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Bocciato il referendum sull’Autonomia differenziata

Referendum sull’Autonomia differenziata

Bocciato. Il referendum per abrogare la legge sull’Autonomia differenziata non si farà. Sono stati invece ammessi tutti gli altri, i quattro presentati dalla Cgil sul lavoro e quello sulla cittadinanza agli stranieri. La Corte Costituzionale ha bocciato il quesito sull’autonomia differenziata, le motivazioni si sapranno per esteso tra qualche giorno, ma forse ha pesato il giudizio che sempre la stessa Corte aveva dato qualche mese fa della riforma, aveva scardinato molte parti di questa – le opposizioni avevano usato il termine “demolito”, chiedendo una modifica degli aspetti più incostituzionali e quelli sui quali deve essere il Parlamento ad esprimersi e non il governo, come i Lep.

Ma il giudizio della Consulta di oggi è decisivo e toglie quindi la possibilità ai cittadini di esprimersi su una legge voluta fortemente dalla Lega, accettata senza convinzione da Giorgia Meloni e contestata da centinaia di migliaia di persone, che avevano raccolto le firme per il referendum, oltre alle regioni, cinque, ma c’era anche il giudizio negativo di regioni governate dalla destra, come la Calabria.

Dalle prime notizie che arrivano dalla Consulta la bocciatura è motivata dal fatto che la finalità del quesito non era chiara e avrebbe avuto impattato sul comma 116 della Costituzione, quello sull’autonomia delle regioni. Reazioni da parte del comitato promotore ancora non ci sono, il referendum aveva raccolto l’impegno di un vasto schieramento, sindacale, politico, di associazioni, che poco si era visto negli ultimi anni, così come per il referendum sulla cittadinanza, è stato ammesso, quindi in primavera gli elettori si pronunceranno sul dimezzamento dei tempi per gli stranieri in Italia per essere cittadini, così come ci sarà il referendum contro il Job act

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    Anna Bredice
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    È morta Patrizia Arnaboldi. Aveva 78 anni. Storica militante comunista, protagonista del femminismo a Milano e del movimento studentesco, negli anni Ottanta è stata deputata per Democrazia Proletaria. Legata a Rifondazione Comunista, negli ultimi anni ha partecipato a molte battaglie a difesa della città. Una delle ultime, quella legata agli alberi di piazzale Baiamonti. Patrizia Arnaboldi, 50 anni fa, è stata anche una delle firmatarie, davanti al notaio, dell’atto di nascita di Radio Popolare. Ecco il ricordo di Matteo Prencipe, segretario lombardo di Rifondazione Comunista, e di Basilio Rizzo, storico consigliere comunale milanese.

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    Fa troppo caldo: scioperano i lavoratori della Emmegi, che costruisce condizionatori a Cassano d’Adda

    Troppo caldo, lavoratori in sciopero. 36 gradi nel capannone dove si producono componenti per i condizionatori. Il paradosso è che, in quella ditta, si producono scambiatori di calore, componente fondamentale per gli impianti di climatizzazione. Che però, nei capannoni della Emmegi di Cassano d’Adda, non ci sono. La conseguenza, temperature roventi, che superano i 36 gradi, e condizioni di lavoro inaccettabili. Per questo lavoratori e lavoratrici stanno scioperando, per ottenere almeno un po’ di refrigerio, che però al momento viene negato dalla proprietà, che anzi ha incaricato un consulente per farsi dire che “la temperatura è acettabile”. Maurizio Iafreni è Rsu Fiom alla Emmegi e responsabile della sicurezza: (foto Fiom Cgil)

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