Yifat Tomer-Yerushalmi, la ex-procuratrice generale dell’esercito israeliano, rimarrà in carcere almeno fino a venerdì. Lo ha deciso un tribunale di Tel Aviv. La sua storia dice molto del passaggio storico che sta attraversando in questo momento Israele, caratterizzato da una profonda polarizzazione.
Yerushalmi si era dimessa la scorsa settimana, ammettendo di aver autorizzato nell’estate del 2024 il passaggio ai media israeliani di un video nel quale si vedono dei soldati, nella base militare di Sde Teiman nel sud del paese, mentre attaccano violentemente un detenuto palestinese di Gaza, dopo averlo chiuso dietro a degli scudi. La giustizia militare ha interrogato diversi militari e formalmente cinque sono ancora sotto inchiesta per violenze e abusi. L’accusa parla tra l’altro di gravi lesioni fisiche e una lacerazione rettale interna.
Subito dopo la diffusione del video l’estrema destra ha cominciato a protestare contro l’inchiesta a carico dei soldati. Ci sono state anche presidi e manifestazioni. In un caso i manifestanti sono anche entrati nella base militare di Sde Teiman.
Nella sua lettera di dimissioni Yerushalmi ha scritto di aver fatto uscire quel video per proteggere l’operato della giustizia militare e bloccare la propaganda – un riferimento agli attacchi dell’estrema destra – che metteva a rischio il suo compito, far rispettare lo stato di diritto. Domenica scorsa la ex-procuratrice è anche scomparsa per alcune ore. Dopo la denuncia del marito è stata trovata prima la sua auto, vicino a una spiaggia a nord di Tel Aviv, e poco dopo è stata trovata anche lei. Da quel momento Yerushalmi è stata presa in custodia dalla polizia e subito dopo è stato annunciato il suo arresto, oggi prolungato appunto almeno fino a venerdì.
Subito dopo le sue dimissioni, la scorsa settimana, il ministro delle Difesa Katz ha detto che Yerushalmi non dovrà mai tornare al suo incarico. Due giorni dopo, domenica, gli ha fatto eco lo stesso Netanyahu, secondo il quale la vicenda rappresenta il più grave attacco all’immagine dello stato israeliano dalla sua nascita. Nei giorni scorsi ci sono state proteste anche davanti alla casa della ex-procuratrice militare.
Quello che è successo negli ultimi giorni sembra indicare che i soldati accusati di quelle violenze non verranno mai condannati.
Con la guerra a Gaza sono aumentati i rapporti di abusi e violenze contro i detenuti palestinesi. E anche le indagini militari interne. Alcuni analisti israeliani hanno fatto notare due cose. La prima: l’indipendenza della magistratura israeliana, compresa quella militare, è sempre stata considerata come un’ottima arma, una specie di protezione, contro la giustizia internazionale. La seconda: la polarizzazione che vive oggi Israele, con la destra e l’estrema destra al governo, sta mettendo in dubbio anche questo, il buon funzionamento della magistratura interna per proteggere Israele dalle inchieste esterne.


