e attuava degli interventi importanti per risalire con la produzione, ed era legato alla clausola di salvaguardia occupazionale che non prevedeva esuberi.
Questo il quadro in cui si è inserito Arcelormittal, ma ci siamo accorti subito che la nuova proprietà non voleva rispettare gli accordi: dopo pochi mesi ha cominciato a rinviare investimenti, ed avviare la cassa integrazione… elementi che per noi erano chiari e che abbiamo da subito denunciato al governo. Da tempo non venivano fatte le manutenzioni ordinarie e straordinarie, creando problemi di sicurezza per i lavoratori. Dalle nostre denunce è scaturita la verifica in corso da parte degli ispettori arrivati ieri negli stabilimenti. La situazione è drammatica. Io penso due cose: ieri abbiamo fatto una consiglio di fabbrica dove abbiamo ribadito che Arcelormittal è un interlocutore inaffidabile con cui non vogliamo avviare nessuna trattativa, e due, il governo si deve rendere conto che si deve intervenire di fronte ad un problema così importante che riguarda la sfida della siderurgia e dell’occupazione nel mezzogiorno. È necessario l’intervento pubblico o continueremo a perdere tempo con gravi conseguenze sui lavoratori e sull’ambiente.
La cosa più imbarazzante prevista dal piano di Arcelormittal è che chiedono un miliardo di ricapitalizzazione con intervento pubblico, vorrebbero prendersi anche il miliardo sequestrato ai Riva, che servirebbe a fare le bonifiche; e chiedono altri 200 milioni di euro per l’emergenza COVID. E alle organizzazione sindacali negano un’integrazione salariale del 10%. Il governo dovrebbe respingere questo piano e dire che non darà più un euro a una multinazionale che è venuta a prendersi quote di mercato e che ha preparato un piano lacrime e sangue dove sono previsti licenziamenti e mancati investimenti.

Oggi incontrerete il ministro per lo Sviluppo Economico Patuanelli e quello dell’Economia Gualtieri, sono chiare le vostre richieste. Cosa vi aspettate?

Vogliamo capire che posizione ha il governo, perché Gualtieri e Patuanelli ci sembrano su posizioni diverse. Avvertiamo la necessità di avere chiarezza per i lavoratori, che potranno sapere quale sarà il loro futuro solo quando il governo spiegherà la sua posizione. Il tema che riguarda questa fabbrica deve essere risolto con provvedimenti speciali, l’età media dei lavoratori è 40 anni; io stesso sono entrato in questo stabilimento a 21 anni e ora ne ho 41; non vediamo alternative occupazionali, e il governo deve davvero attivare misure speciali per garantire che nessuno venga lasciato indietro.

Non solo Taranto, Oggi si sciopera anche negli altri stabilimenti italiani.

Ogni stabilimento ha una sua situazione particolare, ma da Genova, a Taranto a Novi Ligure, c’è una richiesta unitaria: anche gli altri compagni, delegati e lavoratori sanno che la partita chiave si gioca a Taranto, sia sul fronte ambientale che su quello occupazionale.

La questione ambientale riguarda però tutta la città di Taranto.

La pandemia ci ha fatto riflettere rispetto a quella che è stata la mancata ripartenza di tante aziende; si avverte una crisi che durerà per molto tempo, più pesante di quella del 2008 e con un’attenzione sicuramente particolare. I continui rinvii degli interventi previsti dal piano ambientale creano sfiducia nei cittadini, soprattutto in chi non ha familiari o parenti che lavorano nello stabilimento e vede legittimamente solo la questione ambientale. Io sono tra quelli che rivendicano da sempre una valutazione d’impatto sanitario preventiva, questo darebbe certezza alla città. Noi abbiamo bisogno di due cose, come abbiamo ricordato al Presidente del Consiglio quando è venuto qui: politiche industriali, e quindi investimenti, e intervento pubblico, e dall’altra parte che la scienza si occupi di questa problematica e ci dica una volta per tutte quali sono le innovazioni tecnologiche necessarie per evitare ripercussioni sui lavoratori e su tutta la città.

Foto dalla pagina Facebook di Francesco Brigati

  • Autore articolo
    Redazione
ARTICOLI CORRELATITutti gli articoli
POTREBBE PIACERTI ANCHETutte le trasmissioni

Adesso in diretta

  • Ascolta la diretta

Ultimo giornale Radio

  • PlayStop

    Giornale Radio mercoledì 26/11 12:29

    Le notizie. I protagonisti. Le opinioni. Le analisi. Tutto questo nelle tre edizioni principali del notiziario di Radio Popolare, al mattino, a metà giornata e alla sera.

    Giornale Radio - 26-11-2025

Ultimo giornale Radio in breve

  • PlayStop

    Gr in breve mercoledì 26/11 10:30

    Edizione breve del notiziario di Radio Popolare. Le notizie. I protagonisti. Le opinioni. Le analisi.

    Giornale Radio in breve - 26-11-2025

Ultima Rassegna stampa

  • PlayStop

    Rassegna stampa di mercoledì 26/11/2025

    La rassegna stampa di Popolare Network non si limita ad una carrellata sulle prime pagine dei principali quotidiani italiani: entra in profondità, scova notizie curiose, evidenzia punti di vista differenti e scopre strane analogie tra giornali che dovrebbero pensarla diversamente.

    Rassegna stampa - 26-11-2025

Ultimo Metroregione

  • PlayStop

    Metroregione di mercoledì 26/11/2025 delle 07:15

    Metroregione è il notiziario regionale di Radio Popolare. Racconta le notizie che arrivano dal territorio della Lombardia, con particolare attenzione ai fatti che riguardano la politica locale, le lotte sindacali e le questioni che riguardano i nuovi cittadini. Da Milano agli altri capoluoghi di provincia lombardi, senza dimenticare i comuni più piccoli, da dove possono arrivare storie esemplificative dei cambiamenti della nostra società.

    Metroregione - 26-11-2025

Ultimi Podcasts

  • PlayStop

    Legge sul consenso, il governo non può tornare indietro

    La legge sul consenso si ferma al Senato perché la presidente della Commissione Giustizia Giulia Buongiorno vuole correggerla, ma la Lega esprime anche dubbi generali sulla necessità di una legge che definisca il consenso. Secondo Alessandra Maiorino, vice-capogruppo M5S Senato e Coordinatrice Comitato Politiche di Genere e Diritti Civili: “Da noi al Senato il provvedimento è arrivato tardi, da una parte c’è una questione strumentale per cui la Lega vuole più tempo, dall’altra parte c’è una questione reale, vogliamo leggere e approfondire il testo, quindi non trovo lunare la richiesta di prendere più tempo”. Insomma l’accordo c’è per approvare la legge. “L’importante è che il 609 bis che punisce la violenza sessuale agita finora con violenza, minaccia o abuso di potere, sia adegui a quello che dice la giurisprudenza: non servono il sangue, i lividi, le botte o le minacce perché ci sia violenza sessuale, basta che quell’atto sia stato compiuto senza il consenso della donna”. L'intervista di Cinzia Poli e Claudio Jampaglia.

    Clip - 26-11-2025

  • PlayStop

    Cult di mercoledì 26/11/2025

    Cult è condotto da Ira Rubini e realizzato dalla redazione culturale di Radio Popolare. Cult è cinema, arti visive, musica, teatro, letteratura, filosofia, sociologia, comunicazione, danza, fumetti e graphic-novels… e molto altro! Cult è in onda dal lunedì al venerdì dalle 10.00 alle 11.30. La sigla di Cult è “Two Dots” di Lusine. CHIAMA IN DIRETTA: 02.33.001.001

    Cult - 26-11-2025

  • PlayStop

    Gli speciali di mercoledì 26/11/2025 - ore 11:02

    I reportage e le inchieste di Radio Popolare Il lavoro degli inviati, corrispondenti e redattori di Radio Popolare e Popolare Network sulla società, la politica, gli avvenimenti internazionali, la cultura, la musica.

    Gli speciali - 26-11-2025

  • PlayStop

    Il Maestro, caduta e rinascita di un ex divo del tennis nella Roma degli anni ‘80

    Raul Gatti è un ex campione del tennis caduto in disgrazia, alcolista e disoccupato, interpretato da Pierfrancesco Favino nel film Il Maestro: “Ho seguito il tennis fin da ragazzo e mi sono subito affezionato a questo personaggio perdente, il più fallito che ho interpretato nella mia vita. Perché anche quelli che ho rappresentato in passato, per quanto fossero decaduti, avevano comunque un atteggiamento da vincenti”. Siamo negli anni ‘80 e Gatti viene assoldato per allenare un giovanissima promessa, Felice Milella, un ragazzino di 13 anni con i numeri per partecipare ai match più prestigiosi. Il regista Andrea Di Stefano aveva questo progetto nel cassetto molto prima che il tennis tornasse ad essere uno sport di moda: “Ho scritto questa sceneggiatura nel 2006, l’ho depositata e abbiamo le prove – ironizza il regista. Doveva essere il mio primo lungometraggio, prima ancora di realizzare L’ultima notte di Amore, con Pierfrancesco Favino, a cui avevo già pensato allora per questo personaggio di divo decaduto”. L'intervista di Barbara Sorrentini al regista Andrea Di Stefano e a Pierfrancesco Favino.

    Clip - 26-11-2025

  • PlayStop

    GIROLAMO DE MICHELE - IL PROFETA INSISTENTE

    GIROLAMO DE MICHELE - IL PROFETA INSISTENTE - presentato da Michele Migone

    Note dell’autore - 26-11-2025

  • PlayStop

    Cpr: le responsabilità dei medici

    Quali sono i criteri attraverso i quali viene data o viene negata l’idoneità sanitaria all’ingresso e alla permanenza di soggetti immigrati nei CPR, Centri di Permanenza per i Rimpatri? Nicola Cocco, medico della Rete Mai più lager - No ai Cpr, ci racconta il caso di un cittadino palestinese ricoverato più volte per gravi atti di autolesionismo eppure dichiarato idoneo alla detenzione.

    37 e 2 - 26-11-2025

  • PlayStop

    Gli speciali di mercoledì 26/11/2025 - ore 10:02

    I reportage e le inchieste di Radio Popolare Il lavoro degli inviati, corrispondenti e redattori di Radio Popolare e Popolare Network sulla società, la politica, gli avvenimenti internazionali, la cultura, la musica.

    Gli speciali - 26-11-2025

  • PlayStop

    Presto Presto - Interviste e Analisi di mercoledì 26/11/2025

    Alessandra Maiorino, Vice capogruppo dei M5S Senato e Coordinatrice Comitato Politiche di Genere e Diritti Civili, ragiona sullo stop alla legge bipartisan in materia di "consenso" rallentata, non a torto secondo la senatrice, dalla presidente della commissione giustizia. Il consenso necessario e cosa manca per attivare una cultura del consenso nell'analisi di Non una di Meno e di una delle sue portavoce. "Una prigione romantica. La rappresentazione della coppia come strumento di controllo" il nuovo libro di Giuseppe Mazza, per Prospero Editore, racconta attraverso campagne, poster, slogan della pubblicità uno dei dispositivi patriarcali ancora oggi più attivi: il romanticismo. E ne traccia le trasformazioni. Elena Mistrello, fumettista e autrice, tra i tanti album anche di Tracciato Palestina e di Sindrome Italia, appena pubblicato in Francia, invitata a Toulouse a un festival è stata respinta all’atterraggio perché “pericolo per l’ordine pubblico in Francia”. Senza provvedimenti giudiziari a suo carico, senza avvocato o spiegazioni. Un caso da sollevare.

    Presto Presto – Interviste e analisi - 26-11-2025

  • PlayStop

    Rassegna stampa internazionale di mercoledì 26/11/2025

    Notizie, opinioni, punti di vista tratti da un'ampia gamma di fonti - stampa cartacea, social media, Rete, radio e televisioni - per informarvi sui principali avvenimenti internazionali e su tutto quanto resta fuori dagli spazi informativi più consueti. Particolare attenzione ai temi delle libertà e dei diritti.

    Esteri – La rassegna stampa internazionale - 26-11-2025

  • PlayStop

    Presto Presto - Lo stretto indispensabile di mercoledì 26/11/2025

    Il kit di informazioni essenziali per potere affrontare la giornata (secondo noi).

    Presto Presto – Lo stretto indispensabile - 26-11-2025

Adesso in diretta