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Le accuse di Yulia Navalnaya a Putin, le pressioni dell’esercito russo lungo il confine ucraino e le altre notizie della giornata

Yulia Navalnaya - navalny

Il racconto della giornata di lunedì 19 febbraio 2024 con le notizie principali del giornale radio delle 19.30. La vedova dell’oppositore ucciso nel Gulag accusa direttamente Vladimir Putin dell’omicidio di Alexei Navalny, sostenendo che sia stato avvelenato con il Novichok. Oggi a Milano, l’associazione Annaviva ha organizzato un presidio in risposta a quello di ieri, durante il quale i partecipanti, che deponevano fiori nel giardino in memoria di Navalny, sono stati identificati dalla Digos. Dopo aver conquistato la località di Avdiivka, vicino a Donetsk, nel Donbas, le truppe di Mosca stanno aumentando la pressione anche in altre zone lungo la linea del fronte. Dopodomani a Firenze si terrà una manifestazione in seguito alla recente tragedia in cui sabato scorso cinque operai hanno perso la vita a causa del crollo di un cantiere.

Yulia Navalnaya punta il dito contro Vladimir Putin

(di Michele Migone)
L’accusa è precisa, inequivocabile. Yulia Navalnaya, la vedova dell’oppositore ucciso nel gulag, in un video di otto minuti punta il dito contro Vladimir Putin e lo accusa di aver ucciso Alexei Navalny avvelenandolo con il Novichok, un gas nervino già usato contro di lui nel tentativo di omicidio dell’agosto del 2020.

L’accusa della donna è credibile. Il corpo di Alexei Navalny verrà restituito alla famiglia solo tra 14 giorni. Il motivo ufficiale: Devono essere fatti esami chimici. Il cadavere dell’oppositore non è stato ancora visto dalla madre e tanto meno consegnato a lei, arrivata sabato scorso a Salekhard, il piccolo centro abitato vicino alla colonia IK 3, circolo polare artico, 1900 chilometri da Mosca, Da tre giorni le autorità locali accampano una scusa dietro l’altra per impedire l’accesso all’obitorio. Però qualche notizia è trapelata. Il corpo presenterebbe dei lividi e delle compressioni sullo sterno. I primi sarebbero lievi. Potrebbero essere dati dal tentativo di bloccarlo mentre Navalny aveva delle convulsioni. Le compressioni invece potrebbero essere fatti risalire a un tentativo di massaggio cardiaco.

Le convulsioni sarebbero collegate al Novichok. Sono la conseguenza dell’avvelenamento, poco prima di entrare in coma. Le tracce di questa sostanza in genere spariscono dopo quattro o cinque giorni dalla sua assunzione. Si comprende la ragione per cui le autorità russe non hanno fretta alcuna fretta di riconsegnare il corpo.

Il Novichok venne usato nel 2018 contro Serghei Skripal e sua figlia vicino a Salisbury in Inghilterra. L’ex agente del Kgb venne colpito per vendetta. Altre persone vennero raggiunte dalla sostanza e una di loro morì. Le autorità britanniche tre spie di Mosca, tutte collegate al servizio segreto militare russo. L’uso del Novichok è una firma

Il presidio dell’associazione Annaviva a Milano

Nuovo presidio oggi a Milano per Alexey Navalny organizzato dall’associazione Annaviva, un’associazione che nasce per ricordare la giornalista dissidente russa Anna Politkovskaia.

Un appuntamento organizzato in risposta a quello di ieri, quando i partecipanti, che posavano dei fiori nel giardino per ricordare Navalny, sono stati identificati dalla Digos. Nome, cognome, documenti fotografati uno a uno. Un episodio che ha suscitato proteste ma anche una domanda: perché? E’ quella che è stata posta anche in parlamento da un’interpellanza al ministro dell’interno, che oggi, incalzato dalle domande dei giornalisti, ha minimizzato: normale procedura.

Mattia Guastafierro ha raggiunto Martina Davydova, dell’associazione Annaviva

 

Aumenta la pressione delle truppe russe lungo il confine ucraino

Per la Russia questo è uno momento particolarmente favorevole.
Dopo aver conquistato la località di Avdiivka, vicino a Donetsk, nel Donbas, le truppe di Mosca stanno aumentando la pressione anche in altre zone lungo la linea del fronte.
Gli ucraini sono sulla difensiva, avrebbero bisogno delle armi occidentali e iniziano a mancare anche uomini, forze fresche in grado di combattere al fronte.

Oggi i media americani, citando fonti all’interno della Casa Bianca, hanno detto che se il Congresso dovesse dare il via libera al nuovo invio di armi a Kiev, l’amministrazione Biden sarebbe pronta a mandare anche nuovi missili a lungo raggio.

Il nostro collaboratore Sabato Angieri è a Kramatorsk, nel Donbas…

 

Mai più morti sul lavoro, la manifestazione dopo la strage a Firenze

Mai più morti sul lavoro: sarà intitolata così la manifestazione che ci sarà dopo domani, mercoledì, a Firenze dopo la strage sul lavoro in cui sono morti sabato 5 operai travolti dal crollo di un cantiere. Cgil e Uil hanno anche proclamato due ore di sciopero a livello nazionale.

Nel cantiere si sta ancora cercando il corpo della quinta vittima: si chiama Bouzekri Rachimi, 56 anni migrante dal Marocco.

Intanto l’inchiesta fa i primi passi. E già si profilano irregolarità. Oggi il procuratore capo di Firenze ha fatto un punto

 

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    Carlo Rovelli, fisico teorico, è stato ospite oggi a Pubblica. Dieci anni fa, pochi giorni dopo le stragi di Parigi e del Batclan nelle quali furono uccise 130 persone, lanciò una «proposta per la Mesopotamia». Rovelli la illustrò a Radio Popolare: «l’Occidente - sosteneva - può continuare a bombardare (l’Isis, ndr), ma i bombardamenti, come ripetono i vertici militari, non portano a nulla. Nessuno ha voglia di invadere di nuovo la Mesopotamia, per riaprire il problema. Penso sia necessario parlare con lo Stato islamico. L’alternativa è la guerra senza fine». Dieci anni dopo, e in altri contesti, il senso della proposta di Rovelli resta intatto. Ne abbiamo parlato oggi con lui nel corso della trasmissione, insieme al suo ultimo libro «Sull'uguaglianza di tutte le cose. Lezioni americane». Nel testo (pubblicato da Adelphi, 2025) sono raccolte sei lezioni che Rovelli ha tenuto a Princeton (Stati Uniti) un anno fa, chiamato come fisico a raccontare ai filosofi il mondo dei fenomeni quantistici. Che cosa è accaduto negli ultimi dieci anni nella conocenza del mondo? «Ci siamo accorti sempre di più che le grandi teorie del XX secolo, scientifiche e fisica, funzionano incredibilmente bene», racconta Rovelli. «Lo sforzo ora è cercare di capire cosa implicano queste grandi teorie per la nostra comprensione del mondo. Il contenuto del mio libro è questo: che cosa ci dice sul mondo la grande rivoluzione culturale del XX secolo, quella dei quanti e della relatività». Buona lettura.

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