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Le indagini sulla rete di protezione di Messina Denaro, le novità sull’inchiesta Qatargate e le altre notizie della giornata

Qatargate Parlamento Europeo ANSA

Il racconto della giornata di mercoledì 18 gennaio 2023 con le notizie principali del giornale radio delle 19.30. Gli investigatori siciliani stanno cercando di ricostruire la rete che ha permesso al boss Matteo Messina Denaro di sfuggire alla giustizia per 30 anni, mentre un secondo covo è stato scoperto a Campobello di Mazara, luogo in cui il capomafia avrebbe trascorso gli ultimi mesi di latitanza. Le indagini sul Qatargate su allargano e uno dei principali indagati, l’ex eurodeputato Antonio Panzeri, si è detto pronto a dire tutta la verità e a collaborare con gli inquirenti. Questa mattina, alla periferia di Kiev, è precipitato l’elicottero sul quale stavano viaggiando il Ministro degli Interni e i suoi più stretti collaboratori. La Corte Suprema israeliana ha stabilito che il Ministro dell’Interno e della Sanità del nuovo governo di Benyamin Netanyahu, Aryeh Deri, del partito religioso Shas, deve essere rimosso dall’incarico perchè condannato per reati fiscali in passato.

Le indagini sulla rete che ha protetto Matteo Messina Denaro

I magistrati della Procura di Palermo e i carabinieri del Ros hanno individuato un secondo covo utilizzato da Matteo Messina Denaro. Oltre all’appartamento a Campobello di Mazara, il capomafia avrebbe fatto realizzare una sorta di bunker all’interno di un’altra abitazione nella stessa area. Il nuovo covo è una stanza nascosta all’interno di un immobile al piano terra. Ci si accede spostando il fondo scorrevole di un armadio. Dalle prime indiscrezioni, sarebbe una stanza vissuta, con tracce anche recenti. Non si sa ancora se ci siano documenti all’interno. Il proprietario dell’immobile fu indagato e poi assolto, nel 2001, dall’accusa di associazione mafiosa.
Intanto l’oncologo trapanese Filippo Zerilli è indagato nell’inchiesta sulla rete dei favoreggiatori del boss. Avrebbe eseguito l’esame del dna necessario alle cure chemioterapiche a cui Messina Denaro doveva sottoporsi. Perquisito anche il reparto di Oncologia dell’ospedale Sant’Antonio Abate.
Gli investigatori stanno cercando di ricostruire la rete che ha permesso a Messina Denaro di sfuggire alla giustizia per 30 anni. Un ruolo determinante lo ha avuto la massoneria. Rino Giacalone, giornalista trapanese e direttore del sito Alqamah.it:


 

Kyiv indaga sull’incidente in cui è morto il Ministro degli Interni

(di Emanuele Valenti)

Questa mattina, alla periferia di Kiev, è precipitato l’elicottero sul quale stavano viaggiando il Ministro degli Interni e i suoi più stretti collaboratori. Sono tutti morti.
In totale le vittime sono 14. Quello che è successo intorno a Brovary, pochi chilometri a est del centro di Kyiv, è un fatto importante.
Sono morti il Ministro degli Interni, Denys Monastyrsky e i suoi più stretti collaboratori. In sostanza quel gruppo di persone che gestiva e soprattutto conosceva la macchina della sicurezza interna. Per la gestione quotidiana della guerra una perdita molto pesante.
L’elicottero è precipitato su una zona abitata. Nello specifico su una scuola. Tra le 14 vittime c’è anche un bambino. Diversi i feriti.
Sappiamo che il velivolo – per non essere visto, intercettato, dai russi – viaggiava a bassa quota, come fanno sempre gli elicotteri con i funzionari ucraini. Sappiamo che c’era nebbia, ma in realtà la dinamica è e rimarrà a lungo un mistero. Un incidente, il non rispetto delle norme di volo, oppure un sabotaggio o addirittura l’azione dei russi? Il governo ha aperto un’inchiesta. Stanno indagando i servizi di sicurezza. Denys Monastyrsky stava andando verso Kharkiv. Al suo posto è già stato nominato Ihor Klimenko, il capo della polizia.

La pressione sulla Germania per l’invio di carri armati in Ucraina

(di Emanuele Valenti)

Un altro fatto importante di questa giornata per quanto riguarda la crisi ucraina è stato l’intervento di Olaf Scholz al World Economic Forum di Davos. La Germania è sotto pressione per l’invio di carri armati a Kyiv. Il cancelliere tedesco non ha voluto parlare di questo, ma delle cose si stanno muovendo: la notte scorsa Scholz ha parlato al telefono con Biden, la delegazione americana che questa settimana ha visitato Kyiv è passata prima da Berlino, il portavoce della Casa Bianca per la sicurezza nazionale Kirby ha anticipato annunci nel fine settimana, i vertici NATO hanno chiesto un ulteriore sforzo all’industria bellica occidentale.
Sulla base di tutto questo è possibile prevedere che tedeschi e americani facciano un annuncio sui carri armati venerdì, in occasione della riunione, in Germania, del gruppo di contatto per l’Ucraina. Non a caso Scholz ha detto che “Berlino agirà sempre insieme agli alleati”, anche se poi ha aggiunto che “bisogna sempre evitare uno scontro Russia-NATO”.

Qatargate, Panzeri è pronto a dire tutta la verità

Arresti domiciliari per Monica Rossana Bellini, la commercialista della famiglia Panzeri, arrestata a Milano nell’ambito dell’inchiesta belga sul Qatargate. Lo ha deciso oggi il giudice Roberto Arnaldi che ha convalidato l’arresto. A fine mese ci sarà l’udienza in Corte d’Appello a Milano per decidere sull’estradizione in Belgio.
Secondo i magistrati belgi, sarebbe stata proprio la commercialista l’artefice della rete societaria utilizzata per movimentare e riciclare i soldi della presunta corruzione.
Tra gli indagati c’è anche il belga Marc Tarabella, che – secondo quanto detto da Panzeri – nel giro avrebbe ricevuto a rate una somma compresa tra 120mila e 140mila euro. Tarabella continua a proclamare la sua innocenza, ma mentre attende di essere sentito dagli inquirenti. Poco fa è stato espulso dal gruppo dei socialisti all’Eurocamera, dopo che ieri si era rifiutato di dimettersi.
Intanto di Panzeri ha detto che l’ex eurodeputato è pronto a “dire tutta la verità e a contribuire all’efficacia dell’indagine” ed “è a disposizione degli inquirenti a tutte le ore del giorno e della notte per rispondere a tutte le loro domande”. Cosa si aspettano i magistrati dalla collaborazione di Panzeri? L’abbiamo chiesto a Vincenzo Genovese, giornalista corrispondente di Euronews da Bruxelles:

 

Israele, la Corte Suprema si esprime contro la nomina di Aryeh Deri a ministro degli Interni

La Corte Suprema israeliana ha stabilito che il Ministro dell’Interno e della Sanità del nuovo governo di Benyamin Netanyahu, Aryeh Deri, del partito religioso Shas, deve essere rimosso dall’incarico perchè condannato per reati fiscali in passato. La decisione è stata presa da 10 giudici su 11 e potrebbe rappresentare una minaccia per la coalizione di governo.
La sentenza della Corte Suprema dovrà però ora essere accettata o meno da Netanyahu. Già in passato il premier israeliano aveva espresso la volontà di una riforma della giustizia che consentirebbe al Parlamento di annullare una decisione della Corte con un voto a maggioranza semplice, aumentando il potere dei funzionari eletti sui tribunali. La decisione di oggi della corte ha subito ravvivato la discussione sulla riforma e diversi esponenti del governo di destra di Netanyahu hanno criticato la sentenza della corte chiedendo di “andare avanti con la riforma del sistema giudiziario”. Anche il partito dello stesso Deri, Shas, ha commentato la decisione definendola “una decisione politica”. “Oggi la Corte Suprema ha stabilito che le elezioni sono senza senso”, ha detto.
L’opposizione ha chiesto invece al premier di rispettare la decisione della Corte: “Se Deri non sarà mandato via – ha detto il leader centrista ed ex premier Yair Lapid – il governo infrangerà la legge. Israele sarà spinto in una crisi costituzionale senza precedenti e non sarà più una democrazia”.

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    Fa troppo caldo: scioperano i lavoratori della Emmegi, che costruisce condizionatori a Cassano d’Adda

    Troppo caldo, lavoratori in sciopero. 36 gradi nel capannone dove si producono componenti per i condizionatori. Il paradosso è che, in quella ditta, si producono scambiatori di calore, componente fondamentale per gli impianti di climatizzazione. Che però, nei capannoni della Emmegi di Cassano d’Adda, non ci sono. La conseguenza, temperature roventi, che superano i 36 gradi, e condizioni di lavoro inaccettabili. Per questo lavoratori e lavoratrici stanno scioperando, per ottenere almeno un po’ di refrigerio, che però al momento viene negato dalla proprietà, che anzi ha incaricato un consulente per farsi dire che “la temperatura è acettabile”. Maurizio Iafreni è Rsu Fiom alla Emmegi e responsabile della sicurezza: (foto Fiom Cgil)

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