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50 anni fa la Spagna franchista fu testimone del primo e unico sciopero degli attori sotto la dittatura di Franco

sciopero degli attori Spagna

Nel febbraio del 1975, la Spagna franchista fu testimone di un evento straordinario: il primo e unico sciopero degli attori sotto la dittatura di Francisco Franco. Per nove giorni i teatri di Madrid e di altre città spagnole rimasero chiusi, le riprese cinematografiche furono sospese e i programmi televisivi interrotti.

Gli artisti, stanchi di condizioni di lavoro massacranti, chiedevano un giorno di riposo settimanale, il pagamento delle prove e migliori condizioni contrattuali. Ma dietro queste rivendicazioni sindacali c’era soprattutto un profondo dissenso politico: il rifiuto del Sindacato Nazionale dello Spettacolo, imposto dal regime, e la richiesta di un sindacato indipendente e democratico.

Oggi, a cinquant’anni di distanza, il documentario Mucha Mierda della regista Alba Sotorra ricostruisce quei giorni cruciali attraverso testimonianze e immagini d’epoca. “Al regime franchista non piaceva per niente quello che stavano facendo gli attori”, spiega Tina Sainz, una delle attrici che presero parte allo sciopero. La protesta iniziò a Madrid, il secondo giorno arrivò a Barcellona e, al quarto, praticamente tutti i teatri della Spagna erano fermi.

La repressione non tardò ad arrivare. Il documentario racconta i trucchi usati dagli attori per sfuggire alla polizia franchista, come imparare a leggere le targhe nello specchietto retrovisore per capire se si era seguiti. Molti attori furono arrestati e alcuni vennero rinchiusi nelle carceri più dure del regime, accusati falsamente di legami con gruppi armati come l’ETA. Tuttavia, la repressione generò una reazione di solidarietà senza precedenti, anche all’estero, con il sostegno di icone del cinema e del teatro come Marcello Mastroianni e Monica Vitti.

“Bisogna vedere questo documentario per capire cosa eravamo, quello di cui abbiamo bisogno e perché dobbiamo sindacalizzarci”, dice Carolina Yuste, una delle giovani attrici che partecipano al documentario e osservano quegli avvenimenti con gli occhi di oggi. Lo sciopero degli attori spagnoli durò nove giorni in un’epoca in cui gli scioperi erano proibiti. Il 12 febbraio la protesta si concluse senza risultati concreti, ma quella dimostrazione di forza inflisse un duro colpo al regime franchista.

Nove mesi dopo, la morte del dittatore Francisco Franco portava al collasso l’ultimo regime fascista rimasto in Europa dalla Seconda Guerra Mondiale. Per vedere finalmente riconosciute le loro rivendicazioni, gli attori spagnoli dovettero aspettare fino al 1986, quando furono finalmente integrati nel sistema di previdenza sociale.

  • Autore articolo
    Giulio Maria Piantadosi
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