Con queste parole è stato ucciso l’ ambasciatore russo in Turchia Andrey Karlov, all’ interno di una galleria d’arte dove il diplomatico partecipava alla inaugurazione della mostra fotografica “La Russia vista dai turchi”.
L’attentatore ha ottenuto l’accesso alla galleria mostrando un tesserino identificativo della polizia, che si è poi rivelato essere vero. Murat Altıntaş, di soli 22 anni, era un poliziotto di sorveglianza in servizio ad Ankara dal 2014. Ha urlato le sue parole di odio e di vendetta in turco, e concluso con “Allah Akhbar”, prima di colpire l’ambasciatore inerme con almeno 4 colpi di pistola.
Le parole pronunciate dalla attentatore prima di aprire il fuoco indicano una possibile correlazione del gesto con il ruolo che la Russia sta assumendo negli ultimi sviluppi del conflitto in Siria. La Russia ha supportato il regime di Damasco nella riconquista di Aleppo, mentre le forze ribelli, una cui parte sono sostenute dal governo turco, hanno dovuto abbandonare il campo. Inoltre sale il numero di soldati turchi che hanno perso la vita sul fronte siriano. Da circa una settimana si stavano svolgendo in Turchia manifestazioni di protesta, alcune dalle caratteristiche estremiste, a favore dei ribelli siriani e contro la Russia. Da alcuni i giorni la sorveglianza presso l’ambasciata russa era stata aumentata.
Sì trattava del primo appuntamento ufficiale dell ambasciatore dopo il riavvicinamento dei due paesi. Un fatto del genere rischia di danneggiare nuovamente le relazioni i fra i due paesi. Il presidente turco Recep Tayyip Erdoğan ha immediatamente chiamato Vladimir Putin per condannare l’episodio ed esprimere la sua solidarietà, e il comunicato del ministero degli esteri turco riportava l’ intenzione di voler conservare l’amicizia fra Russia e Turchia. Il summit su Aleppo fra Russia, Turchia e Iran previsto per mercoledì a Mosca si terrà lo stesso. Sia il presidente turco Erdogan che il ministro degli esteri turco hanno parlato di atto di provocazione volto a colpire le relazioni fra i due paesi.
A chi farebbe comodo? Il sindaco di Ankara si è affrettato a fare il nome di Fetullah Gülen, il presunto organizzatore del fallito golpe del 15 luglio: sembra che il giovane poliziotto avesse frequentato le sue scuole. Ma è da tenere in considerazione come la rete dei ‘gulenisti’ , assieme ai kurdi del PKK, siano il principale capro espiatorio di ogni atto considerato terroristico o di attacco allo Stato.
Comunque che si sia trattato di una atto isolato di un fanatico religioso, o del tassello di un complotto internazionale, colpisce la vulnerabilità del paese: esposto sia sul fronte interno che esterno, non riesce a difendersi.
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Presto Presto - Interviste e Analisi di lunedì 05/05/2025
Anna Momigliano, corrispondete di Haaretz e autrice di "Fondato sulla sabbia. Un viaggio nel futuro di Israele" (Garzanti) analizza l'annuncio di "allargamento" delle operazione militari a Gaza: il governo Netanyahu si prepara all'occupazione e a rispondere all'attacco al suo aeroporto accusando l'Iran. Charlotte Matteini, giornalista esperta di temi del lavoro, ha risposto agli annunci di lavoro per l'estate tra mare e montagne, ristoranti e alberghi, e ha trovato la solita opacità, salari bassi, condizioni ambigue, poco rispetto del contratto nazionale e tanta approssimazione, ricordiamo il suo libro “Gli italiani non hanno più voglia di lavorare (e hanno ragione)” per Cairo editore. Lorenza Ghidini, la Direttrice di Radio Popolare, spiega la necessità della nostra informazione e del vostro sostegno per mantenerla libera e indipendente.
Numero monotematico sul Festival dei Diritti Umani, dal 5 al 7 maggio.
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Rights now – Il settimanale della Fondazione Diritti Umani - 05-05-2025
A ritmo di Reggae
Reggae Radio Station accompagna discretamente l’ascoltatore in un viaggio attraverso le svariate sonorità della Reggae Music e sicuramente contribuisce non poco alla diffusione della musica e della cultura reggae nel nostro paese.
Ogni domenica dalle 23.45 fino alle 5.30 del lunedì mattina, conduce Vito War.
In onda dal 2001, Prospettive Musicali esplora espressioni musicali poco rappresentate.
Non è un programma di genere, non è un programma di novità discografiche, non è un programma di classici dell’underground, non è un programma di gruppi emergenti.
Ma è un po’ tutte queste cose mischiate insieme dal gusto personale dei conduttori.
Ad alternarsi in onda e alla scelta delle musiche sono Gigi Longo e Fabio Barbieri, con un’incursione annuale di Alessandro Achilli che è stato uno storico conduttore del programma.
“La sacca del diavolo. Settimanale radiodiffuso di musica, musica acustica, musica etnica, musica tradizionale popolare, di cultura popolare, dai paesi e dai popoli del mondo, prodotto e condotto in studio dal vostro bacicin…”
Comincia così, praticamente da quando esiste Radio Popolare, la trasmissione di Giancarlo Nostrini. Ascoltare per credere.
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La sacca del diavolo - 04-05-2025
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