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I dubbi del governo sull’obbligo vaccinale a scuola, i danni per le forti piogge nel comasco e le altre notizie della giornata

corsa ai vaccini ANSA

Il racconto della giornata di mercoledì 28 luglio 2021 con le notizie principali del giornale radio delle 19.30. Ha smesso di piovere a Como, dove tra ieri e stanotte le forti piogge hanno provocato pesanti allagamenti, danni a strade, ponti, reti idriche, energetiche e fognarie. Domani il Ministro dell’Istruzione presenterà il piano di rientro in classe alle regioni, ma il governo rimanda la decisione sulla vaccinazione obbligatoria. Matteo Renzi è sempre meno statista e sempre più personaggio da jet set. Ormai a raccontarci cosa fa sono i rotocalchi e non le cronache parlamentari. Se la politica non è in grado di proteggere il pianeta, ci pensa la legge: le Climate Litigation contro le aziende sono sempre più comuni. Infine l’andamento della pandemia di COVID-19 in Italia.

Il lungolago di Como dopo la fine delle piogge

Ha smesso di piovere a Como, dove tra ieri e stanotte le forti piogge hanno provocato pesanti allagamenti, danni a strade, ponti, reti idriche, energetiche e fognarie. Ci sono decine di case evacuate, ma la conta dei danni non è ancora incominciata. La Regione Lombardia ha chiesto lo stato di emergenza per le province colpite. E oggi il lungolago di Como si presenta come una immensa distesa di detriti e sassi e legname portato a valle dalle piogge. Il nostro Luca Parena oggi è andato a Como, ecco le testimonianze che ha raccolto tra gli abitanti:


 

Obbligo vaccinale a scuola? Il governo prende tempo

(di Claudia Zanella)

Domani il ministro dell’Istruzione, Patrizio Bianchi, presenterà il piano di rientro in classe alle regioni. Il punto fermo è il ritorno in presenza per tutti, anche dove non è possibile mantenere il distanziamento. Sui trasporti resta alta l’attenzione. Probabile il ricorso allo scaglionamento degli ingressi dei ragazzi a scuola. Mentre le vaccinazioni per il personale, per ora, resteranno “fortemente raccomandate”.
Al momento circa l’86% è vaccinato. La situazione in Italia però è a macchia di leopardo. Alcune regioni hanno raggiunto la soglia del 100%, altre sono più indietro. Come la Sicilia, dove oltre il 40% del personale scolastico non è vaccinato. L’ipotesi che si sta valutando, laddove non si riuscisse a convincerli, è quella di introdurre l’obbligo con decreto. Un argomento, che insieme a quello dei trasporti, sarebbe dovuto essere sul tavolo del Consiglio dei ministri di domani.
Ma se ne riparlerà settimana prossima, dopo una cabina di regia ad hoc. Prima di prendere una decisione, Draghi vuole far passare un’altra settimana, per analizzare l’andamento della curva epidemiologica e osservare quanto avviene anche all’estero.
Intanto l’associazione nazionale presidi vorrebbe che si vaccinassero anche gli studenti, per arrivare almeno a un 60 per cento di immunizzati. Il ministro Bianchi, che ha fatto anche un video-appello ricordando che “vaccinarsi è un atto di responsabilità collettiva”, ha detto che ha fiducia nei ragazzi e che stanno rispondendo bene alla campagna vaccinale. L’obiettivo, annunciato dal commissario straordinario per l’emergenza Figliuolo, è che a settembre siano immunizzati due studenti su tre.

Renzi sempre più personaggio da jet set

(di Michele Migone)

Sono i rotocalchi, non le cronache parlamentari, a raccontarci le ultime avventure di Matteo Renzi. Più che uno statista, un personaggio da jet set. Da vocabolario: gruppo sociale elitario e internazionale che organizza attività sociali esclusive. Il provinciale di Rignano alla conquista del Bel Mondo. Rapporti mondani e d’affari, come da manuale. Il settimanale Chi lo ha beccato mentre scendeva dalla scaletta dell’aereo che con un volo privato lo ha portato sabato scorso a Olbia da Firenze. Poi il viaggio verso Porto Cervo, il motoscafo e la colazione a bordo dello yacht dell’emiro del Qatar Jamir Al Thani, 133 metri tra le venti barche più grandi del mondo. Il motivo della visita, ancora non si sa. Di certo, si conoscono i rapporti ormai di lunga data tra il leader di Italia Viva e l’Emiro, gli inviti e i frequenti viaggi a Doha, fatti non certo per sola cortesia, iniziati prima ancora che cominciasse il rapporto con Mohammed Bin Salman, l’uomo forte dell’Arabia Saudita. Rapporti che forse andrebbero alla fine spiegati, visto il ruolo politico che ricopre Renzi. Questa comunque, per lui, è l’estate in barca: prima della foto di Porto Cervo, era stata paparazzato mentre faceva una crociera con moglie e figli tra Ponza e Capri con un grande yacht affittato. Secondo il sito Dagospia, per non meno di 65.000 euro. Sono quindi iniziate le polemiche, bollate dall’interessato, come figlie dell’invidia, come al solito. Ognuno ha il suo stile. C’è chi ha nostalgia di una certa sobrietà. Renzi non è tra questi.

Le azioni legali in difesa dell’ambiente contro le aziende sono in crescita

(di Martina Stefanoni)

Si chiama Climate Litigation, ed è una branca del diritto ambientale che negli ultimi anni sta prendendo sempre più piede in giro per il mondo. L’idea alla base è semplice: chi non mantiene le promesse e mette a rischio il pianeta, non può passare inosservato. Ad oggi, secondo il database dell’istituto Grantham della London School of Economics, le azioni legali mosse in difesa dell’ambiente sono circa 2mila, sparse in tutto il mondo. Fino a poco fa, le azioni erano in larga maggioranza contro governi, cosa che ha fatto sentire al sicuro le aziende e le multinazionali, ma ora il vento sta cambiando. Sono sempre di più le associazioni e le ong – insieme a privati cittadini – che sfidano i colossi privati. Qualche settimana fa aveva fatto scalpore la decisione di una corte olandese che, con una sentenza storica, ha ordinato alla compagnia petrolifera Shell di dimezzare entro il 2030 le sue emissioni di gas serra. Il caso Shell, però, non è l’unico. La maggior parte dei casi sono negli stati uniti, ma anche in Europa aumentano le cause. Le Climate Litigation contro le aziende sono sempre più comuni e secondo gli studiosi, il progresso della scienza renderà sempre più semplice provare il collegamento tra il cambiamento climatico e le azioni delle multinazionali. Se la politica non è in grado di proteggere il pianeta, dunque, ci penserà la legge.

L’andamento dell’epidemia di COVID-19 in Italia

Sono 5.696 i positivi ai test COVID individuati nelle ultime 24 ore, secondo i dati del Ministero della Salute. 15 le vittime in un giorno. Il tasso di positività è al 2,3%. Oggi calano le terapie intensive (-6) ma crescono i ricoveri (+74).
Allargando lo sguardo alla settimana, si assiste in questi giorni a un calo dei nuovi positivi giornalieri, pur accompagnato da una crescita della pressione sugli ospedali. Secondo le analisi del matematico del CNR Giovanni Sebastiani, se il dato fosse confermato nell’arco di due tre settimane dovremmo iniziare a vedere questo calo riflettersi anche su terapie intensive e ricoveri.

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    “Triplicati gli omicidi di minorenni” aveva detto a febbraio il ministero degli interni che annunciava il passaggio da 13 omicidi commessi da minori nel 2023 a 35 nel 2024. Così partiva una campagna mediatica (soprattutto di destra) sull’allarme “baby-killer” che arrivava dopo i provvedimenti contro i rave, contro le occupazioni nelle scuole, contro i giovani in generale, soprattutto se figli di stranieri. I dati però, come rivela uno studio pubblicato da Sistema Penale, erano sbagliati perché oggi il Ministero ci dice che gli omicidi commessi da minori erano 25 nel 2023 e 26 nel 2024. “Stiamo perdendo la lucidità necessaria per affrontare il tema e il discorso pubblico sulla sicurezza”, commenta Roberto Cornelli, docente di criminologia dell’Università degli Studi di Milano, che analizza la campagna mediatica: “è particolarmente grave che questi dati errati vengano divulgati da fonti ministeriali e se si parte da qua ovviamente si pensano politiche di emergenza, forme di controllo straordinario e anche un irrigidimento del sistema penale minorile che perde la sua valenza educativa”. In sostanza, ci dice il docente, stiamo rifacendo gli stessi errori di Stati Uniti e Francia: non si affronta il problema dai dati ma sulla base del discorso politico sul tema: “Siamo passati dalla narrativa dei giovani danneggiati dal Covid a una criminalizzazione soprattutto quando si tratta di giovani di seconda generazione, incrociando la dimensione giovanile e quella migratoria sotto il segno della sicurezza, è questo il tema di un certo modo di far politica oggi”. Ascolta l'intervista di Claudio Jampaglia e Cinzia Poli a Roberto Cornelli.

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