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Lombardia tra coprifuoco e l’ingerenza di Salvini. Parla il consigliere Bussolati

Attilio Fontana - Regione Lombardia - Salvini Coprifuoco

Pietro Bussolati, consigliere regionale della Lombardia in quota Partito Democratico, è intervenuto oggi a Radio Popolare nel giorno in cui sarebbe dovuta arrivare la firma dell’ordinanza per l’istituzione del coprifuoco sanitario nella Regione, fatta slittare però dall’intervento del leader della Lega Matteo Salvini, un particolare anticipato dalla stampa e confermato proprio da Bussolati.

L’intervista di Lorenza Ghidini e Roberto Maggioni a Prisma.

La firma dell’ordinanza sul coprifuoco in Lombardia e sulla chiusura dei centri commerciali nel fine settimana da parte di Attilio Fontana e del Ministro Speranza non è arrivata perchè, scrive oggi il Corriere Della Sera, sembra che Matteo Salvini abbia stoppato tutto in attesa di ulteriori verifiche. Anche a voi è arrivata questa voce?

Sì, è arrivata questa voce, ma la cosa è particolare. Io sono dell’idea che non si debbano contestare le restrizioni sia quando le fa il governo sia quando le fa la Regione perché quando un governatore o un Presidente del Consiglio fanno una restrizione non lo fanno sicuramente a cuor leggero, ma lo fanno per dare un segnale e cercare di limitare dove si può e cercando di non incidere eccessivamente nella vita delle persone e nell’economia. Non è la prima volta che Salvini si fa vedere dalle parti di Palazzo Lombardia e cerca di usare Attilio Fontana come un burattino per scopi politici. La cosa grave è che questo è successo anche durante la prima ondata e ha portato a delle scelte che sono state bizzarre e forse oggi si capisce perché la Regione Lombardia non è intervenuta per chiudere Alzano e Nembro e farne una zona rossa. Forse è perché c’era qualcuno che diceva che questa sarebbe stata una scelta impopolare che avrebbe fatto infuriare i cittadini e le imprese. Questa ingerenza da parte di qualcuno che non è eletto in alcun modo in Regione Lombardia e che va a dettare la linea alla presidenza è molto particolare. Ed è ancor più particolare perchè in questo caso la decisione del coprifuoco, giusta o sbagliata, è stata condivisa con tutti i sindaci, con Anci e con tutti i capigruppo di minoranza. Fa ancora più preoccupare il fatto che Salvini si scagli contro l’unica volta che Fontana ha fatto una scelta di questo genere e preferisca quando, mentre morivano 300 persone al giorno in Regione Lombardia, gli assessori della giunta e lo stesso Presidente continuavano a far polemica con il governo invece che provare a risolvere insieme i problemi.

A questo punto potremmo aspettarci un’ordinanza di coprifuoco in Lombardia un po’ più soft rispetto a quanto annunciato in precedenza?

L’ordinanza deve arrivare per forza entro questa mattina, perchè altrimenti la Giunta regionale perde la faccia proprio per questa grande concertazione che c’è stata con i sindaci. Non mi aspetto grandi differenze perchè qualsiasi passo indietro sarà un ulteriore indebolimento della giunta regionale, già particolarmente indebolita. È chiaro che il tilt politico e amministrativo in cui versa la Regione Lombardia è molto preoccupante perché se anche per fare scelte di questo tipo devono andare in crisi è evidente che non sono in grado di gestire Regione Lombardia. E noi abbiamo bisogno di una guida salda, che non è quella di chi pasticcia coi fondi esteri, come ha fatto Fontana, per pagare le aziende di famiglia. Noi abbiamo bisogno di persone che sappiano prendersi delle responsabilità senza che qualcuno arrivi da Roma a tirare il guinzaglio. Abbiamo bisogno di persone libere e purtroppo in questo momento né Fontana né Gallera né la giunta lombarda sono persone libere e in grado di difendere la Regione Lombardia.

Qualche giorno fa il commissario Arcuri ha fatto una polemica molto dura nei confronti delle Regioni che riguarda anche la Lombardia a proposito delle terapie intensive. Il governo ha mandato tutti i dispositivi necessari per attivare una serie di posti aggiuntivi, ma in Lombardia ne sono stati attivati soltanto alcun. Che fine hanno fatto gli altri?

Intanto, come ha raccontato Tito Boeri, sono stati dati dei bonus ai dirigenti sanitari lombardi per tagliare i posti letto anche in questa fase, nonostante la prima ondata, segno che proprio non si è capito in che mondo si vive e che cosa è successo nella scorsa primavera. La Lombardia punta ancora molto sull’ospedale in Fiera, che ha detto di voler aprire nel corso di questa settimana. L’ospedale in Fiera è una concentrazione di posti letto di terapia intensiva che comporta due tipi di problemi tecnici. Il primo è che per portare i pazienti, che ovviamente non sono consci, all’interno di questa struttura le ambulanze hanno soltanto tre ore di ossigeno: va benissimo per Milano, ma da altri territori è difficile trasportarli in un unico punto. Il secondo problema è che di solito i centri di terapia intensiva hanno bisogno di un ospedale in cui ci siano altri specialisti, penso ai cardiochirurghi e non solo, che possono intervenire quando il malato in terapia intensiva ha necessità. Se in ospedale c’è un cardiochirurgo che può intervenire immediatamente, dove ci sono solo posti letto di terapia intensiva non ci sono altri specialisti a disposizione e questo rende più pericolosa la permanenza in questa struttura.

(Potete ascoltare l’intervista a partire dal minuto 2.30)

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