Approfondimenti

“Con gli occhi rivolti al cielo” di Zora Neale Hurston

La copertina di "Con gli occhi rivolti al cielo"

Zora Neale Hurston
Con gli occhi rivolti al cielo

Traduzione di Ariana Bottini
Bompiani, 1998
191 pagine

Protagonista di questo magistrale romanzo dell’autrice di colore Zora Neale Hurston, pubblicato per la prima volta nel 1937, è Janie, che quattordicenne cede, con un primo bacio dato quasi a caso, ai primi impulsi sessuali. Quelli sì, prepotenti, a prescindere da chi sia il destinatario. Scoperta dalla nonna, allarmata da quanto si prefigura dati i precedenti in famiglia, da lei viene data subito in sposa a un contadino, un vedovo rozzo e repellente, che mira solo a piegare quella schienadritta sui solchi dell’appezzamento e a sottomettere quella ragazzina viziata.

…l’uomo bianco butta via il fardello e dice all’uomo negro di raccoglierlo. L’uomo negro lo raccoglie, ma mica se lo tiene. Lo passa alle sue donne. La donna negra è il mulo del mondo, da quello che ho visto. E io ho pregato che per te fosse diverso” spiega la nonna alla nipote disperata. E in quelle parole è concentrata tutta la sua esperienza. Di nata schiava, messa incinta dal padrone, che ha visto la figlia avere a sua volta una bimba da non si sa chi, fuggire di casa per poi perderne le tracce. Ora non pensa che alla protezione di sua nipote Janie, un marito, crede, la sola salvezza in un mondo di maschi profittatori, e la invita a sopportare.

A dividere le due diverse generazioni l’idea dell’amore, una fola per la vecchia, richiamo irresistibile per la più giovane. La piccola aveva goduto un’infanzia felice, quando una famiglia di bianchi progressisti, cui la nonna dopo la fuga era andata a servizio, l’aveva allevata senza discriminazioni in mezzo agli altri loro bambini. Tocco narrativo indimenticabile: soltanto a sei anni Janie si accorge per la prima volta di essere nera, succede attraverso una fotografia di gruppo, quando chiede indicando la propria immagine: chi è questa? Non la conosco.

Il seme della ribellione è cresciuto da allora dentro di lei. Ancora ragazzina, una gran massa di capelli fascinosi, fugge dal marito campagnolo assieme a un tale pieno di progetti e con un mazzo di dollari in tasca che intende far fruttare. Cosa che gli riuscirà non appena raggiungono la città dei neri appena sorta, delle cui nascita si stava favoleggiando. Ahimè poche case deludenti sparse in un terreno senza strade, senza illuminazione. Jody, questo il nome dell’uomo, non si scoraggia e si rimbocca le maniche: crea un emporio, un ufficio postale (mai visto un ufficio postale gestito da uno di colore!), e in breve riesce a diventare sindaco di quel tentativo di città. La festa per l’accensione del primo e per il momento unico lampione del posto sarà memorabile.

Non aveva mai letto libri”, Janie “e dunque non sapeva di essere l’universo concentrato in una goccia”. Ma sa quanto basta per sentire come sopruso l’impulso di questo suo secondo marito a sottometterla. Per anni decide di non reagire e sceglie il silenzio. “Janie era il solco lasciato da un carro: tanto viva sotto, ma schiacciata dalle ruote”. Lui ne è geloso, quel corpo snello e quella chioma attirano gli sguardi maschili, e se lei risponde ai suoi rimbrotti, lui si incattivisce: “Bisogna pure che qualcuno pensi anche per le donne, i bambini, i polli e le vacche. Perdio, da soli non ne sono capaci”. Alla fine una malattia se lo prende e lo porta via. Sono passati vent’anni e ora Janie, si ritrova ricca e sempre avvenente: gli spasimanti fanno la fila per impalmarla.

Zora Neale Huston, autrice oltre che di romanzi anche di splendidi racconti, ha studiato antropologia alla Columbia University con Franz Boas. Di qui una voce unica, che pesca detti, metafore e un certo modo di prendersi in giro, dalla cultura popolare in gran parte ancorata alla campagna, con una serie infinita di aneddoti, di storielle a raffica, come in questo romanzo Con gli occhi rivolti al cielo.
Ispirandosi alla letteratura orale del Sud, che ben conosce, rende conto di una intera fase storica. Un tipo di linguaggio, uno spirito del tempo, che senza lavori eccellenti come questi avrebbero potuto sparire nel nulla. Storia orale fusa alla cultura alta dell’autrice. Nei dialoghi, seppure in gergo, come anche nei vivaci scambi di battute amorose, non mancano alcuni echi della brillantezza shakespeariana.

La storia di Janie riprende con la vedovanza e a quarant’anni si rinnova. Conquistata da un allegro squattrinato pieno di verve, diciotto anni più giovane di lei, decide di fare la più avventata delle mosse e di puntare su quell’amore nel quale, benché fino ad allora frustrato, in fondo ha sempre creduto. Vende l’emporio e con dei soldi in banca e un bel gruzzolo di 200 dollari in contanti cucito dentro il vestito, parte con lui per il Sud. Terzo matrimonio. Ma un mattino lui scompare assieme al mazzo di banconote. Sembra andare come doveva e come il lettore immaginava. A prima vista, il classico truffatore immortalato più volte da Flannery O’Connor che si dilegua per sempre. Ma eccolo ricomparire dopo un giorno e una notte. Inutile dire, con pochi spiccioli e una storia strampalata a giustificare la sparizione dei soldi di lei. Risultato: si scopre che gli piace giocare d’azzardo, in particolare si confessa lesto ai dadi.

Tutto come da copione? Invece no. Zora Neale Hurston con un colpo d’ala decide di puntare su questa storia d’amore delle più improbabili, ed ecco che tra i due lievita ancor più quella loro straordinaria passione reciproca. Un duraturo scambio di vera umanità. Janie, non più la sindachessa elegante e rispettata di un tempo, ora indossa una misera tuta e da bracciante raccoglie fagioli assieme al marito, un tanto a giornata: lui non intende essere mantenuto dalla moglie. In compenso la sera nel retro di casa loro, canti, musica, bisboccia con gli amici.

Magnificamente reso il tragico tornado che nel finale, allagando tutto intorno, distrugge la campagna con tutte le baracche dei neri, installate non molto lontano dalle ville dei bianchi. Nella città vicina, piena di crolli e di macerie, è d’obbligo estrarre la gran quantità di morti che in pochi giorni esalano i loro insopportabili fetori. Sono i neri a doverlo fare, sotto minaccia dei fucili dei bianchi che costringono i sopravvissuti di colore intercettati, non solo a fare il tremendo lavoro, ma a separare i cadaveri di pelle chiara da quelli di pelle scura, i primi destinati a bare d’abete nel cimitero consacrato, gli altri alla fossa comune ricoperti di calce. Ma i morti, come sono ridotti, a volte non si distinguono, protesta la manovalanza. Guardategli i capelli, è la risposta.

Narrazione dunque di grande respiro e dalle molteplici componenti: la schiavitù, seppur succintamente richiamata attraverso le vicissitudini della nonna, la guerra civile, la vittoria dei nordisti e la liberazione dei neri, la comparsa dei primi uomini e donne di colore che credono in se stessi e ardiscono pensare di valere tanto quanto i bianchi. Jody era uno di questi, seppure con tutto il carico di un maschilismo duro a morire (maschilismo straordinariamente messo in scena dall’autrice). Coinvolgente la descrizione del lavoro agricolo con le ondate migratorie di braccianti che si spostano stagionalmente. La loro grande affabulazione, la comicità, il piacere di stare insieme a spettegolare, con allegria e le immancabili ricadute maligne quando la presa in giro scade nella crudeltà, o nella vendetta a scapito della realtà dei fatti. Zora Neale Hurston, probabilmente la prima scrittrice di colore statunitense a raccontare con orgoglio le radici della cultura nera e a farlo con una magistralità unica, è grande anche perché in grado di rendere luci e ombre di una popolazione sottomessa che sta rialzando la testa da pochissimo. E a farlo senza ideologismi. Per questo, diventata caposcuola ineguagliabile per le scrittrici nere delle successive generazioni. Non a caso, viene da credere, Salvare le ossa, magnifico romanzo di Jasmyn Ward, NN Editore, si conclude allo stesso modo, con un devastante uragano dagli esiti imprevisti.

La copertina di "Con gli occhi rivolti al cielo"

  • Autore articolo
    Bruna Miorelli
ARTICOLI CORRELATITutti gli articoli
POTREBBE PIACERTI ANCHETutte le trasmissioni

Adesso in diretta

  • Ascolta la diretta

Ultimo giornale Radio

  • PlayStop

    Giornale Radio lunedì 24/11 07:30

    Le notizie. I protagonisti. Le opinioni. Le analisi. Tutto questo nelle tre edizioni principali del notiziario di Radio Popolare, al mattino, a metà giornata e alla sera.

    Giornale Radio - 24-11-2025

Ultimo giornale Radio in breve

  • PlayStop

    Gr in breve lunedì 24/11 10:30

    Edizione breve del notiziario di Radio Popolare. Le notizie. I protagonisti. Le opinioni. Le analisi.

    Giornale Radio in breve - 24-11-2025

Ultima Rassegna stampa

  • PlayStop

    Rassegna stampa di lunedì 24/11/2025

    La rassegna stampa di Popolare Network non si limita ad una carrellata sulle prime pagine dei principali quotidiani italiani: entra in profondità, scova notizie curiose, evidenzia punti di vista differenti e scopre strane analogie tra giornali che dovrebbero pensarla diversamente.

    Rassegna stampa - 24-11-2025

Ultimo Metroregione

  • PlayStop

    Metroregione di lunedì 24/11/2025 delle 07:15

    Metroregione è il notiziario regionale di Radio Popolare. Racconta le notizie che arrivano dal territorio della Lombardia, con particolare attenzione ai fatti che riguardano la politica locale, le lotte sindacali e le questioni che riguardano i nuovi cittadini. Da Milano agli altri capoluoghi di provincia lombardi, senza dimenticare i comuni più piccoli, da dove possono arrivare storie esemplificative dei cambiamenti della nostra società.

    Metroregione - 24-11-2025

Ultimi Podcasts

  • PlayStop

    Pubblica di lunedì 24/11/2025

    Pubblica, mezz’ora al giorno di incontri sull’attualità e le idee con Raffaele Liguori

    Pubblica - 24-11-2025

  • PlayStop

    A come Atlante di lunedì 24/11/2025

    Trasmissione trisettimanale, il lunedì dedicata all’America Latina con Chawki Senouci, il mercoledì all’Asia con Diana Santini, il giovedì all’Africa con Sara Milanese.

    A come Atlante – Geopolitica e materie prime - 24-11-2025

  • PlayStop

    Note dell’autore di lunedì 24/11/2025

    Un appuntamento quasi quotidiano, sintetico e significativo con un autore, al microfono delle voci di Radio Popolare. Note dell’autore è letteratura, saggistica, poesia, drammaturgia e molto altro. Il tutto nel tempo di un caffè!

    Note dell’autore - 24-11-2025

  • PlayStop

    Tutto scorre di lunedì 24/11/2025

    Sguardi, opinioni, vite, dialoghi al microfono. Condotta da Massimo Bacchetta, in redazione Luisa Nannipieri.

    Tutto scorre - 24-11-2025

  • PlayStop

    Presto Presto - Interviste e Analisi di lunedì 24/11/2025

    La COP30 in Brasile era partita con due obiettivi: triplicare i fondi per i paesi in via di sviluppo colpiti dagli effetti del riscaldamento globale e sottoscrivere un percorso per l’uscita dalla dipendenza e dall'uso dei carburanti fossili. Se vogliamo vedere il bicchiere mezzo pieno, un risultato su due è stato portato a casa. Ma chi avrebbe potuto fare pressioni per ottenere di più non l’ha fatto: gli USA assenti hanno boicottato, ma anche Cina e India, non pervenute, di fatto mentre una Ue divisa alla fine ha battuto un colpo. resta lo sforzo dei Paesi per raggiungere i loro obiettivi. L'analisi di Sara Milanese e il commento di Eleonora Cogo, responsabile del team Finanza in ECCO, il Think Tank sul cambiamento climatico. L'Europa cambia il piano Trump in almeno tre punti: nessuna concessione territoriale alla Russia prima del cessate-il-fuoco, un esercito per l'ucraina più grande e nessun limite alle sue alleanze, l'uso dei fondi russi congelati in Europa per la ricostruzione (e no al 50% agli USA): sarà un piano digeribile anche per Trump? L'analisi di Federico Baccini, nostro collaboratore da Bruxelles. Infine Luigi Ambrosio inviato a Napoli per le elezioni regionali ci racconta il peso straordinario dell'astensionismo.

    Presto Presto – Interviste e analisi - 24-11-2025

  • PlayStop

    Rights now di lunedì 24/11/2025

    Viviamo un’epoca in cui la forza e la sopraffazione prevalgono su giustizia e solidarietà. Per questo occuparsi di diritti umani è ancora più importante. La Fondazione Diritti Umani lo fa utilizzando più linguaggi: qui con Rights Now, ogni lunedì alle 8. A cura di Danilo De Biasio. Per suggerimenti: direzione@fondazionedirittiumani.org

    Rights now – Il settimanale della Fondazione Diritti Umani - 24-11-2025

  • PlayStop

    Presto Presto - Lo stretto indispensabile di lunedì 24/11/2025

    Il kit di informazioni essenziali per potere affrontare la giornata (secondo noi).

    Presto Presto – Lo stretto indispensabile - 24-11-2025

  • PlayStop

    Presto Presto - Giornali e commenti di lunedì 24/11/2025

    La mattina inizia con le segnalazioni dai quotidiani e altri media, tra prime pagine, segnalazioni, musica, meteo e qualche sorpresa.

    Presto Presto – Giornali e commenti - 24-11-2025

Adesso in diretta