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1960: l’anno delle indipendenze africane. Bella Bellow, la voce del Togo

Bella Bellow

Dopo il Camerun il primo gennaio e gli attuali Senegal e Mali che il 4 aprile ottengono l’indipendenza di fatto (con il passaggio di poteri dalla Francia alla federazione che riuniva Senegal e Sudan francese e che si sarebbe sciolta nel giro di pochi mesi), dei diciassette paesi africani che raggiungono l’indipendenza nel ’60 il successivo è, il 27 aprile, il Togo. In quel momento Bella Bellow ha quindici anni, ma diventerà rapidamente la figura più popolare della musica togolese, e una cantante amatissima in molta parte dell’Africa nera della fase delle indipendenze.

Bella Bellow nasce nel gennaio del ’45 in un villaggio a 35 chilometri a nord di Lomé, la capitale: il padre è di origine nigeriana e la madre di origine ghanese. Dopo avere frequentato la primaria e la secondaria, la giovane va ad Abidjan, in Costa d’Avorio, per studiare da segretaria, ma ne approfitta per studiare musica alla Ecole de Beaux Arts della città: fin da bambina ha mostrato grandi doti nel canto, e ad Abidjan il suo talento emerge nettamente.

La sua affermazione è rapida. Nel ’65, a vent’anni, viene invitata dal presidente del Dahomey, che poi negli anni settanta prenderà il nome di Benin, a cantare in occasione dei festeggiamenti per il quinto anniversario dell’indipendenza del paese. Nel ’66 si esibisce a Dakar, in Senegal, al Festival Mondiale delle Arti Negre, epocale manifestazione dell’Africa delle indipendenze.

Bella Bellow nel ’68 va poi a Parigi, dove la sua carriera viene presa in mano dal produttore togolese Gerard Akueson, che per lei combina melodie e ritmi togolesi con stilemi della musica nera proveniente da oltre atlantico, cercando di proporre al pubblico internazionale un prodotto musicale aggiornato ma anche con un sapore esotico: nel suo primo hit, Rockia, del ’69, Bella dispiega una voce calda e di notevole estensione su una base funky.
Il successo si traduce in un tour in diversi paesi dell’Africa nera francofona, Costa d’Avorio, Niger, Zaire; poi Bella Bellow rappresenta il Togo in un festival a Tunisi, quindi l’Africa in altre manifestazioni ad Atene e a Rio de Janeiro, dove si esibisce al Maracanà davanti ad un pubblico oceanico. È fra i primi artisti africani ad arrivare all’Olympia, a Parigi, all’epoca un grande traguardo.

Dopo avere rotto con Akueson, nei primi anni settanta Bella registra alcune canzoni con Manu Dibango, e torna poi in patria. Nel ’73 Dibango, che aveva sfondato negli Stati Uniti con Soul Makossa, pianifica un tour oltre oceano con Bella Bellow: ma nel dicembre del ’73, a 28 anni, Bella muore sul colpo in un incidente automobilistico mentre dal suo villaggio sta andando a Lomé.

Cantando in diverse lingue, ma soprattutto in lingua ewe, nel corso della sua breve carriera Bella Bellow ha registrato solo una dozzina di brani: sufficienti però a consegnarla alla leggenda e a farla ricordare e amare ancora adesso. Bella Bellow ha influenzato diverse cantanti del Togo e di altri paesi dell’area: la più famosa è la star del Benin Angelique Kidjo, che ha dichiarato il suo debito nei confronti di Bella Bellow e le ha reso omaggio riprendendo diverse sue canzoni.

  • Autore articolo
    Marcello Lorrai
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