La reazione immediata di Giorgia Meloni alla decisione della Corte dei Conti tradisce la vera intenzione che c’è dietro alle riforme della giustizia voluta dal Governo di destra: punire i magistrati, mettersi al di sopra del potere giudiziario e della Costituzione. Dalla nota di poche righe della presidente del Consiglio traspare rabbia e volontà di rivalsa: “La riforma costituzionale della giustizia e la riforma della Corte dei Conti, entrambe in discussione al Senato – dice Giorgia Meloni – rappresentano la risposta più adeguata ad una intollerabile invadenza che non fermerà l’azione del governo”. Quindi, Meloni e con lei Salvini ammettono che dietro la riforma della giustizia che verrà approvata oggi c’è solo l’obiettivo di mettere la sordina ai magistrati, di ridurre le loro funzioni e la loro indipendenza, compresa la Corte dei Conti, contro la quale ora il governo minaccia di agire. Dello stesso tenore la reazione di Matteo Salvini che parla di decisione politica da parte della magistratura contabile, paragonata ai magistrati che lo hanno processato a Palermo. Una persecuzione dei magistrati che agiscono per volontà politica, questa è la linea di Palazzo Chigi ed è già un esempio molto chiaro di ciò che faranno e diranno in una campagna referendaria che si preannuncia molto dura. La Corte dei Conti ha bocciato la delibera per precisi motivi che hanno a che fare con le coperture economiche, le stime del traffico sul ponte sullo Stretto, la conformità alle norme ambientali e sismiche, tutti punti centrali e fondamentali per l’affidabilità di un progetto così importante. Tecnicamente il Governo può andare avanti, e probabilmente lo farà. Ciò che è certo è che l’ostilità contro i magistrati, che Meloni accusa di invadenza, come fossero un fastidioso inciampo, si allarga da oggi anche alla Corte dei Conti.


