A ulteriore conferma che giovedì Xi Jinping e Donald Trump si incontreranno in Corea del Sud alla vigilia del vertice Apec, oggi il plenipotenziario agli esteri cinese Wang Yi ha avuto una telefonata con l’omologo statunitense Marco Rubio. Secondo quanto riportato dall’Agenzia Nuova Cina, Wang avrebbe comunicato a Rubio che Cina e Stati Uniti dovrebbero “incontrarsi a metà strada” per risolvere le controversie attraverso il dialogo invece di ricorrere a pressioni indebite.
Relazioni sino-americane “sane, stabili e sostenibili” non solo avvantaggiano entrambi i Paesi, ma vanno incontro alle aspettative della comunità globale, ha aggiunto Wang. Sullo sfondo, il cosiddetto “consenso” raggiunto in Malaysia dalle delegazioni commerciali di Pechino e Washington per estendere la tregua commerciale. Una tregua non è una pace, ma è già qualcosa. È chiara l’insistenza cinese su una relazione improntata a uguaglianza, rispetto e vantaggio reciproco, da sempre le condizioni minime – per Pechino – per una relazione bilaterale basata sulla reciproca fiducia. E la fiducia è tutto.
Sembra pura forma, ma in Cina l’atteggiamento costruttivo è importante per superare differenze e dissenso, facendo anche concessioni importanti; se non c’è benevolenza reciproca e soprattutto fiducia, non si concede nulla. Mal digerito è quindi l’atteggiamento ondivago di Trump e della sua amministrazione, fatto di eccessi e marce indietro, di dichiarazioni roboanti, di mercato delle vacche. Prima di confermare l’incontro tra Xi e Trump – conferma che al momento si legge tra le righe delle dichiarazioni ma non è stata ancora esplicita – la Cina ha voluto quindi garanzie da Washington, quelle che probabilmente sono emerse dall’incontro in Malaysia. Nulla dev’essere lasciato al caso quando Xi Jinping incontra un altro capo di stato.
Oggi il Quotidiano del Popolo ha messo in seconda pagina l’incontro tra le delegazioni commerciali delle due superpotenze e il presunto consenso raggiunto a Kuala Lumpur, da Cina e Stati Uniti, in ambito commerciale. In prima, c’era l’incontro tra Xi Jinping e il leader di Singapore, nonché i commenti sul recente plenum del Comitato centrale. Parlando del vertice malese, anche l’organo del Partito comunista dà enfasi sul rapporto alla pari tra le due superpotenze e sulla cooperazione – e non la competizione – come unico scenario accettabile per il futuro. Dopo di che, ecco esplicitati gli interessi di Pechino: si parla soprattutto della possibile sospensione delle tariffe, in particolare quelle contro il trasporto marittimo e la cantieristica cinesi, da parte di Washington.


