La reazione di Giorgia Meloni alla proposta CGIL di tassare l’1% degli italiani più ricchi del 1% per finanziare salari e pensioni è stata “mai una patrimoniale”. Però la proposta del sindacato, come quella di Oxfam “Tax the Rich” che abbiamo promosso anche noi di Radio Popolare sono imposte selettive su grandi patrimoni. Eppure a guardare dentro i provvedimenti governativi alcune imposte patrimoniali ci sono (come quella fissa sui conti correnti). Insomma una grande confusione.
Così anche su questo argomento, come sta succedendo anche con i rilievi contabili alla manovra di Bankitalia e Ufficio contabilità parlamentare, finisce che non si parla del merito delle proposte ma di altro. Sarà anche una tecnica di distrazione di massa ma sicuramente non fa bene al dibattito pubblico e alla verità.
E allora vi proponiamo due approfondimenti sull’argomento: una ricostruzione di Mikhail Maslennikov, policy advisor su giustizia fiscale di Oxfam Italia, intervistato da Claudio Jampaglia e Cinzia Poli, su cosa è “la patrimoniale”, chi la applica e come in Europa, quali proposte sulla tassazione sono in campo.
“Si tratta di proposte che secondo i sondaggi piacciono a 7 italiani su 10 e che non sono nemmeno invise alla maggioranza relativa degli elettori del partito di Meloni stessa”, commenta Maslennikov.
E poi una riflessione del politologo Marco Revelli (recente autore di “Questa Sinistra inspiegabile a mia figlia” per Einaudi) intervistato da Alessandra Tommasi su quando e come la sinistra italiana ha smesso di pensare che fosse giusto “tassare i ricchi”.
“Il miracolo del post capitalismo, dagli anni 90, è l’affermazione di una forma di individualismo proprietario che promette al più povero di poter diventare come il più ricco, promuovendo un modo di pensare individualistico e proprietario che non si fida più della azione collettiva”.


