Approfondimenti

L’Iraq del Califfo al Baghdadi

L’Iraq è dilaniato dalle divisioni etniche e confessionali. Un terzo del territorio dello Stato è occupato dal sedicente Califfato di Al Baghdadi. La seconda città Mosul è dal giugno 2014 nelle mani dell’organizzazione jihadista, dopo che l’esercito l’aveva abbandonata in modo disorganizzato, lasciando indietro caserme piene di armi e munizioni.

I piani per la riconquista di Mosul sono tutti naufragati nel nulla. L’unica froza che si è spesa per il contenimento delle offensive jihadiste sono stati i peshmerqa curdi, che si sono battuti per la riconquista di diverse località nella provincia, in particolar modo la città degli Yazidi, Sinjar. In questa loro resistenza, i guerriglieri curdi sono armati ed addestrati da diverse unità della coalizione internazionale occidentale, italiani, tedeschi e canadesi, oltre agli onnipresenti statunitensi. A destare polemiche invece è stata la presenza di reparti turchi che si sono spinti fino alla città di Bieshiqa, nella provincia irachena di Ninive. Presenza contestata dal governo di Baghdad che accusa Ankara di mire espansionistiche ed egemoniche sulla zona petrolifera con il pretesto di difendere la minoranza turcomanna. E queste lacerazioni fanno il gioco dell’organizzazione cosiddetta Stato Islamico, che sfrutta le contraddizioni con una strategia e tattiche militari non occasionali, ma ben pianificate.

Nel giorno in cui il Consiglio di sicurezza discute della protesta del governo di Baghdad contro la presenza di truppe turche sul suolo iracheno, Daesh sferra una dura offensiva contro i guerriglieri curdi a Rawwala, a sud est di Mosul, la seconda città irachena caduta nelle mani del sedicente califfato un anno e mezzo fa. All’alba di venerdì 18 dicembre, gruppi di miliziani jihadisti hanno attaccato con armi leggere e artiglieria mobile, sfondando le prime linee con attacchi cìkamikaze all’autobomba. Le fonti curde parlano di ingenti perdite tra gli assalitori, almeno 40 miliziani, e di 5 feriti nelle proprie file. A sostegno dei Pashmerga curdi è intervenuta l’aviazione della Coalizione a guida Statunitense.

L’attacco degli jihadisti nella zona è iniziato mercoledì ed è avvenuto su diverse località della provincia di Mosul ed è il primo su così vasta scala negli ultimi cinque mesi. Una delle postazioni colpite è una base gestita dall’esercito turco a Bieshiqa, per addestrare i guerriglieri curdi.

L’organizzazione cosiddetta Stato Islamico sfrutta le contraddizioni nella politica irachena, di divisioni etniche e confessionali, per mantenere il proprio controllo su vasti territori dell’Iraq. Questa offensiva è stata così forte che i Peshmerga curdi hanno chiesto l’intervento delle forze speciali internazionali presenti in zona, con compiti di addestramento. Un comunicato del ministro della difesa canadese conferma la partecipazione delle truppe speciali canadesi nella difesa delle postazioni curde.

Il comunciato canadese entra nei dettagli delle operazioni: “Per quanto riguarda l’operazione sul terreno, le forze speciali canadesi hanno diretto i bombardamenti sulle postazioni di Daesh e grazie all’uso di tiratori scelti hanno colpito obiettivi mirati per rallentare l’offensiva, permettendo ai Peshmerga di respingere le ondate di attacchi, che sembra siano state condotte da diverse centinaia di miliziani. Nell’azione sono stati coinvolti anche diversi veicoli imbottiti di esplosivo. L’obiettivo era farli detonare per indebolire le linee curde, permettendo così ai miliziani sul terreno di avanzare più agilmente. I piani degli jihadisti, però, sono sfumati, in quanto i mezzi sono stati distrutti prima che raggiungessero gli obiettivi”.

La situazione militare nella zona di Mosul, quindi, si presenta complicata per l’assenza di una pianificazione militare unitaria delle forze governative, sia per la condotta settaria dei vertici militari prevalentemente sciiti, sostenuti da milizie sciite che hanno compiuto nelle zone sunnite liberate atrocità non meno odiose di quelle messe a segno dai criminali jihadisti. Non è da sottovalutare neanche la condotta dilatoria e attendista nei confronto delle formazioni militari dell’autonomia curda, che vengono accusate dal governo centrali di ingerenza nelle zone fuori dai territori del Kurdistan iracheno, con l’obiettivo di allargarne i confini alle città contese, come Kirkuk. La polemica con la Turchia rispecchia questi timori del governo guidato da Al Abbadi.

Ma l’azione militare governativa irachena si scontra con una dura realtà confessionale anche nella provincia meridionale di Al Anbar, a maggiornaza sunnita e dove imperversa l’organizzazione jihadista Daesh, che controlla il capoluogo, Ramadi e la famosa città di Fallouja, che aveva dato filo da torcere all’occupazione militare americana nei primi anni dell’invasione di Bush.

Anche in questa provincia e malgrado la partecipazione di formazioni di miliziani sunniti nella lotta contro Daesh, la strategia governativa che si è affidata a consulenti iraniani ed è affiancata da formazioni di miliziani sciiti, non riesce a vincere la battaglia, malgrado i ripetuti annunci da parte del governo sull’avvicinarsi della data della liberazione di Ramadi. Le truppe governative sono inchiodate nelle loro posizione ad est del fiume e le loro incursioni sono continuamente respinte dai miliziani daishisti con la tattica delle terrorizzanti autobombe guidate da uomini suicidi.

La mancanza di collegamento tra la coalizione internazionale e l’esercito iracheno ha portato, inoltre, all’uccisione ieri di 20 soldati di Baghdad ed il ferimento di almeno altri 37 nei pressi di Fallouja, colpiti dal fuoco amico dell’aviazione statunitense. Secondo un comunicato dell’esercito iracheno, “l’aviazione internazionale ha colpito in due raid le postazioni dei daeshisti, operazione che ha permesso alle truppe dell’esercito di avanzare e scontrarsi da posizioni ravvicinate con le linee nemiche. In questo frangente, il terzo raid ha colpito per errore le nostre unità”. Il portavoce della Coalizione guidata dagli USA ha annunciato l’apertura di un’inchiesta militare sul caso. Nella città di Fallouja, secondo fonti mediche, due donne, sei uomini e tre bambini sono morti sotto le macerie delle loro case durante un bombardamento dei caccia statunitensi.

  • Autore articolo
    Farid Adly
ARTICOLI CORRELATITutti gli articoli
POTREBBE PIACERTI ANCHETutte le trasmissioni

Adesso in diretta

  • Ascolta la diretta

Ultimo giornale Radio

  • PlayStop

    Giornale Radio giovedì 20/11 07:30

    Le notizie. I protagonisti. Le opinioni. Le analisi. Tutto questo nelle tre edizioni principali del notiziario di Radio Popolare, al mattino, a metà giornata e alla sera.

    Giornale Radio - 20-11-2025

Ultimo giornale Radio in breve

  • PlayStop

    Gr in breve giovedì 20/11 10:32

    Edizione breve del notiziario di Radio Popolare. Le notizie. I protagonisti. Le opinioni. Le analisi.

    Giornale Radio in breve - 20-11-2025

Ultima Rassegna stampa

  • PlayStop

    Rassegna stampa di giovedì 20/11/2025

    La rassegna stampa di Popolare Network non si limita ad una carrellata sulle prime pagine dei principali quotidiani italiani: entra in profondità, scova notizie curiose, evidenzia punti di vista differenti e scopre strane analogie tra giornali che dovrebbero pensarla diversamente.

    Rassegna stampa - 20-11-2025

Ultimo Metroregione

  • PlayStop

    Metroregione di giovedì 20/11/2025 delle 07:15

    Metroregione è il notiziario regionale di Radio Popolare. Racconta le notizie che arrivano dal territorio della Lombardia, con particolare attenzione ai fatti che riguardano la politica locale, le lotte sindacali e le questioni che riguardano i nuovi cittadini. Da Milano agli altri capoluoghi di provincia lombardi, senza dimenticare i comuni più piccoli, da dove possono arrivare storie esemplificative dei cambiamenti della nostra società.

    Metroregione - 20-11-2025

Ultimi Podcasts

  • PlayStop

    Pubblica di giovedì 20/11/2025

    Tre anni di Chat Gpt. Il 30 novembre 2022 la società californiana Open AI metteva a disposizione degli utenti, gratuitamente, il primo software di intelligenza artificiale (IA). A distanza di tre anni c’è una bolla speculativa, generata dagli investimenti multi-miliardari nell’IA, che rischia di scoppiare su Wall Street. Non è escluso, però, che si sgonfi lentamente, senza provocare grossi danni. Un’ipotesi che i capi di Big Tech (le grandi società tecnologiche da Apple a Microsoft, da Google a Amazon, a Meta e a diverse altre) sembrano escludere, preferendo messaggi allarmistici. Sundar Pichai, amministratore delegato di Google-Alphabet qualche giorno fa ha detto: se scoppiasse una bolla nel settore dell'IA «nessuna azienda ne sarebbe immune, inclusi noi». Pubblica ha ospitato il giornalista e saggista Michele Mezza e la filosofa della scienza Teresa Numerico.

    Pubblica - 20-11-2025

  • PlayStop

    Medicina: ricorso collettivo contro la ministra Bernini

    Al via le prove sulle tre materie del semestre filtro (chimia, fisica e biologia) per tutti i pre-iscritti a Medicina e Chirurgia, Odontoiatria e Veterinaria, poi per tutti quelli che avranno passato i tre testi (scritti a risposta multipla) andranno in una graduatoria dove poi verranno ammessi a numero chiuso (per le università private e telematiche invece è rimasto lo sbarramento del test d’entrata). “Era difficile fare peggio del numero chiuso, ma la ministra c’è riuscita. Il numero chiuso spostato da settembre a gennaio è una ingiustizia in più e un favore ai privati”. Alessandro Bruscella, Coordinatore nazionale Unione degli Universitari, presenta il ricorso collettivo che da oggi verrà annunciato sotto il ministero con una manifestazione con Rete degli Studenti e altre organizzazioni. “Ci vuole un investimento strutturale, corsi di accesso aperti e poi specializzazioni anche a numero chiuso. Invece ci sono tagli ovunque”. Ascolta l'intervista di Claudio Jampaglia e Cinzia Poli ad Alessandro Bruscella.

    Clip - 20-11-2025

  • PlayStop

    A come Atlante di giovedì 20/11/2025

    Trasmissione trisettimanale, il lunedì dedicata all’America Latina con Chawki Senouci, il mercoledì all’Asia con Diana Santini, il giovedì all’Africa con Sara Milanese.

    A come Atlante – Geopolitica e materie prime - 20-11-2025

  • PlayStop

    Note dell’autore di giovedì 20/11/2025

    Un appuntamento quasi quotidiano, sintetico e significativo con un autore, al microfono delle voci di Radio Popolare. Note dell’autore è letteratura, saggistica, poesia, drammaturgia e molto altro. Il tutto nel tempo di un caffè!

    Note dell’autore - 20-11-2025

  • PlayStop

    Tutto scorre di giovedì 20/11/2025

    Sguardi, opinioni, vite, dialoghi al microfono. Condotta da Massimo Bacchetta, in redazione Luisa Nannipieri.

    Tutto scorre - 20-11-2025

  • PlayStop

    Presto Presto - Interviste e Analisi di giovedì 20/11/2025

    Flavia Perina, Editorialista de La Stampa, ricostruisce per noi gli ultimi sviluppi dello scontro tra Fratelli d'Italia e il Quirinale; da chi arriva la mail, chi ha manipolato, perché l'attacco al Colle? Boomerang o inizio di campagna elettorale. Sandra Zampa, Senatrice PD, amica del consigliere Garofani denuncia il clima che questo caso alimenta: complotto, sfiducia, attacco alla figura istituzionale più riconosciuta dagli italiani. Alessandro Bruscella, Coordinatore nazionale dell'Unione degli Universitari, ci racconta il perché del ricorso collettivo contro il semestre filtro per Medicina e Chirurgia, Odontoiatria e Veterinaria, che di fatto ha spostato la barriera all'entrata di qualche mese, aggravando costi e tempi di indecisione, oltre che favorendo le università privata che sono escluse dal provvedimento. Paolo Limonta, Presidente CIAI, Centro italiano aiuti infanzia, e maestro in pensione, nella Giornata internazionale dei diritti dell'infanzia ci spiega quanto Milano abbia da fare sulla povertà assoluta, educativa, alimentare... tra sfratti, opportunità negate e un'attenzione pubblica molto distratta sul tema bambini e bambine.

    Presto Presto – Interviste e analisi - 20-11-2025

  • PlayStop

    Rassegna stampa internazionale di giovedì 20/11/2025

    Notizie, opinioni, punti di vista tratti da un'ampia gamma di fonti - stampa cartacea, social media, Rete, radio e televisioni - per informarvi sui principali avvenimenti internazionali e su tutto quanto resta fuori dagli spazi informativi più consueti. Particolare attenzione ai temi delle libertà e dei diritti.

    Esteri – La rassegna stampa internazionale - 20-11-2025

  • PlayStop

    Presto Presto - Lo stretto indispensabile di giovedì 20/11/2025

    Il kit di informazioni essenziali per potere affrontare la giornata (secondo noi).

    Presto Presto – Lo stretto indispensabile - 20-11-2025

  • PlayStop

    Presto Presto - Giornali e commenti di giovedì 20/11/2025

    La mattina inizia con le segnalazioni dai quotidiani e altri media, tra prime pagine, segnalazioni, musica, meteo e qualche sorpresa.

    Presto Presto – Giornali e commenti - 20-11-2025

Adesso in diretta