Approfondimenti

Francia: l’estate del burkini vietato

Le tensioni di un paese che nell’ultimo anno e mezzo ha subito tre sanguinosi attentati si concentrano questa estate su di un oggetto: il burkini, il costume da bagno creato per le donne musulmane (che lo vogliono indossare), che copre l’intero corpo a parte il viso, le mani e i piedi ed è così leggero da permettere di nuotare.

Suo malgrado, il burkini (la parola nasce dall’unione dei sostantivi burqa e bikini, ed è stata registrata) è diventato un simbolo che, secondo alcuni amministratori locali, è meglio non ostentare perché può provocare problemi di ordine pubblico.

Il divieto di Nizza

Almeno questa è stata la motivazione con cui il sindaco di Cannes David Lisnard, amico e collaboratore dell’ex presidente Nicolas Sarkozy, ha firmato nello scorso luglio un’ordinanza che lo vietava sulle spiagge della località della Costa Azzura, pena un’ammenda di 38 euro.

Quello che ha fatto più scalpore e che dato vita al dibattito burkini sì- burkini no, sono state le dichiarazioni fatte da Lisnard in una intervista a un quotidiano: “E’un’uniforme simbolo dell’estremismo islamico” l’ha bollato il primo cittadino di Cannes, richiamando ancora una volta in campo i valori di laicità della Repubblica.

L’ordinanza di divieto è stata poi adottata da un altro sindaco di un cittadina dello stesso dipartimento. Lionnel Luca, anche lui del partito di Sarkozy, ha vietato l’accesso alla spiaggia a “tutte le persone che non hanno una tenuta corretta, rispettosa del buon costume e del principio di laicità, attenta alle regole di igiene e alla sicurezza dei bagnanti”. Ovvero a chi indossa il burkini.

I fatti della Corsica

E’invece socialista Ange-Pierre Vivoni, il prio cittadino di Sisco, un piccolo centro alle porte di Bastia, in Corsica. Al termine di un consiglio comunale convocato d’emergenza, domenica sera, nel giorno di Ferragosto ha emesso anche lui l’ordinanza di divieto.

Non è una questione di razzismo, voglio solo difendere la sicurezza dei cittadini” – ha dichiarato. Vivoni ha vietato il burkini dopo che sulla spiaggia del paese c’erano stati dei veri e proprio scontri tra giovani locali e un gruppo di famiglie maghrebine.

Non è ancora chiara la dinamica. Si sa che dei turisti avevano fatto delle foto alle ragazze in burkini, ma che i famigliari avevano chiesto di non farle. Poi, un gruppo di giovani locali si era avvicinato e a sua volta aveva scattato delle fotografie. A quel punto sarebbe partito un lancio di bottiglie nei loro confronti e un primo corpo a corpo.

Una quarantina di adulti del paese, venuti a sapere della situazione, si sarebbero recati sulla spiaggia per difendere gli adolescenti.  La rissa sarebbe andata avanti per un bel pò, con feriti da entrambi le parti.

Tornata la calma sulla spiaggia, la tensione non è però scemata a Sisco, tanto che, qualche ora dopo, un altro gruppo di 200 uomini, al grido “Questa è casa nostra” , si è messo in marcia verso la vicina località di Lupino, dove era ritenuto che si  trovassero le famiglie maghrebine.  Sono stati fermati da un cordone di polizia che ha inpedito loro di andare avanti.

Dopo i fatti di domenica, il sindaco ha così vietato il burkini in spiaggia, pur sapendo molto bene che in realtà l’indumento c’entrava ben poco con tutto quello che era successo. Vivoni ha lanciato un appello alla calma, ma è evidente che la tensione tra i corsi è molto alta.

Il dibattito in Francia

Il Francia ora s’interroga sul significato di questi divieti e di questi fatti. Nel 2010 è stato il primo Paese in Europa a imporre il divieto di indossare il velo integrale nei luoghi pubblici e nel 2014 la Corte europea dei diritti umani aveva stabilito che la discussa legge francese non violava il diritto alla libertà di religione nè quello al rispetto della vita privata.

Però che cosa c’entra il burkini con la sicurezza? E con l’ostentazione di un simbolo religioso in pubblico? E poi, non va neppure contro lo spirito della legge del 2010, voluta dall’allora presidente Sarkozy.

Quella legge era nata per vietare il burqa e il niqab (il velo che lascia scoperto solo gli occhi).  “Vivere la République a visto scoperto: è una questione di dignità e di uguaglianza. È una questione di rispetto dei nostri principi repubblicani”, disse all’epoca  l’allora ministro della giustizia Michelle Alliot-Marie.  Il burkini, il viso lo lascia completamente scoperto.

E’ uno strumento per fare proselitismo a favore dei fondamentalisti islamici? Dopo il divieto di Nizza, la Bbc ha intervistato alcune donne musulmane che lo indossavano per andare al mare: tutte si sono dette sorprese di una decisione come quella. Che c’entra il burkini con l’Is?

Il quotidiano Liberation ha ricordato le foto di Amédy Coulibaly,  il complice dei fratelli Kouachi, gli autori della strage di Charlie Hebdo, l’uomo della presa d’ostaggi al supermercato kosher di Parigi, nelle quali si vedeva lui e la sua fidanzata su di una spiaggia. Lei era in bikini.

Comunque sia, il burkini è ormai diventato un simbolo. Dell’attuale momento della Francia. Pieno di paure.

  • Autore articolo
    Redazione
ARTICOLI CORRELATITutti gli articoli
POTREBBE PIACERTI ANCHETutte le trasmissioni

Adesso in diretta

  • Ascolta la diretta

Ultimo giornale Radio

  • PlayStop

    Giornale Radio lunedì 22/12 19:30

    Le notizie. I protagonisti. Le opinioni. Le analisi. Tutto questo nelle tre edizioni principali del notiziario di Radio Popolare, al mattino, a metà giornata e alla sera.

    Giornale Radio - 22-12-2025

Ultimo giornale Radio in breve

  • PlayStop

    Gr in breve lunedì 22/12 18:31

    Edizione breve del notiziario di Radio Popolare. Le notizie. I protagonisti. Le opinioni. Le analisi.

    Giornale Radio in breve - 22-12-2025

Ultima Rassegna stampa

  • PlayStop

    Rassegna stampa di lunedì 22/12/2025

    La rassegna stampa di Popolare Network non si limita ad una carrellata sulle prime pagine dei principali quotidiani italiani: entra in profondità, scova notizie curiose, evidenzia punti di vista differenti e scopre strane analogie tra giornali che dovrebbero pensarla diversamente.

    Rassegna stampa - 22-12-2025

Ultimo Metroregione

  • PlayStop

    Metroregione di lunedì 22/12/2025 delle 19:48

    Metroregione è il notiziario regionale di Radio Popolare. Racconta le notizie che arrivano dal territorio della Lombardia, con particolare attenzione ai fatti che riguardano la politica locale, le lotte sindacali e le questioni che riguardano i nuovi cittadini. Da Milano agli altri capoluoghi di provincia lombardi, senza dimenticare i comuni più piccoli, da dove possono arrivare storie esemplificative dei cambiamenti della nostra società.

    Metroregione - 22-12-2025

Ultimi Podcasts

  • PlayStop

    Il Suggeritore Night Live di lunedì 22/12/2025

    Il Suggeritore Night Live, ogni lunedì dalle 21:30 alle 22:30 dall’Auditorium Demetrio Stratos, è un night talk-show con ospiti dello spettacolo dal vivo che raccontano e mostrano estratti dei loro lavori. Gli ascoltatori possono partecipare come pubblico in studio a partire dalle 21.00. E spesso, il Suggeritore NL vi propone serate speciali di stand up, slam poetry, letture di drammaturgia contemporanea, imprò teatrale. Vi aspettiamo!

    Il Suggeritore Night Live - 22-12-2025

  • PlayStop

    Jailhouse Rock di lunedì 22/12/2025

    "Jailhouse Rock", trasmissione di Radio Popolare e Popolare Network, esplora il legame tra musica e carcere. Ogni lunedì dalle 20.30 alle 21.30, a cura di Patrizio Gonnella e Susanna Marietti, il programma include storie e suoni dal mondo delle prigioni, con la partecipazione di detenuti dei carceri di Rebibbia e Bollate che realizzano un Giornale Radio dal Carcere e cover di artisti. Scopri di più su http://www.jailhouserock.it/ e https://www.facebook.com/Jailhouse-Rock-451755678297925/

    Jailhouse Rock - 22-12-2025

  • PlayStop

    Popsera di lunedì 22/12/2025

    Popsera è lo spazio che dedicheremo all'informazione nella prima serata. Si comincia alle 18.30 con le notizie nazionali e internazionali, per poi dare la linea alle 19.30 al giornale radio. Popsera riprende con il Microfono aperto, per concludersi alle 20.30. Ogni settimana in onda un giornalista della nostra redazione.

    Popsera - 22-12-2025

  • PlayStop

    Poveri ma belli di lunedì 22/12/2025

    Un percorso attraverso la stratificazione sociale italiana, un viaggio nell’ascensore sociale del Belpaese, spesso rotto da anni e in attesa di manutenzione, che parte dal sottoscala con l’ambizione di arrivare al roof top con l’obiettivo dichiarato di trovare scorciatoie per entrare nelle stanze del lusso più sfrenato e dell’abbienza. Ma anche uno spazio per arricchirsi culturalmente e sfondare le porte dei salotti buoni, per sdraiarci sui loro divani e mettere i piedi sul tavolo. A cura di Alessandro Diegoli e Disma Pestalozza

    Poveri ma belli - 22-12-2025

  • PlayStop

    Vieni con me di lunedì 22/12/2025

    Vieni con me è una grande panchina sociale. Ci si siedono coloro che amano il rammendo creativo o chi si rilassa facendo giardinaggio. Quelli che ballano lo swing, i giocatori di burraco e chi va a funghi. Poi i concerti, i talk impegnati e quelli più garruli. Uno spazio radiofonico per incontrarsi nella vita. Vuoi segnalare un evento, un’iniziativa o raccontare una storia? Scrivi a vieniconme@radiopopolare.it o chiama in diretta allo 02 33 001 001 Dal lunedi al venerdì, dalle 16.00 alle 17.00 Conduzione, Giulia Strippoli Redazione, Giulia Strippoli e Claudio Agostoni La sigla di Vieni con Me è "Caosmosi" di Addict Ameba

    Vieni con me - 22-12-2025

  • PlayStop

    Gli speciali di lunedì 22/12/2025 - ore 15:35

    I reportage e le inchieste di Radio Popolare Il lavoro degli inviati, corrispondenti e redattori di Radio Popolare e Popolare Network sulla società, la politica, gli avvenimenti internazionali, la cultura, la musica.

    Gli speciali - 22-12-2025

  • PlayStop

    Musica leggerissima di lunedì 22/12/2025

    a cura di Davide Facchini. Per le playlist: https://www.facebook.com/groups/406723886036915

    Musica leggerissima - 22-12-2025

  • PlayStop

    È nato il comitato della società civile per il No al referendum sulla riforma della giustizia

    Società Civile per il No. È nato il comitato, promosso da vari esponenti della società civile, da sindacati, associazioni e realtà democratiche, che sostiene le ragioni del No al referendum costituzionale sulla riforma della Giustizia del Guardasigilli Carlo Nordio. Presieduto da Giovanni Bachelet, il comitato ha nel direttivo nomi importanti come il segretario della Cgil Maurizio Landini, la presidente di Libertà e Giustizia Daniela Padoan e l’ex ministra Rosy Bindi. I principali punti del comitato vertono sul fatto che una magistratura autonoma, indipendente, che non guarda in faccia a nessuno sia una cosa che conviene ai cittadini. Il prossimo 10 gennaio a Roma si terrà la prima assemblea generale, per la partenza della campagna referendaria, che vedrà la nascita di comitati territoriali in tutta Italia per lanciare una campagna informativa sulle ragioni del No. “Riteniamo che sia una battaglia per evitare che venga minato un principio fondamentale della nostra democrazia”, ha detto Rosy Bindi, che fa parte del direttivo del comitato, nella nostra trasmissione Radio Sveglia. L'intervista di Alessandro Braga.

    Clip - 22-12-2025

  • PlayStop

    Considera l’armadillo di lunedì 22/12/2025

    Noi e altri animali È la trasmissione che da settembre del 2014 si interroga su i mille intrecci di una coabitazione sul pianeta attraverso letteratura, musica, scienza, costume, linguaggio, arte e storia. Ogni giorno con l’ospite di turno si approfondisce un argomento e si amplia il Bestiario che stiamo compilando. In onda da lunedì a venerdì dalle 12.45 alle 13.15. A cura di Cecilia Di Lieto.

    Considera l’armadillo - 22-12-2025

Adesso in diretta