
Lorella Zanardo è una figura importante del femminismo italiano. L’autrice del documentario “Il corpo delle donne” partecipa al dibattito sul burkini. Lo sua posizione è chiara: non le piacciono i divieti, ma pensa anche che nessuna donna voglia veramente indossare quel particolare costume da bagno. In realtà, chi lo fa è costretta da un’imposizione diretta da parte del marito, o indiretta, dalle tradizioni culturali e religiose dell’Islam.
La prima domanda è sulla sua esperienza personale con il burkini visto che l’ha indossato…
“L’anno scorso ero in Turchia, paese che conosco bene. Sulla spiaggia ho visto molte donne che indossavano il burkini. Ho deciso di provarlo per vedere quale effetto potesse avere sul corpo delle donne. L’ho fatto perché, secondo me, non si può discutere di questo argomento senza sapere cosa vuol dire mettersi addosso un burkini. Bene, quello che posso dire è che molto più scomodo fare il bagno. E, poi rimane addosso quella sensazione di umido. Io invito tutti quanti senza alcuna ironia a fare il bagno in mare vestiti e poi rimanere con la maglietta fradicia. E, infine, queste donne dopo il bagno rimangono sulla spiaggia. Tutta la sabbia si attacca al costume e così il burkini diventa pesantissimo”.
Non è una bella esperienza…
“Cosa voglio dire con tutto questo? Voglio dire che io escludo che ci sia anche solo una donna con piena capacità di autonomia, cioè con la piena possibilità di autodeterminarsi, che voglia indossare il burkini. E’vero! Ci sono donne che mi hanno detto: Lorella, io ho deciso di indossarlo di mia iniziativa. Ma io ritengo che non ci sia alcuna donna veramente libera e autonoma che possa decidere di farlo. Perché quel costume è un’imposizione. E’la prova di quello che dico è che io non ho visto alcun uomo di fede musulmana che l’abbia mai indossato”.
Quindi secondo lei anche le donne che dicono di volerlo indossare, non si dicono la verità ?
“Quello che voglio dire che un’adozione di massa di un costume così scomodo è umiliante non può essere il frutto di una scelta autonoma. Quando escono dall’acqua, queste donne con il burkini, non riescono neppure a camminare visto la pesantezza del capo di abbigliamento. Si devono appoggiare ai loro mariti. Il messaggio quale è? Senza uomini non andate e non potete andare da nessuna parte. Come mai in Turchia il burkini era sconosciuto fino a qualche anno fa e adesso invece si è diffuso così rapidamente? Per quale ragione? E’un fenomeno che ha a che fare con il ritorno della religione anche in quel paese? “
Lei è dunque favorevole al divieto imposta da alcuni sindaci francesi? E’d’accordo con quello che ha detto Manuel Valls e cioè che il burkini è contrario ai valori della Repubblica francese?
“Io non ho mai lavorato sui divieti. Chi mi conosce sa che ho deciso di seguire la strada più scomoda e lunga: vado nelle scuole e cerco di dare gli strumenti necessari per poi fare delle scelte consapevoli. Cosa posso dire? Secondo me è importante che chi viene a vivere in Europa debba accettare un processo di secolarizzazione, quella secolarizzazione che è alla base della nostra cultura. Non posso dire di essere pro divieto, però ritengo che manifestazioni come il burqa e il burkini siano degli affronti al nostro essere laici”.