L'Ambrosiano

«Oh bella, ciao!»: benvenuta; vigiliamo: ci aspetta ancora Resistenza

«Questa mattina mi son svegliato e ho trovato l’invasor»: i fascisti conosciuti, che marciano su Roma, fanno il saluto littorio, assaltano la CGIL; i nuovi che voglion condannare ogni violenza per non riconoscere origini, collusioni, appartenenze; che giudicano le leggi nazionali superiori a quelle comunitarie, sognano un’Europa di muri, fili spinati, respingimenti; che intimidiscono giornalisti; che inventano bestie per demolire avversari inermi.

«O partigiano, portarmi via, ché mi sento di morir»: dalla vergona nel vedere l’ignoranza armata di violenza, ma tienimi con te, insegnami a credere che esistono persone e popoli che si liberano e non liberatori; a osare la speranza per me, figli, nipoti; a non stancarmi di lavorare per dignità della persona, solidarietà, casa, salute, tutela sui luoghi di lavoro, natura, ambiente.

«E se io muoio da partigiano» [spero non sia necessario], se avremo lottato per difendere democrazia rappresentativa (l’unica di cui disponiamo), diritti e doveri della Costituzione, bene comune, etica individuale e pubblica, immigrati, donne, giovani, bambini «tu mi devi seppellir» con la Preghiera dei Ribelli per amore: “Signore, facci liberi e intensi; non lasciarci piegare”.

«E seppellire lassù in montagna sotto l’ombra d’un bel fior»: il clima surriscaldato non l’ha inaridito, gli innamorati lo colgono per sognare, gli escursionisti per immaginarsi operosi nella nostra benedetta maledetta città.

«E le genti che passeranno ti diranno “Che bel fiori!”»: è il fiore della Liberazione, della Repubblica, della Carta Costituzionale che garantisce tutti, anche coloro che non ci han creduto allora e quelli che cercano di picconarla oggi; i morti son tutti uguali: buone e luminose o cattive e nere sono le ragioni per cui hanno combattuto. È reato cercar di riscrivere la storia.

«È questo il fiore del partigiano morto per la libertà!» in giorni lontani, così vicini: l’anima sua vive. «O bella, ciao!»: è il nostro fiore, cogliamolo, teniamolo stretto, vigiliamo. La Resistenza non finisce mai. Bella, ci tocca!

  • Marco Garzonio

    Giornalista e psicoanalista, ha seguito Martini per il Corriere della Sera, di cui è editorialista, lavoro culminato ne Il profeta (2012) e in Vedete, sono uno di voi (2017), film sul Cardinale di cui firma con Olmi soggetto e sceneggiatura. Ha scritto Le donne, Gesù, il cambiamento. Contributo della psicoanalisi alla lettura dei vangeli (2005). In Beato è chi non si arrende (2020) ha reso poeticamente la capacità dell’uomo di rialzarsi dopo ogni caduta. Ultimo libro: La città che sale. Past president del CIPA, presiede la Fondazione culturale Ambrosianeum.

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