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Salvini punta al Viminale senza più nascondersi

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Matteo Salvini è stato confermato segretario della Lega. Il congresso del partito che si svolgeva a Firenze ha approvato per acclamazione la sua candidatura. Il Carroccio, dunque, prosegue sulla linea sovranista e nazionalista imposta dal suo leader e segno di ciò era la partecipazione al congresso dei principali leader dell’estrema destra mondiale. Dopo Musk, ieri, oggi anche Orbán e Le Pen. Nei loro interventi attacchi all’Europa, ai migranti, ai magistrati e al Green Deal in linea con la propaganda di Trump e del suo vice J.D. Vance.

Anche Meloni si è collegata con il congresso. Lei e Salvini si sono scambiati parole di stima, ma sotto traccia resta la competizione tra i due per la leadership nella destra italiana. Salvini, infatti, è tornato a chiedere il Viminale.

di Anna Bredice

Il congresso che ha proclamato nuovamente Salvini segretario per quattro anni, consegna a Meloni altri e più problemi di quelli che, alla vigilia, lei ridimensionava come strategia congressuale. Il segretario leghista continuerà a fare il bastian contrario e a minare la stabilità del governo perché ora punta, senza più nascondersi, al Viminale e sull’Europa continuerà ad essere la spina nel fianco della presidente del Consiglio. Con un’operazione evidentemente organizzata, ieri ha mandato avanti i massimi dirigenti della Lega per poi, oggi, rilanciare e dire che è il partito a chiedergli di mandare via Piantedosi.

Annuncia che ne parlerà con lui e con Meloni, la quale non ha nessuna voglia di affrontare un rimpasto di governo, in questo momento poi così dedicato di guerra commerciale con gli Stati Uniti. E, oltre al Viminale, da Firenze Salvini sfida nei voti Meloni. Vuole tornare ad essere il primo partito, obiettivo molto difficile vista la distanza dei consensi con Fratelli d’Italia, ma serve a galvanizzare una base che negli ultimi anni si è smarrita per gli insuccessi elettorali.

La due giorni alla Fortezza da Basso si conclude con la riconferma che per la Lega il nemico è l’Europa, non Trump. Se Meloni su i dazi continuerà con la strategia del doppio forno, accordo con von der Leyen e trattative con Trump, Salvini si fa forte di tutta l’ultradestra europea oggi qui a Firenze per dire che l’Europa è fatta di codardi. Questo ad esempio è ciò che dice il capo spagnolo di Vox applaudito dalla platea. Con Marine Le Pen rinnova un patto antieuropeo e antimagistrati.

Viene trattato quasi come un martire dai sovranisti per il processo a Palermo e la difesa dei confini dei migranti, obiettivo comune di tutta la destra europea. Consegna a Vannacci una tessera di partito per eliminare il rischio che il generale e ne crei un altro, anche se nella Lega il rischio è che Vannacci voglia scalare posizioni e ambire ai vertici.

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    Anna Bredice
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