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I sindacati in piazza a Bologna con 30mila persone, la proteste contro la monarchia nel Regno Unito e le altre notizie della giornata

sindacati bologna

Il racconto della giornata di sabato 6 maggio 2023 con le notizie principali del giornale radio delle 19.30. Oggi a Bologna in 30mila sono scesi in piazza con Cgil-Cils-Uil per una nuova stagione di concertazione, ma il governo ancora non dà segnali. Nelle righe del decreto lavoro c’è un regalo alle piattaforme e un colpo durissimo per rider e fattorini. Berlusconi è tornato a farsi vedere in video a un mese dal ricovero al San Raffaele, mentre per migliaia di viaggiatori italiani è stata una giornata di caos ferroviario con ritardi fino a 6 ore a causa di un guasto. In Ucraina secondo BBC News le autorità russe sono state accusate dall’esercito di Kiev di aver attaccato la città assediata di Bakhmut con armi incendiarie al fosforo. Nel giorno dell’incoronazione di Re Carlo III, in tanti sono scesi in strada per protestare contro la monarchia, ma il governo britannico ha scelto di nascondere questo lato della giornata.


In 30mila in piazza a Bologna con Cgil-Cils-Uil

“C’è bisogno di cambiare. Le politiche che il governo sta facendo non hanno il consenso del paese”. 
Lo ha detto il leader della Cgil Landini dal palco di Bologna dove oggi c’è stata la prima delle tre mobilitazioni unitarie (Cgil, Cisl e Uil) contro la politica economica del governo Meloni. 30mila in piazza questa mattina a Bologna. C’era anche la leader del PD Schlein.

(di Claudio Jampaglia)

L’unione ritrovata dei sindacati confederali risponde all’attacco portato dal governo al loro ruolo sancito da una intera legge di bilancio senza reali consultazioni e poi dal decreto del Primo Maggio proprio sul lavoro, con tanto di provocazione, c’è chi fa festa mentre il governo lavora. Così alla fine torna la triplice unita anche con quella Cisl che ha provato a presentarsi come interlocutore non ideologico del governo Meloni, ma non c’è riuscita.
L’illusione di una destra moderata, concreta e più europeista, d’altronde, cavalcata da tante realtà non solo imprenditoriali è tramontata in poco tempo. E il sindacato non riesce nemmeno a sedersi al tavolo col governo che preferisce una telefonata per comunicare provvedimenti già varati.
Quindi i Confederali chiedono riconoscimento e un tavolo. Lo fanno proprio con Sbarra che continua a predicare dialogo responsabilità, ricevendo un podi fischi dal popolo della Cgil, e rilanciando la solita e ormai spuntata concertazione. Ma deve anche minacciare l’esecutivo delle “massime conseguenze” se tardasse una convocazione. E anche se per gli altri due leader, Landini e Bombardieri, la parola sciopero generale non è un tabù, oggi non si minaccia, ma si parla ai propri.
Il punto è che con la crisi l’inflazione che non si ferma, i costi dei tagli su sanità e servizi scaricati sui soliti noti, ovvero lavoratori e pensionati, bisogna avere qualcosa da portare a casa per spingerli a scioperare. E qui ancora non c’è nulla sul tavolo.
Allora meglio uniti e lanciare una lunga stagione fino al prossimo provvedimento che potrebbe essere la delega fiscale con la flat tax, forse già nell’estate, o l’autonomia differenziata che divide il paese e privatizza di fatto sanità e scuola. Sabato prossimo si replica a Milano, quello dopo a Napoli, ci si conta e ci si prepara per una lunga stagione.

Il duro colpo del governo per rider e fattorini

(di Massimo Alberti)

Nelle righe del decreto lavoro c’è un regalo alle piattaforme e un colpo durissimo per rider e fattorini. Sono infatti state eliminate le norme che davano diritto ai sindacati ed ai lavoratori delle piattaforme digitali di conoscere le regole con cui gli algoritmi regolano il loro lavoro. “È una norma tremenda” l’hanno definita i sindacati. La conoscenza dei meccanismi sulla base dei quali, ad esempio, venivano assegnati gli ordini, i turni, e di conseguenza il guadagno e la permanenza stessa al lavoro dei fattorini, erano fondamentali nelle vertenze con cui i tribunali hanno riconosciuto il rapporto di lavoro subordinato e non autonomo. Ora non sarà più possibile. Ma la questione è ben più ampia che per i soli fattorini. Giulia Druetta è un’avvocata di Torino che ha seguito diverse vertenze:


 

L’accusa alla Russia di aver usato armi incendiarie al fosforo

Armi incendiarie al fosforo. Secondo BBC News le autorità russe sono state accusate dall’esercito di Kiev di aver attaccato la città assediata di Bakhmut con armi incendiarie al fosforo. L’esercito ucraino – secondo quanto riporta il quotidiano britannico online The Guardian – ha condiviso un filmato di un drone che sembra mostrare Bakhmut in fiamme mentre il fosforo bianco piove sulla città. 

Le forze aeree ucraine hanno, intanto, dichiarato di aver abbattuto un missile ipersonico russo sopra Kiev utilizzando i sistemi di difesa americani Patriot di recente acquisizione. Sarebbe la prima volta che l’esercito ucraino è stato in grado di intercettare uno dei missili più moderni di Mosca.
Intanto si allungano i tempi dell’attesa controffensiva ucraina contro le forze armate russe in alcune cittadine del sud. Come si può spiegare questa attesa? Lorenzo Cremonesi, inviato speciale del Corriere della Sera:


 

Berlusconi torna a mostrarsi in pubblico dopo un mese di ricovero

Berlusconi è tornato a farsi vedere in pubblico dopo il ricovero al San Raffaele di Milano. Lo ha fatto con un video che è stato trasmesso all’assemblea di Forza Italia in corso a Milano.
Berlusconi ha voluto far vedere di essersi ripreso, e di essersi per l’occasione vestito con la camicia e la giacca dopo un mese. L’ex premier ha parlato con voce affaticata per 20 minuti, interrotto 16 volte da applausi. Il suo intervento aveva lo scopo di cercare di dare entusiasmo a se stesso oltre che a un movimento in crisi. “Nessuno riuscirà a sconfiggerci, gli italiani ci considereranno i santi della loro libertà” ha detto. Ma il suo partito è diviso e non lo nasconde. Sono comparsi uno striscione a favore di Marta Fascina e uno per Licia Ronzulli, che rappresentano due correnti in lotta tra loro.

Un’altra giornata di caos ferroviario dopo un guasto a Roma

Una giornata di caos ferroviario oggi con ritardi di decine e decine di minuti per migliaia di viaggiatori. È accaduto che questa mattina, tra Roma Tiburtina e Settebagni, un guasto abbia avuto ripercussioni su gran parte del traffico ferroviario.
Il guasto si sarebbe verificato in quel tratto di ferrovia al passaggio di un Intercity, con il pantografo che è entrato in contatto con la linea di alimentazione elettrica.
Ritardi di oltre sei ore, anche fino a 400 minuti, sono stati segnalati sui tabelloni luminosi alla stazione di Firenze Santa Maria Novella, piena di passeggeri in attesa o in fila ai banchi delle informazioni. Ma difficoltà e ritardi si sono verificati anche a Bologna.
Soltanto alle 17, secondo RFI (la Rete ferroviaria), il guasto è stato riparato. Ma lo smaltimento dei ritardi non si è ancora esaurito, soprattutto sull’alta velocità.
Tra guasti e incidenti, nell’ultima settimana per ben tre volte la circolazione sulla rete ferroviaria italiana – in particolare l’alta velocità – ha dovuto subire ritardi di decine e decine di minuti. Dario Balotta è il responsabile trasporti di Europa Verde
:


 

Il Regno Unito soffoca le proteste contro la monarchia nel giorno di Re Carlo III

(di Martina Stefanoni)

L’unicità della giornata era ben chiara oggi alle centinaia di migliaia di persone che sotto la pioggia battente hanno aspettato ore in piedi solo per accogliere il nuovo re. Sono pochi quelli che possono realmente dire di aver visto qualcosa, ma ciò che contava era esserci.

 “Essere qui è tutto – dice Abby da Liverpool – potremmo non avere mai più un’occasione del genere”.
In tanti, tra il festante popolo che per tutto il giorno ha sventolato piccole versioni della Union Jack, la bandiera britannica, non sapevano dire con certezza il perché erano qui a Londra oggi, ma sapevano che dovevano esserci. Le idee più chiare, invece, le avevano i manifestanti di Republic che hanno protestato per tutto il giorno in varie aree di Londra. 

”Non credo che dovremmo spendere i soldi dei contribuenti in questa celebrazione dello sfarzo mentre milioni di persone sono affamate e siano nel mezzo di una crisi del costo della vita” spiega una ragazza incontrata alla protesta di Trafalgar Square. 

Dopo la Brexit e il Covid, il Regno Unito si è trovato a vivere una delle crisi economiche più gravi degli ultimi tempi, e vedere Carlo e Camilla oggi, indossare un mantello bianco, a bordo di una carrozza interamente ricoperta d’oro, stride con la realtà del paese ed è la rappresentazione vivente delle disuguaglianze. 
Sempre più persone la pensano così, ma il governo britannico oggi ha scelto di nascondere questo lato della giornata.
 I manifestanti oggi hanno gridato slogan come ‘abolish the monarchy’ e ‘not my king’. Prostese totalmente pacifiche, ma che già questa mattina presto avevano portato a 6 arresti, compreso il fondatore del gruppo.


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    A Brescia è in corso l’ottava edizione del Festival della Pace. Uno degli eventi di maggior interesse è la mostra al Museo Santa Giulia che ha l’obiettivo di mettere in luce il ruolo dell’arte come pratica capace di tessere relazioni di solidarietà. In mostra opere di Emily Jacir, artista palestinese Leone d’Oro alla Biennale di Venezia nel 2007. Le sue opere sono testimonianza dell’ingiustizia e oppressione subite dal suo popolo. In mostra anche le opere salvate dal bombardamento avvenuto nel 2023 di Eltiqa (in lingua araba: “incontro”) un centro per l’arte contemporanea a Gaza. Abbiamo incontrato in mostra due degli artisti che hanno fondato Eltiqa: Mohammed Al-Hawajri e Dina Mattar, poi anche Emily Jacir davanti alle sue installazioni. Le interviste di Tiziana Ricci.

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    Carlo Rovelli, fisico teorico, è stato ospite oggi a Pubblica. Dieci anni fa, pochi giorni dopo le stragi di Parigi e del Batclan nelle quali furono uccise 130 persone, lanciò una «proposta per la Mesopotamia». Rovelli la illustrò a Radio Popolare: «l’Occidente - sosteneva - può continuare a bombardare (l’Isis, ndr), ma i bombardamenti, come ripetono i vertici militari, non portano a nulla. Nessuno ha voglia di invadere di nuovo la Mesopotamia, per riaprire il problema. Penso sia necessario parlare con lo Stato islamico. L’alternativa è la guerra senza fine». Dieci anni dopo, e in altri contesti, il senso della proposta di Rovelli resta intatto. Ne abbiamo parlato oggi con lui nel corso della trasmissione, insieme al suo ultimo libro «Sull'uguaglianza di tutte le cose. Lezioni americane». Nel testo (pubblicato da Adelphi, 2025) sono raccolte sei lezioni che Rovelli ha tenuto a Princeton (Stati Uniti) un anno fa, chiamato come fisico a raccontare ai filosofi il mondo dei fenomeni quantistici. Che cosa è accaduto negli ultimi dieci anni nella conocenza del mondo? «Ci siamo accorti sempre di più che le grandi teorie del XX secolo, scientifiche e fisica, funzionano incredibilmente bene», racconta Rovelli. «Lo sforzo ora è cercare di capire cosa implicano queste grandi teorie per la nostra comprensione del mondo. Il contenuto del mio libro è questo: che cosa ci dice sul mondo la grande rivoluzione culturale del XX secolo, quella dei quanti e della relatività». Buona lettura.

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