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Gli Ardecore cantano la Roma del Belli: sono i nostri artisti della settimana

Ardecore 996

Ardecore – 996: è uscito da pochi giorni il secondo volume di un lavoro affascinante e meticoloso che ci riporta una band che a Radio Popolare amiamo fin dal suo esordio, gli Ardecore (pagina Facebook ufficiale), impegnati a fare quello che meglio gli riesce, celebrare Roma, la sua storia, la sua cultura popolare, il suo dialetto e il suo spirito unico.

Era il 2005 quando ci siamo innamorati di un disco intitolato Ardecore: un gioco di parole efficace a dare il nome sia al gruppo che alla prima raccolta di canzoni, in equilibrio tra l’inglese hardcore e l’idea di un cuore che arde, che brucia, per amore ma non solo. La band era nata quasi per caso, da un tour che vedeva impegnati gli americani Karate, guidati dal chitarrista Geoff Farina, con gli italiani Zu e gli altrettanto italiani Blind Loving Power, con alla voce Giampaolo Felici.

Da quell’esperienza nacque la voglia di unirsi per celebrare una tradizione popolare, caratterizzata da testi spesso cupi e violenti, storie di amori dannati, delitti e carceri. Accompagnate da una musica in equilibrio tra rock e canzone popolare. Il risultato fu eccellente e la band continuò nella sua strada, pubblicando negli anni successivi altri tre dischi.

Dopo sei anni di inattività discografica, gli Ardecore di Giampaolo Felici, architetto dei progetti del gruppo, sono tornati con un lavoro ambizioso, che riparte dalla passione per le storie di una Roma spesso dimenticata, grazie alla scelta di dedicarsi all’opera del poeta Giuseppe Gioachino Belli, vissuto tra il 1791 e il 1863, tra gli autori più rappresentativi della letteratura romana, che con una vastissima produzione di oltre 2000 componimenti ha contribuito in modo cruciale alla definizione di quel dialetto che chiamiamo “romanesco”.

ardecore 996“996 – LE CANZONI DI G.G. BELLI” è stato pubblicato in due volumi, il primo a giugno 2022, il secondo in questi giorni: si tratta dunque di un doppio album, distribuito da La Tempesta Dischi sulle piattaforme digitali, e un libro, edito da Squilibri, che rappresenta l’unico supporto fisico dell’intero lavoro. Infatti dal libro, tramite un QR Code, si può accedere all’ascolto e al download dei due dischi; inoltre contiene i testi, con note autografe del Belli, le nuove partiture di tutti i sonetti musicati, le illustrazioni originali realizzate da alcuni disegnatori di fama nazionale e internazionale e la prefazione di Marcello Teodonio, il più autorevole studioso dell’opera Belliana e presidente del centro studi ‘G.G. Belli’.

Musicalmente, chi ha amato gli Ardecore fin dalla loro prima prova discografica si troverà immediatamente a casa. Si viene piacevolmente trascinati dalla voce di Felici, cupa ed espressiva, perfetta per narrare storie nere, ironiche, a volte drammatiche, a volte divertenti, a volte entrambe le cose. Felici nella composizione musicale è stato affiancato da Adriano Viterbini (I Hate My Village, Bud Spencer Blues Explosion) e da Gianluca Ferrante (Kore), mentre tra i musicisti che hanno partecipato alle registrazioni troviamo anche Jacopo Battaglia (Zu, Bloody Beetroots), Giulio Favero (Teatro Degli Orrori), Massimo Pupillo (Zu), Geoff Farina (Karate), Ludovica Valori (Nuove Tribù Zulu), Marco Di Gasbarro (Squartet) e la partecipazione di Davide Toffolo (Tre Allegri Ragazzi Morti) nei brani “Er cimiterio de la morte” e “Campa e llassa campà”, contenuti nel Volume 1.

Con 996, in entrambi i suoi volumi, gli Ardecore sono gli artisti di questa settimana su Radio Popolare: per sette giorni ne ascolteremo le canzoni, per poi dedicare loro uno speciale che andrà in onda domenica 23 ottobre, dalle 18.30 alle 19. Intanto, qui sotto, trovate il video di “Er cimiterio de la morte”, con la partecipazione di Davide Toffolo.

 

 

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  • Autore articolo
    Niccolò Vecchia
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    L’Europa e il bellicismo crescente delle sue classi dirigenti. L’ultimo caso, quello dell’ammiraglio Giuseppe Cavo Dragone e la postura aggressiva che dovrebbe tenere la Nato. Cosa possono fare il pensiero e la cultura della pace per contrastare l’escalation bellicista e la normalizzazione della violenza? Le risposte possono non essere quelle consuete, soprattutto perché in Occidente stiamo assistendo ad un cambio delle coordinate geopolitiche costruite negli ultimi ottant’anni. Un esempio. Il settimanale «The Economist» ha scritto nella sua rubrica di geopolitica «The Telegram» apparsa oggi sulle pagine online: «In Europa le preoccupazioni per l’inaffidabilità dell’America sotto Donald Trump stanno lasciando il posto a un timore più grande: che, pur presentandosi come il campione della civiltà occidentale, egli consideri ormai le democrazie occidentali reali come avversarie. “Nella Washington di oggi” - scrive il nostro editorialista di The Telegram - l’Europa “è spesso descritta con maggiore disprezzo rispetto alla Cina o alla Russia”. Pubblica oggi ha ospitato Donatella Della Porta, scienziata della politica, e Agostino Giovagnoli, storico.

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    Nell'ultima puntata di 37e2 abbiamo letto la lettera di una persona che ha lavorato come in un Cpr, Centro di permanenza per il rimpatrio, e che con molta amarezza ha deciso di abbandonare il lavoro. La lettera ci è arrivata attraverso la Rete Mai più lager - No ai Cpr con cui siamo in contatto per raccontarvi cosa accade nei Cpr.

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