Approfondimenti

Lo scivolone del governo sulla benzina, l’omicidio di Keenan Anderson, le proteste in Perù e le altre notizie della giornata

Il racconto della giornata di giovedì 12 gennaio 2023 con le notizie principali del giornale radio delle 19.30. Dopo la brutta figura sulle accise, ora il governo è in confusione e cerca di evitare la serrata dei benzinai. “Un equivoco, non ce l’avevamo con voi”, la difesa. Ma lo sciopero resta confermato per il 25 e il 26 gennaio. L’Ocean Viking, ripartita da Ancona, è pronta a tornare nel Mediterraneo per una nuova missione. La procura di Padova ha aperto un’indagine sulla morte di Oussama Benrebha: l’autopsia chiarirà se c’è stato un pestaggio. Continuano le proteste in Perù.

Le promesse impossibili sulla benzina

(di Anna Bredice)

Dare la colpa dell’aumento dei prezzi alle associazioni dei benzinai si è rivelata la mossa sbagliata, perché ha scatenato la loro rabbia al punto che il 25 e il 26 gennaio chiuderanno i serbatoi e manifesteranno davanti a Montecitorio. Ora il governo cerca di correre ai ripari, non lo fa Giorgia Meloni direttamente, visto che il video di ieri si è rivelato un boomerang: più passa il tempo e maggiori sono le testimonianze di comizi in campagna elettorale dove prometteva di tagliare il costo della benzina. È stato il ministro Giorgetti nel pomeriggio a fare una timida promessa, ma che rappresenta una retromarcia: “se i prezzi aumenteranno, ha detto, il governo potrà tagliare le accise”. Promessa che serve a non perdere consensi e a scongiurare lo sciopero, sarebbe il primo con un impatto evidente, nemmeno durante la manovra di bilancio con la minaccia, poi realizzata, di togliere il reddito di cittadinanza il governo ha avuto tanto timore. Le code alle pompe di benzina, lo scontento generalizzato per i prezzi alti, il sit in davanti a Montecitorio sono rischi da evitare. Domani a Palazzo Chigi sono attese le associazioni dei benzinai per un incontro, non ci sarà Giorgia Meloni, ma Giorgetti, Urso e Mantovano. Fratelli d’Italia è sempre primo partito nei sondaggi, intorno al 30 per cento, ma negli ultimi due giorni l’aumento dei prezzi ha fatto registrare un lieve calo, e un sondaggio aggiunge che il 96 per cento delle persone sentite è contrario al ritorno delle accise sulla benzina, un dato forse scontato, infatti per questo forse la presidente del Consiglio ha cercato di gettare la colpa sui benzinai. È il primo inciampo forte del governo, ma non l’unico, in pochi mesi Meloni ha fatto dietrofront sulle trivelle, anni fa era contraria al punto da firmare il referendum, poi il Mes, dal no assoluto ora chiede modifiche per poterlo utilizzare. Ed infine, le promesse che la attendono al varco, i balneari e i tassisti, ora che si è messa in linea con Bruxelles saprà cedere alle loro richieste?

I magistrati chiedono di cambiare la riforma Cartabia

(di Massimo Alberti)

L’associazione nazionale magistrati chiede di cambiare la Riforma Cartabia della Giustizia. “Le recenti notizie impongono un ripensamento , in tempi rapidi, delle scelte del legislatore”, ha detto il presidente dell’Anm Giuseppe Santalucia. Si tratta della norma che impone per alcuni reati la querela di parte per poter essere perseguiti. Tra questi le lesioni e il sequestro. Il caso ora si è presentato a Palermo.
Giuseppe Calvaruso, il reggente del mandamento mafioso del rione di Palermo Pagliarelli, e i boss Giovanni Calvaruso e Silvestre Maniscalco non verranno processati per i reati di lesioni aggravate dal metodo mafioso e sequestro di persona. Sono indagati e sottoposti a misura cautelare in carcere per aver sequestrato e picchieto due rapinatori che non avevano chiesto il permesso del clan.
Il pm però è costretto a chiedere l’inefficacia della misura per i tre boss perché entrambi i capi d’accusa dal 31 dicembre sono procedibili solo dopo querela di parte. Anche se aggravati dal metodo mafioso. Ed è evidente che in un contesto del genere difficilmente la vittima denuncia. I tre rimarranno comunque in carcere perché destinatari di altre misure cautelari, ma la questione allarma i magistrati perché il caso si può riproporre.

L’omicidio di Keenan Anderson

A terra, con un poliziotto che gli premeva il gomito sul collo e un altro che lo ha colpito con una pistola stordente per oltre 30 secondi. Così è morto l’insegnante 31enne Keenan Anderson, cugino del fondatore del movimento Black Lives Matter.
L’ennesimo caso di violenza della polizia è avvenuto a Los Angeles lo scorso 3 gennaio. Anderson era rimasto coinvolto in un incidente stradale ma i poliziotti arrivati sul posto, invece di aiutarlo, l’hanno gettato a terra e colpito, ha denunciato la famiglia. C’è anche un video che oggi è stato pubblicato. Di vede tutta la scena, con i poliziotti che lo inseguono, lui che si siede a terra e loro che gli intimano di girasi pancia a terra. Poi lo bloccano. Usano il taser. “Aiutatemi, stanno cercando di farmi quello che hanno fatto a George Floyd”

Le indagini sulla morte di Oussama Benrebha

La procura di Padova sta indagando sulla morte di Oussama Benrebha, il 23enne tunisino annegato nel fiume Brenta, dopo un controllo di polizia. Il giovane era irregolare e nei suoi confronti c’era un decreto di espulsione. I magistrati hanno aperto un fascicolo, al momento senza indagati o ipotesi di reato. Le cause della morte saranno chiarite dall’autopsia. Il medico legale dovrà anche accertare se sul suo corpo ci sono segni di violenza, come dichiarato da alcuni amici della vittima.
Una ragazza, in particolare, ha contestato alla stampa locale le modalità di intervento della polizia. Si chiama Assia Dahhani. La giovane dice di aver ricevuto una videochiamata dai ragazzi che stavano subendo il controllo. Sostiene che i poliziotti abbiano aggredito e usato uno spray urticante su Benrebha. La sua versione è stata fortemente smentita dalla Questura che ne ha contestato le incongruenze. Secondo la polizia, Benrebha ha reagito al controllo, ferendo un agente, prima di gettarsi nel fiume. Anche lei oggi ridimensiona le sue parole, ma chiede verità per il suo amico. Vi proponiamo l’intervista ad Assia realizzata da Mattia Guastafierro. L’integrale nella trasmissione Quel che resta del giorno alle 20.

In Perù si continua a manifestare

Nuove manifestazioni contro la destituzione del presidente Castillo si sono svolte oggi in Peru. Le 17 bare delle vittime della repressione nei cortei dei giorni scorsi a Juliaca sono state fatte sfilare in città. In tutto il paese sono quasi 80 i blocchi stradali attivi: i manifestanti chiedono lo scioglimento del Congresso, la destituzione della presidente ad interim Dina Boluarte e la convocazione di nuove elezioni. Anche a Cuzco sono riprese le manifestazioni: Cristian Mariani vive e lavora in città.

La battaglia di Soledar

La guerra in Ucraina ha come epicentro, in questi giorni, Soledar. Soledar è un sobborgo di Bakmut, considerata un importante snodo strategico, ed è teatro di una battaglia che ormai si svolge casa per casa. Abitata prima della guerra da circa 10mila persone, ora conta poco meno di 600 civili: evacuarli è diventato impossibile, a causa della chiusura di tutte le possibili vie di fuga.
Il resto del paese fa i conti con i bombardamenti dal cielo, oggi per esempio è stata ripetutamente colpita la regione di Zaporizha. I danni alle infrastrutture, come hanno dichiarato oggi alle autorità di kiev rendono necessari blackout programmati, che interessano al momento 9 regioni. Sul fronte diplomatico, il presidente turco Erdogan ha detto oggi che nei prossimi giorni (venerdì e sabato) avrà colloqui telefonici con Zelensky e Putin, separatamente. Quanto alle forniture di armi occidentali al paese invaso, la Polonia ha invece annunciato l’imminente invio di carri armati a Kiev.

  • Autore articolo
    Redazione
ARTICOLI CORRELATITutti gli articoli
POTREBBE PIACERTI ANCHETutte le trasmissioni

Adesso in diretta

  • Ascolta la diretta

Ultimo giornale Radio

  • PlayStop

    Giornale Radio lunedì 01/12 19:30

    Le notizie. I protagonisti. Le opinioni. Le analisi. Tutto questo nelle tre edizioni principali del notiziario di Radio Popolare, al mattino, a metà giornata e alla sera.

    Giornale Radio - 01-12-2025

Ultimo giornale Radio in breve

  • PlayStop

    Gr in breve lunedì 01/12 18:30

    Edizione breve del notiziario di Radio Popolare. Le notizie. I protagonisti. Le opinioni. Le analisi.

    Giornale Radio in breve - 01-12-2025

Ultima Rassegna stampa

  • PlayStop

    Rassegna stampa di lunedì 01/12/2025

    La rassegna stampa di Popolare Network non si limita ad una carrellata sulle prime pagine dei principali quotidiani italiani: entra in profondità, scova notizie curiose, evidenzia punti di vista differenti e scopre strane analogie tra giornali che dovrebbero pensarla diversamente.

    Rassegna stampa - 01-12-2025

Ultimo Metroregione

  • PlayStop

    Metroregione di lunedì 01/12/2025 delle 19:47

    Metroregione è il notiziario regionale di Radio Popolare. Racconta le notizie che arrivano dal territorio della Lombardia, con particolare attenzione ai fatti che riguardano la politica locale, le lotte sindacali e le questioni che riguardano i nuovi cittadini. Da Milano agli altri capoluoghi di provincia lombardi, senza dimenticare i comuni più piccoli, da dove possono arrivare storie esemplificative dei cambiamenti della nostra società.

    Metroregione - 01-12-2025

Ultimi Podcasts

  • PlayStop

    Il Suggeritore Night Live di lunedì 01/12/2025

    Il Suggeritore Night Live, ogni lunedì dalle 21:30 alle 22:30 dall’Auditorium Demetrio Stratos, è un night talk-show con ospiti dello spettacolo dal vivo che raccontano e mostrano estratti dei loro lavori. Gli ascoltatori possono partecipare come pubblico in studio a partire dalle 21.00. E spesso, il Suggeritore NL vi propone serate speciali di stand up, slam poetry, letture di drammaturgia contemporanea, imprò teatrale. Vi aspettiamo!

    Il Suggeritore Night Live - 01-12-2025

  • PlayStop

    Jailhouse Rock di lunedì 01/12/2025

    "Jailhouse Rock", trasmissione di Radio Popolare e Popolare Network, esplora il legame tra musica e carcere. Ogni lunedì dalle 20.30 alle 21.30, a cura di Patrizio Gonnella e Susanna Marietti, il programma include storie e suoni dal mondo delle prigioni, con la partecipazione di detenuti dei carceri di Rebibbia e Bollate che realizzano un Giornale Radio dal Carcere e cover di artisti. Scopri di più su http://www.jailhouserock.it/ e https://www.facebook.com/Jailhouse-Rock-451755678297925/

    Jailhouse Rock - 01-12-2025

  • PlayStop

    L'Orizzonte delle Venti di lunedì 01/12/2025

    A fine giornata selezioniamo il fatto nazionale o internazionale che ci è sembrato più interessante e lo sviluppiamo con il contributo dei nostri ospiti e collaboratori. Un approfondimento che chiude la giornata dell'informazione di Radio Popolare e fa da ponte con il giorno successivo.

    L’Orizzonte delle Venti - 01-12-2025

  • PlayStop

    Esteri di lunedì 01/12/2025

    1) La linea della morte. A Gaza nonostante il cessate il fuoco ogni giorno i palestinesi vengono uccisi per aver oltrepassato la linea gialla. Ma nessuno sa davvero dove si trova. (Giulio Cocchini - CESVI) 2) Netanyahu chiede la grazia al presidente Herzog. Se concessa, il premier israeliano porterebbe definitivamente a termine lo smantellamento dello stato di diritto. (Meron Rapoport - +972) 3) Guerra in Ucraina, Zelensky a Parigi cerca l’appoggio europeo nel pieno dello scandalo corruzione e delle pressioni statunitensi. (Francesco Giorgini) 4) La concretezza del cambiamento climatico. I morti per le inondazioni che hanno colpito il sud est asiatico sono più di mille e la popolazione chiede ai governi azioni più efficaci. (Alice Franchi) 5) Nessun accordo in vista. Trump parla al telefono con il leader venezuelano Maduro e gli offre un ultimatum, ma intanto chiude lo spazio aereo sopra il paese. (Alfredo Somoza) 6) Germania, migliaia di persone hanno manifestato contro la fondazione della nuova formazione giovanile di Afd. (Alessandro Ricci) 7) 70 anni fa il “no” più famoso di sempre. Il primo dicembre 1955 Rosa Parks si rifiutò di cedere il posto sul bus a un bianco, gesto simbolo della lotta degli afroamericani. (Roberto Festa)

    Esteri - 01-12-2025

  • PlayStop

    “Regole a Milano” sempre più spietate: i Delta V raccontano il nuovo album

    E’ da poco uscito “In Fatti Ostili”, nuovo album della storica formazione milanese Delta V. Durante il tour promozionale del disco, Martina e Carlo sono passati a Volume per raccontarcelo e suonarci alcuni pezzi dal vivo. A legare le nuove tracce, raccontano, “è stato il senso di spaesamento” ma anche “la sensazione di vivere in un mondo sempre più ostile e rivolto unicamente a se stesso”. Nella forma di un elegante cantautorato elettronico, l’album offre una lucida fotografia della società di oggi, in cui concetti di fiducia, altruismo e speranza paiono sempre più lontani. La metafora che la band utilizza per affrontare questi temi è spesso quella della città da cui proviene: “Milano ricorda molto Dorian Grey, si specchia e si vede sempre bella e giovane ma manca sempre più di sostanza”. Ascolta l’intervista e il MiniLive dei Delta V, a cura di Dario Grande.

    Clip - 01-12-2025

  • PlayStop

    L'Orizzonte di lunedì 01/12 18:33

    L'Orizzonte è l’appuntamento serale con la redazione di Radio Popolare. Dalle 18 alle 19 i fatti dall’Italia e dal mondo, mentre accadono. Una cronaca in movimento, tra studio, corrispondenze e territorio. Senza copioni e in presa diretta. Un orizzonte che cambia, come le notizie e chi le racconta. Conducono Luigi Ambrosio e Mattia Guastafierro.

    L’Orizzonte - 01-12-2025

  • PlayStop

    Poveri ma belli di lunedì 01/12/2025

    Un percorso attraverso la stratificazione sociale italiana, un viaggio nell’ascensore sociale del Belpaese, spesso rotto da anni e in attesa di manutenzione, che parte dal sottoscala con l’ambizione di arrivare al roof top con l’obiettivo dichiarato di trovare scorciatoie per entrare nelle stanze del lusso più sfrenato e dell’abbienza. Ma anche uno spazio per arricchirsi culturalmente e sfondare le porte dei salotti buoni, per sdraiarci sui loro divani e mettere i piedi sul tavolo. A cura di Alessandro Diegoli e Disma Pestalozza

    Poveri ma belli - 01-12-2025

  • PlayStop

    Vieni con me di lunedì 01/12/2025

    Vieni con me è una grande panchina sociale. Ci si siedono coloro che amano il rammendo creativo o chi si rilassa facendo giardinaggio. Quelli che ballano lo swing, i giocatori di burraco e chi va a funghi. Poi i concerti, i talk impegnati e quelli più garruli. Uno spazio radiofonico per incontrarsi nella vita. Vuoi segnalare un evento, un’iniziativa o raccontare una storia? Scrivi a vieniconme@radiopopolare.it o chiama in diretta allo 02 33 001 001 Dal lunedi al venerdì, dalle 16.00 alle 17.00 Conduzione, Giulia Strippoli Redazione, Giulia Strippoli e Claudio Agostoni La sigla di Vieni con Me è "Caosmosi" di Addict Ameba

    Vieni con me - 01-12-2025

  • PlayStop

    Volume di lunedì 01/12/2025

    Dal lunedì al venerdì dalle 14.00 alle 16.00, Elisa Graci e Dario Grande vi accompagnano alla scoperta del suono di oggi: notizie, tendenze e storie di musica accompagnate dalle uscite discografiche più imperdibili, interviste con artisti affermati e nuove voci, mini live in studio e approfondimenti su cinema, serie TV e sottoculture emergenti. Il tutto a ritmo di giochi, curiosità e tanta interazione con il pubblico. Non fartelo raccontare, alza il Volume!

    Volume - 01-12-2025

  • PlayStop

    In Cisgiordania situazione sempre più pericolosa, anche per gli attivisti

    Dopo l'aggressione a tre attivisti italiani in un villaggio vicino a Gerico, abbiamo intervistato Elena Castellani, attivista di Assopace Palestina, una delle organizzazioni di sostegno della missione in interposizione non violenta nei territori occupati, che ci spiega qual è il lavoro dei volontari e il contesto nel quale si trovano. “Gli attivisti internazionali di interposizione non violenta – spiega Elena Castellani - aiutano i palestinesi in vari modi, come la sorveglianza notturna o diurna, l'accompagnamento dei bambini, dei pastori, per cercare di evitare le aggressioni dei coloni, che sono praticamente quotidiane: i palestinesi vengono feriti, malmenati, a volte anche uccisi e quando va meno peggio, i coloni distruggono le proprietà, le case, ammazzano gli animali. I coloni vengono fiancheggiati dai militari israeliani che, invece, di proteggere gli aggrediti difendono i coloni, cioè gli aggressori”. L'intervista di Alessandro Principe.

    Clip - 01-12-2025

  • PlayStop

    La Fura dels Baus a Milano con un Amleto contemporaneo che lotta per l'ambiente

    La Fura dels Baus, celebre compagnia catalana, torna a Milano, alla Fabbrica del Vapore con la sua nuova creazione immersiva “SONS: SER O NO SER”, ispirata all’Amleto di William Shakespeare. L’opera sarà in scena fino al 14 dicembre 2025 in un allestimento site-specific che trasformerà completamente gli spazi della Fabbrica del Vapore, offrendo al pubblico un’esperienza sensoriale e coinvolgente fuori dagli schemi, che attraversa temi contemporanei, dall'ambiente ai conflitti. Lo ha spiegato Carlus Padrissa, direttore artistico della Fura dels Baus.

    Clip - 01-12-2025

Adesso in diretta