Approfondimenti

O il quadro o la vita. Guarda che lune del 17 ottobre

guarda che lune

O il quadro o la vita. La zuppa Heinz lanciata contro i Girasoli di Van Gogh da due ambientaliste di Just Stop Oil gridando “sei più preoccupato per la protezione di un dipinto o per la protezione del nostro pianeta e delle persone?”, ha una sua violenza e mette a disagio.

Qualche giorno fa in Australia, al museo nazionale di Melbourne, due militanti di Extinction Rebellion, si sono incollati a un quadro di Picasso per protestare contro le nuove forniture di petrolio e gas. E in luglio degli ambientalisti italiani si erano incollati alla Primavera di Botticelli protestando per le stesse ragioni. Si profila un conflitto che mette in discussione l’idea contemplativa del bello, la sua legittimità morale in un mondo che rischia l’estinzione.

Che diritto abbiamo, stanno chiedendo, di godere della tecnica umana, perché anche l’arte è una tecnica, se l’essere umano viene dimenticato? Interessante che lo striscione sotto il quadro di Picasso nel museo di Melbourne dicesse “Climate Chaos = War and Famine“, ovvero se non ci fermiamo tutto questo porterà a guerra e carestia.

Con le nomine di La Russa e Fontana a presidenti di Senato e Camera siamo entrati in un campo nel quale le parole diventano sabbie mobili, banchi di nebbia, paludi insomma tutto tranne che qualcosa di consistente. Con i loro discorsi di insediamento siamo a tu per tu con l’uso dissimulatorio del linguaggio. Fontana, ad esempio, dopo una vita politica spesa a insolentire le differenze, a definire le coppie gay delle “schifezze”, nel suo primo discorso celebra nientemeno che la diversità: un’apertura sui diritti civili? No, la rivendicazione della primazia della tradizione diversa dal moderno e dalle sue emancipazioni. Quando La Russa parla dei diritti da “non sopraffare” intende i diritti “legalmente riconosciuti” e dunque non quelli negati, da riconoscere .

In queste sottigliezze, nei nascondigli dei loro discorsi, si avverte una sotterranea consapevolezza: sanno di non essere a casa loro. Non possono parlare come vorrebbero. Perché sono due figure estranee all’arco costituzionale ma anche perché sono espressione di culture politiche, quella integralista cattolica di Fontana e quella postfascista di La Russa, che tra gli italiani e le italiane del 2022 sono marginali. E il mondo progressista e di sinistra, prima ancora di indignarsi per queste nomine, dovrebbe vederci il risultato delle proprie divisioni. E ricavare magari qualche lezione per il futuro.

Alla dissimulazione si contrappone la virtù della Repubblica, la parola limpida e democratica, ovvero il discorso di Liliana Segre. Il suo italiano è quello lineare della Costituzione, il testo pubblico meglio scritto della nostra storia. È il modo in cui la Senatrice testimonia la sua tragedia a trasformare la storia in evento presente. Certo, il suo è un rapporto unico con il passato. Ma non è l’unica ad averlo. È la semplicità del suo linguaggio, la sua solennità lineare, a diventare la chiave del rapporto tra la senatrice e i tantissimi che continuano ad apprezzare le sue parole:

È stato osservato quanto fosse plastico il passaggio tra Segre e La Russa. Però in un mondo di simboli tutto ha significato. E le rose bianche offerte dall’ex missino sono un omaggio alla donna, significano attenzione, rispetto… ma nella storia la Rosa bianca significa anche altro, è il nome e il simbolo della resistenza antinazista in Germania, è il martirio di Sophie Scholl e dei suoi amici, tutti studenti, tutti cristiani ghigliottinati per aver distribuito volantini che invitavano alla resistenza passiva contro Hitler.

Oggi è la giornata mondiale della lotta contro la fame, una fame drammatica che si sente ad ogni angolo del pianeta e in fondo spaventa anche noi. C’è un’ironia tragica nel fatto che pochi giorni prima, il 13 ottobre, si sia celebrata la giornata internazionale del fallimento. Perché non c’è sconfitta più grande.

Anche se la giornata del fallimento parla non di fame ma di intrapresa personale, nel nome eroico di Thomas Edison del quale pare si contino 1000 fallimenti prima di inventare la lampadina. Perché il fallimento può avere molti significati, essere pedagogico, persino istruttivo e proiettare sull’opinione pubblica le sue insufficienze, i suoi limiti e i suoi sensi di colpa… per esempio in Australia un gruppo di comunicatrici, Mum in Ads, lo ha celebrato raccontando di una loro campagna che non ha avuto alcun riscontro.

  • Autore articolo
    Redazione
ARTICOLI CORRELATITutti gli articoli
POTREBBE PIACERTI ANCHETutte le trasmissioni

Adesso in diretta

  • Ascolta la diretta

Ultimo giornale Radio

  • PlayStop

    Giornale Radio martedì 09/12 19:30

    Le notizie. I protagonisti. Le opinioni. Le analisi. Tutto questo nelle tre edizioni principali del notiziario di Radio Popolare, al mattino, a metà giornata e alla sera.

    Giornale Radio - 09-12-2025

Ultimo giornale Radio in breve

  • PlayStop

    Gr in breve martedì 09/12 17:31

    Edizione breve del notiziario di Radio Popolare. Le notizie. I protagonisti. Le opinioni. Le analisi.

    Giornale Radio in breve - 09-12-2025

Ultima Rassegna stampa

  • PlayStop

    Rassegna stampa di martedì 09/12/2025

    La rassegna stampa di Popolare Network non si limita ad una carrellata sulle prime pagine dei principali quotidiani italiani: entra in profondità, scova notizie curiose, evidenzia punti di vista differenti e scopre strane analogie tra giornali che dovrebbero pensarla diversamente.

    Rassegna stampa - 09-12-2025

Ultimo Metroregione

  • PlayStop

    Metroregione di martedì 09/12/2025 delle 19:48

    Metroregione è il notiziario regionale di Radio Popolare. Racconta le notizie che arrivano dal territorio della Lombardia, con particolare attenzione ai fatti che riguardano la politica locale, le lotte sindacali e le questioni che riguardano i nuovi cittadini. Da Milano agli altri capoluoghi di provincia lombardi, senza dimenticare i comuni più piccoli, da dove possono arrivare storie esemplificative dei cambiamenti della nostra società.

    Metroregione - 09-12-2025

Ultimi Podcasts

  • PlayStop

    PoPolaroid di martedì 09/12/2025

    Basil Baz evoca il suo amore per la Polaroid, per la bellezza dello spazio bianco intorno all’immagine, che gli permetteva di scrivere la data e dare un titolo alla foto; spesso era ispirato da una canzone. Come le fotografie, le canzoni sono memorie nel tempo, e in PoPolaroid accompagno la musica con istantanee sonore; scatti personali, sociali e soprattutto sentimentali.

    PoPolaroid – istantanee notturne per sognatori - 09-12-2025

  • PlayStop

    No Manches Guey di martedì 09/12/2025

    Un viaggio musicale dentro le culture latino americane.

    No Manches Guey - 09-12-2025

  • PlayStop

    News della notte di martedì 09/12/2025

    L’ultimo approfondimento dei temi d’attualità in chiusura di giornata

    News della notte - 09-12-2025

  • PlayStop

    Soulshine di martedì 09/12/2025

    Soulshine è un mix eclettico di ultime uscite e classici immortali fra soul, world music, jazz, funk, hip hop, afro beat, latin, r&b, ma anche, perchè no?, un po’ di sano rock’n’roll. L’obiettivo di Soulshine è ispirarvi ad ascoltare nuova musica, di qualsiasi decennio: scrivetemi i vostri suggerimenti e le vostre scoperte all’indirizzo e-mail cecilia.paesante@gmail.com oppure su Instagram (cecilia_paesante) o Facebook (Cecilia Paesante).

    Soulshine - 09-12-2025

  • PlayStop

    Fuori registro di martedì 09/12/2025

    Voci tra i banchi di scuola. A cura di Lara Pipitone e Chiara Pappalardo

    Fuori registro - 09-12-2025

  • PlayStop

    L'Orizzonte delle Venti di martedì 09/12/2025

    A fine giornata selezioniamo il fatto nazionale o internazionale che ci è sembrato più interessante e lo sviluppiamo con il contributo dei nostri ospiti e collaboratori. Un approfondimento che chiude la giornata dell'informazione di Radio Popolare e fa da ponte con il giorno successivo.

    L’Orizzonte delle Venti - 09-12-2025

  • PlayStop

    Esteri di martedì 09/12/2025

    Il giro del mondo in 24 ore. Ideato da Chawki Senouci e in onda dal 6 ottobre 2003. Ogni giorno alle 19 Chawki Senouci e Martina Stefanoni selezionano e raccontano fatti interessanti attraverso rubriche, reportage, interviste e approfondimenti. Il programma combina notizie e stacchi musicali, offrendo una panoramica variegata e coinvolgente degli eventi globali.

    Esteri - 09-12-2025

  • PlayStop

    L'Orizzonte di martedì 09/12 18:35

    L'Orizzonte è l’appuntamento serale con la redazione di Radio Popolare. Dalle 18 alle 19 i fatti dall’Italia e dal mondo, mentre accadono. Una cronaca in movimento, tra studio, corrispondenze e territorio. Senza copioni e in presa diretta. Un orizzonte che cambia, come le notizie e chi le racconta. Conducono Luigi Ambrosio e Mattia Guastafierro.

    L’Orizzonte - 09-12-2025

  • PlayStop

    Poveri ma belli di martedì 09/12/2025

    Un percorso attraverso la stratificazione sociale italiana, un viaggio nell’ascensore sociale del Belpaese, spesso rotto da anni e in attesa di manutenzione, che parte dal sottoscala con l’ambizione di arrivare al roof top con l’obiettivo dichiarato di trovare scorciatoie per entrare nelle stanze del lusso più sfrenato e dell’abbienza. Ma anche uno spazio per arricchirsi culturalmente e sfondare le porte dei salotti buoni, per sdraiarci sui loro divani e mettere i piedi sul tavolo. A cura di Alessandro Diegoli e Disma Pestalozza

    Poveri ma belli - 09-12-2025

  • PlayStop

    Il cantante degli Editors Tom Smith racconta la sua nuova avventura solista

    Di passaggio in Italia, il frontman degli Editors Tom Smith ci ha fatto visita a Radio Popolare per raccontare la nascita del suo primo album solista “There is nothing in the dark that isn’t there in the light”. Un progetto che nasce dal desiderio di fermarsi, respirare e mettersi in gioco in modo più vulnerabile e sincero. In questa intervista, Tom parla del bisogno di tornare a un suono più naturale e acustico, lontano dall’estetica elettronica del gruppo, lasciando le canzoni più vicine alla loro forma originaria. Condivide anche come sia cambiato nel tempo il suo rapporto con la musica, tra scoperte giovanili che hanno plasmato la sua identità e nuovi ascolti capaci ancora di sorprenderlo. Pur esplorando nuove strade, Tom ribadisce che non si tratta di un addio agli Editors: è solo un capitolo diverso, prima di tornare “ai suoi fratelli” sul palco e in studio.

    Clip - 09-12-2025

  • PlayStop

    Vieni con me di martedì 09/12/2025

    Vieni con me è una grande panchina sociale. Ci si siedono coloro che amano il rammendo creativo o chi si rilassa facendo giardinaggio. Quelli che ballano lo swing, i giocatori di burraco e chi va a funghi. Poi i concerti, i talk impegnati e quelli più garruli. Uno spazio radiofonico per incontrarsi nella vita. Vuoi segnalare un evento, un’iniziativa o raccontare una storia? Scrivi a vieniconme@radiopopolare.it o chiama in diretta allo 02 33 001 001 Dal lunedi al venerdì, dalle 16.00 alle 17.00 Conduzione, Giulia Strippoli Redazione, Giulia Strippoli e Claudio Agostoni La sigla di Vieni con Me è "Caosmosi" di Addict Ameba

    Vieni con me - 09-12-2025

  • PlayStop

    Volume di martedì 09/12/2025

    Gli Interpol che tornano in Italia con una nuova data estiva a Bologna, le 50 migliori canzoni del 2025 secondo Stereogum, la Casa Bianca che ha utilizza di nuovo un brano di Sabrina Carpenter per un video dell'ICE senza il permesso dell'artista. Nella seconda parte l'intervista di Cecilia a Paesante a Tom Smith, cantante degli Editors che ha da poco pubblicato il suo esordio solista

    Volume - 09-12-2025

Adesso in diretta