Approfondimenti

Che cosa è successo oggi? – Venerdì 15 gennaio 2021

Matteo Renzi Green Screen

Il racconto della giornata di venerdì 15 gennaio 2021 attraverso le notizie principali del giornale radio delle 19.30, dai dati dell’epidemia in Italia al nuovo DPCM in vigore tra qualche ora e il governatore Fontana che annuncia riscorso contro il ritorno della Lombardia in zona rossa. Il premier Conte prosegue la ricerca dei cosiddetti costruttori mentre Italia Viva prova a ricucire lo strappo. A San Germano Vercellese la sindaca Michela Rosetta è stata arrestata per favoritismi nella gestione degli aiuti alle famiglie bisognose. In Olanda il governo si è dimesso dopo che migliaia di famiglie – di cui circa metà con origine straniera – sono state accusate ingiustamente di aver ricevuto aiuti pubblici senza averne diritto. Infine, i grafici del contagio nelle elaborazioni di Luca Gattuso.

I dati dell’epidemia diffusi oggi

16.146 nuovi casi e 477 morti. È questo il dato giornaliero della diffusione del virus in Italia. Nelle ultime 24 ore risultano effettuati oltre 270mila tamponi perchè per la prima volta vengono contati non solo quelli molecolari ma anche quelli antigenici rapidi. Un dato che farebbe crollare il tasso di positività al 5,9%, se invece si calcola l’incidenza solo sui molecolari il tasso sarebbe oggi stabile al 10.3%.
Oggi è stato anche diffuso il monitoraggio settimanale dell’Istituto Superiore di Sanità che conferma, tra il 4 e il 10 gennaio, un peggioramento generale della situazione epidemiologica nel Paese. L’indice di trasmissibilità Rt medio è stato pari a 1,09 in aumento da cinque settimane e Il tasso di occupazione in terapia intensiva a livello nazionale continua a essere sopra la soglia critica del 30%. “L’Italia è in una fase di crescita dell’epidemia ma lieve, e grazie alle misure adottate non ci troviamo di fronte a un impennata della curva“. Ha spiegato il presidente dell’ISS Silvio Brusaferro.

Conte ha già trovato i 18 costruttori per restare al governo?

(di Anna Bredice)

È stato il giorno dei pontieri per cercare voti utili, il giorno della tattica da parte dei renziani per tentare di rientrare nei giochi oppure di farli fallire e infine il giorno delle rivendicazioni del PD nei confronti di Conte a cui chiedono un nuovo patto di governo. Dopo la rabbia della porta sbattuta da Renzi, Conte mette a punto la sua strategia che tra le ipotesi comprende anche la possibilità di salire al Quirinale prima di andare alla camera lunedì, dimettersi, ma avendo già in tasca una nuova squadra e una nuova maggioranza e poi andare in Parlamento e con un programma e squadra che comprenda anche i nuovi voti dei cosiddetti “costruttori” avere la fiducia per il suo nuovo governo, il Conte ter. Si fa questa ipotesi, ma non è scontata. Ha preso piede nel pomeriggio per dimostrare ai circa 18 possibili componenti di un nuovo gruppo, soprattutto centrista, che lui fa sul serio, e questo vuol dire soprattutto promettere qualche posto nella squadra di ministri e sottosegretari. È quella operazione di trasparenza chiesta per allargare la maggioranza, come ha detto Zingaretti oggi, tenendo chiusa però la porta a Renzi. Una precisazione importante nel giorno in cui, chissà se per tattica oppure perché pentiti, i renziani hanno mandato messaggi di dialogo a Conte. Il capogruppo al Senato Faraone dice “se Conte scioglie alcuni nodi Italia viva c’è”, una frase che non è passata inosservata a Mastella, che sta lavorando per aiutare il governo, “non siamo i polli di Conte”, dice, del resto nemmeno il Pd si fida ormai di Renzi e bolla l’apertura come tattica, Italia viva potrebbe astenersi nel voto al Senato, per non essere associato ai no di Salvini e Meloni, e questo nello stesso tempo farebbe scendere il numero necessario per la fiducia, che potrebbe essere anche meno di 161 voti.

De Falco tra i possibili costruttori a supporto di Conte

Tra i cosiddetti costruttori si fa anche il nome dell’ex senatore del Movimento 5 Stelle, Gregorio De Falco, attualmente nel Gruppo Misto. Ai nostri microfoni ha spiegato di essere disponibile, a patto che si condivida un chiaro progetto di lavoro e di contrasto alla pandemia. Ci ha poi confermato come i numeri per una nuova maggioranza ci siano. Ascoltiamolo:


 

Fontana annuncia ricorso contro la zona rossa in Lombardia

(di Claudio Jampaglia)

La linea l’aveva già data un fedelissimo di Matteo Salvini, Guido Guidesi, fresco assessore regionale, invitando alla rivolta delle partite Iva, seguito da tutta la Lega lombarda: “La zona rossa è assurda, ricordatevi chi vi chiude in casa, il governo giallorosso”. E il presidente Attilio Fontana, dopo i messaggi di rassegnazione dei giorni scorsi sui dati che in effetti ponevano la regione a rischio zona rossa, ha cambiato tono e attaccato il governo aizzando malcontento e rabbia sociale: “è una punizione, non ce lo meritiamo”. Colpa del ministro Speranza e dei suoi indici ballerini, ha detto, perché se ne usassimo altri non saremmo in zona rossa. E ci mancherebbe presidente. Annuncia ricorso Fontana, forse al Consiglio di Stato, con nessuna chance in emergenza sanitaria. E noi continuiamo a chiederci perché il governo non abbia commissariato la sanità in Lombardia che ha buttato via i mesi estivi a spartire poltrone e soldi per i COVID hub ospedalieri senza un euro per uno screening di massa per quella gente e per qui territori che oggi la Lega autorizza alla disobbedienza sanitaria. Perché di questo si tratta, nessuno ha voglia di tornare in zona rossa, in tanti non possono nemmeno permetterselo, lo raccontiamo tutti i giorni. Ma quelli che volevamo gli stadi aperti, i negozi aperti per Natale, i pranzi con la famiglia, la libertà di girare erano sempre loro: la Lega e il centrodestra. Quelli che non sanno perché la Lombardia sia stata martoriata dalla seconda ondata, superando i 26mila morti, con 400mila nuovi contagi. Quelli per cui è sempre colpa di qualcun altro. E così legittimano le persone a non rispettare le regole ciascuno con la sua particolare scusa. Una c’è sempre, lo abbiamo imparato da bambini. In questo liberi tutti anche molti sindaci del centrosinistra, di Bergamo e di Cremona ad esempio, le due città più colpite nella prima ondata, chiedono deroghe e permessi speciali. Ci dispiace pensavamo di aver lottato insieme finora. E di questo passo arriveremo alla invocazione della deroga di condominio.

Le novità in vigore da sabato col nuovo DPCM

(di Omar Caniello)

Da sabato con l’entrata in vigore del nuovo Dpcm non si potrà uscire dalla propria regione anche se si trova in fascia gialla. Cibo e bevande potranno essere acquistati nei bar soltanto fino alle 18. Limiti anche agli spostamenti verso altre abitazioni private, saranno consentiti una vota al giorno dalle 5 alle 22 per un massimo di due persone. Gli impianti da sci rimangono chiusi fino al 15 febbraio, palestre, piscine e cinema fino al 5 marzo, i musei potranno aprire dal lunedì al venerdì ma solo in fascia gialla. Rimane confermato il coprifuoco dalle 22 alle 5. Fino al 15 febbraio è dunque vietato andare nelle seconde case che si trovano fuori regione. Se si è residenti in una regione in fascia arancione è vietato andare nella seconda casa fuori dal proprio Comune salvo per motivi d’urgenza. Dal 17 gennaio quando entrerà in vigore la nuova suddivisione per zone, solo Basilicata, Campania, Molise, provincia di Trento, Sardegna e Toscana resteranno gialle mentre Lombardia, Sicilia e provincia autonoma di Bolzano saranno in zona rossa e tutte le altre in zona arancione. In zona Rossa non si potrà uscire di casa se non per lavoro, salute o necessità, i negozi saranno chiusi ad eccezione di alimentari, farmacie, edicole, tabacchi restano alcune deroghe come ad esempio: parrucchieri, negozi per bambini, librerie. I ristoranti possono fare asporto fino alle 22, i bar solo fino alle 18. In zona arancione invece ci si potrà muovere ma solo all’interno del proprio comune, i negozi saranno aperti e anche i centri commerciali esclusi festivi e prefestivi.
Per quanto riguarda le scuole in zona arancione riaprono tutte, comprese le superiori in presenza almeno al 50% salvo ulteriori restrizioni decise a livello locale. In zona rossa invece riprenderanno, nidi materne, elementari e il primo anno delle medie per il resto sarà Dad anche in questo caso sono possibili ulteriori restrizioni decise a livello locale.

Un milione di italiani ha ricevuto la prima dose del vaccino anti-COVID

Oggi in Italia è stato superato il milione di persone a cui è stata iniettata una prima dose di vaccino anticovid. Un traguardo celebrato con dichiarazioni da Conte, dal ministro Speranza e dal commissario Arcuri, nello stesso giorno in cui però è circolata una notizia preoccupante sulla Pfizer, che insieme a Biontech produce uno dei due vaccini autorizzati finora in Italia. Le autorità della Norvegia e della Germania hanno annunciato di aver saputo che nelle prossime settimane la multinazionale rallenterà le consegne in Europa: un ritardo che si spiegherebbe con lavori di ristrutturazione in uno stabilimento belga della multinazionale. La presidente della commissione europea è intervenuta dicendo di aver chiamato l’amministratore delegato di Pfizer: “Mi ha rassicurato che tutte le dosi previste saranno consegnate nel primo trimestre”, ha spiegato Ursula Von Der Leyen. La stessa azienda, però, ha confermato che tra fine gennaio e inizio febbraio ci sarà un rallentamento.

Aiuti alle famiglie bisognose. Arrestata la sindaca di San Germano Vercellese

(di Alessandro Principe)

Sotto accusa a Vercelli la gestione degli aiuti alle famiglie bisognose. È stata arrestata la sindaca di San Germano Vercellese, Michela Rosetta, esponente della Lega, e il consigliere comunale, nonché ex assessore, Giorgio Carando.

“I pacchi per gli sfigati”. Così vengono chiamati nelle intercettazioni gli aiuti alimentari da destinare alle famiglie di immigrati o, semplicemente, ai più poveri. I pacchi più scarni. Proprio a quelli che avrebbero avuto più bisogno di sostegno. I pacchi migliori: ad amici e conoscenti. Le indagini sono iniziate dopo che una dipendente comunale aveva raccontato il modo in cui venivano gestiti i pacchi acquistati dal comune con i fondi del ministero per l’emergenza Covid, destinati ai cittadini in difficoltà. I pacchi non venivano distribuiti secondo un criterio di reale necessità dei destinatari. Sindaco e consigliere vengono intercettati mentre ammettono di fare “figli e figliastri” e decidono a chi consegnare il “pacco da sfigati”, quello con meno prodotti, e a chi i pacchi più ricchi. Con questo sistema sono rimasti esclusi dagli aiuti anziani non autosufficienti con redditi modestissimi, mentre ne hanno beneficiato persone con un reddito oltre il tetto fissato per avere accesso al sostegno. La sindaca è anche accusata di aver discriminato una donna musulmana che aveva chiesto che nei pacchi alimentari non le fossero inviati prodotti che lei e la sua famiglia non potevano consumare per motivi religiosi: quella richiesta l’aveva fatta finire in fondo alla lista delle famiglie da aiutare. Non solo: la sua documentazione era stata distrutta e la donna non aveva più ricevuto i pacchi. Per questo gli inquirenti contestano alla sindaca. l’aggravante della discriminazione e odio razziale. Michela Rosetta, leghista, salviniana di ferro, era già stata al centro di polemiche per essersi rifiutata di pagare il funerale di un giovane nigeriano morto sotto un treno e rimasto in un obitorio per mesi. Aveva detto no ai profughi nel suo paese minacciando di multare quei cittadini che avessero affittato casa a stranieri senza prima comunicarlo al Comune.

Il governo olandese si è dimesso

In Olanda si è dimesso il governo dopo che migliaia di famiglie – di cui circa metà con origine straniera – sono state accusate ingiustamente di aver ricevuto aiuti pubblici senza averne diritto. A queste famiglie negli scorsi anni è stato chiesto di restituire i soldi, e centinaia hanno avuto difficoltà economiche per questo. Il tutto è iniziato nel 2012, ma solo il mese scorso è stato pubblicato un rapporto parlamentare in cui si denunciano le ingiustizie subite dalle persone coinvolte, ingiustizie definite “un processo di massa” nello stesso rapporto.

L’andamento dell’epidemia di COVID-19 in Italia

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    Fa troppo caldo: scioperano i lavoratori della Emmegi, che costruisce condizionatori a Cassano d’Adda

    Troppo caldo, lavoratori in sciopero. 36 gradi nel capannone dove si producono componenti per i condizionatori. Il paradosso è che, in quella ditta, si producono scambiatori di calore, componente fondamentale per gli impianti di climatizzazione. Che però, nei capannoni della Emmegi di Cassano d’Adda, non ci sono. La conseguenza, temperature roventi, che superano i 36 gradi, e condizioni di lavoro inaccettabili. Per questo lavoratori e lavoratrici stanno scioperando, per ottenere almeno un po’ di refrigerio, che però al momento viene negato dalla proprietà, che anzi ha incaricato un consulente per farsi dire che “la temperatura è acettabile”. Maurizio Iafreni è Rsu Fiom alla Emmegi e responsabile della sicurezza: (foto Fiom Cgil)

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