L'Ambrosiano

«Come arrivarci» con la “Siccità” che asseta la democrazia

«Come le cose dovrebbero essere quasi tutti lo sanno, ma chi mostra il cammino per arrivarci?». Scomodo Jung (corsi e ricorsi: Pavese pubblicò il testo da Einaudi nel 1942, in piena guerra) un po’ per compensare la latitanza di autorevolezza in campagna elettorale (emblematico Siccità di Virzì: il trailer mostra un Tevere ridotto a deserto; ma il film visto a Venezia va nelle sale il 29: l’arte s’inchina al politicamente corretto?); un po’ perché tante ne abbiam sentite di necessità, però di «come arrivarci» a migliorare davvero la vita di famiglie e imprese poco o nulla. Vale per: risorse necessarie alle mirabolanti proposte (l’art. 81 della Costituzione è sconosciuto ai partiti, in specie dove dice «Ogni legge che importi nuovi o maggiori oneri provvede ai mezzi per farvi fronte»); l’ordinamento delle istituzioni repubblicane: si parla come al bar di presidenzialismo (e semi), bicamerali, referendum, autonomie differenziate;  destinatari specifici (penso ai giovani); settori strategici come la sanità: chi ha scritto alcuni programmi di partito non conosce i dati, a cominciare dagli effetti “quota 100” di cui Salvini va fiero ma nessun avversario gli imputa responsabilità per le lacune di specialisti nella gestione del  Covid e i vuoti di organici nel SSN: in Lombardia governata male dal centrodestra a Chiavenna ad esempio prima s’è ridimensionato l’ospedale (non vi si può più partorire, poi parlano di interventi per le famiglie!), adesso si fan venire radiologi in trasferta dalla Sicilia perché di lumbard ai raggi X non ce ne sono! L’elenco di materie è lungo. Il paradosso sarà tra il 25 e il 26. Al vincitore toccherà finalmente di dire «come arrivarci» e a chi avrà perso di decidere se opporsi civilmente sperando nell’alternanza o avviare “trasformismo”, “responsabili”, “patti istituzionali”, tecnici. Nello scritto da cui son partito Jung dice: «La più bella verità non giova a nulla se non è divenuta esperienza interiore e personalissima del singolo». In altro testo aggiunge che si lavora con l’individuo per giungere ad «una comunità consapevole»: l’opposto del «conglomerato anarchico di esistenze separate», cioè d’egoismi e sovranismi, cioè della Siccità della democrazia di Virzì.

  • Marco Garzonio

    Giornalista e psicoanalista, ha seguito Martini per il Corriere della Sera, di cui è editorialista, lavoro culminato ne Il profeta (2012) e in Vedete, sono uno di voi (2017), film sul Cardinale di cui firma con Olmi soggetto e sceneggiatura. Ha scritto Le donne, Gesù, il cambiamento. Contributo della psicoanalisi alla lettura dei vangeli (2005). In Beato è chi non si arrende (2020) ha reso poeticamente la capacità dell’uomo di rialzarsi dopo ogni caduta. Ultimo libro: La città che sale. Past president del CIPA, presiede la Fondazione culturale Ambrosianeum.

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