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“Luci e ombre” del nuovo decreto che modifica i decreti Salvini

migranti OIM - Decreti Salvini

Nella tarda serata di ieri il Consiglio dei Ministri ha approvato un decreto-legge che introduce disposizioni urgenti in materia di immigrazione, protezione internazionale e complementare e che va a modificare i cosiddetti Decreti Salvini. Il Partito Democratico si è subito affrettato a celebrare, ma a poche ore da quell’annuncio non tutti sono soddisfatti delle modifiche apportate. Cosa cambierà?

Lorenza Ghidini e Roberto Maggioni ne hanno parlato questa mattina a Prisma con Gianfranco Schiavone dell’Associazione per gli Studi Giuridici sull’immigrazione e col portavoce di Open Arms Riccardo Gatti, che sottolineano due aspetti diversi del testo.

I contro delle modifiche ai decreti Salvini secondo Riccardo Gatti

Il punto focale è che né nel patto migratorio dei decreti legislativi né nelle intenzionalità politiche vi sono il ripristino di operazioni di soccorso in mare, istituzionalizzate o attraverso il coordinamento istituzionale. Il soccorso in mare viene utilizzato a livello politico, ma non si sta cercando realmente e operativamente di migliorare il soccorso il mare: semplicemente non si tocca il tema, come non lo si è fatto a livello europeo nel patto migratorio. Nel decreto Immigrazione si cerca di mettere una toppa alla distruzione che ha fatto Salvini, ma non c’è da mettere una toppa, c’è da cancellare tutto e ragionare in un nuovo paradigma di pensiero: ci sono persone che muoiono in mare perché non vengono soccorse, ci sono delle navi che vogliono soccorrere e che hanno la possibilità e la capacità di soccorrere e vengono fermate. Le persone muoiono se non vengono soccorse e se non c’è un sistema di soccorso in mare poco c’è da fare. Se invece lo sforzo è solo dato ad appoggiare la cosiddetta guardia costiera libica si vede bene qual è lo sforzo.

I pro delle modifiche ai decreti Salvini secondo Gianfranco Schiavone

Il mio è un giudizio complessivamente positivo. Non si tratta di un testo di abrogazione completa, ma di una serie di riforme comunque reali. Sicuramente la parte più importante, dove non solo abbiamo un buon testo ma un netto miglioramento rispetto al passato, è il ritorno all’articolo 5 comma 6 del vecchio testo: si ritorna sostanzialmente all’obbligo di rispettare gli obblighi costituzionali o internazionali nel riconoscere una terza forma di protezione, che viene però rinforzata: viene previsto anche il rilascio del medesimo permesso per motivi di protezione speciale per tutti coloro che hanno un buon radicamento sociale in Italia. C’è il rinvio al rispetto della vita privata e familiare come elemento che l’amministrazione deve valutare obbligatoriamente e si profila addirittura come un divieto di espulsione. Bene anche la parte sul ripristino del sistema di protezione extra SPRAR.

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    Un anno di Trump (dopo i primi quattro dal 2016). Il 6 novembre 2024 il tycoon veniva rieletto alla Casa Bianca con una maggioranza risicata, poco più di 2 milioni di voti su 156 milioni di schede votate. In un anno Trump ha trasformato il declino di una superpotenza - gli Stati Uniti degli ultimi anni - in una forza aggressiva contro paesi e principi che erano stati amici dal dopoguerra ad oggi. Trump e il tramonto della relazione privilegiata americana con l’Europa; Trump e il tramonto delle garanzie democratiche dello stato di diritto. Nel primo anniversario del ritorno di Trump alla Casa Bianca è arrivata l’elezione del sindaco di New York Zohran Mamdani. Ecco un passaggio del suo discorso della vittoria: «la saggezza convenzionale direbbe che sono ben lontano dall’essere il candidato perfetto. Sono giovane, nonostante i miei sforzi per invecchiare. Sono musulmano. Sono un socialista democratico. E, cosa ancora più grave, mi rifiuto di chiedere scusa per tutto questo». Pubblica ha ospitato Ida Dominijanni, giornalista e saggista, fa parte del direttivo del Centro per la Riforma dello Stato. Ha insegnato filosofia politica e teoria femminista all’università di Roma Tre ed è stata ricercatrice alla Cornell University (NY).

    Pubblica - 06-11-2025

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    Alla Cop l'assemblea dei popoli chiede giustizia climatica

    A Belèm in Brasile lunedì si apre la Cop30 per il clima per cercare di tenere insieme la lotta al riscaldamento globale sotto i colpi del negazionismo di Trump e delle guerre; insieme alla Cop nella città amazzonica si riuniscono migliaia di rappresentanti di movimenti e organizzazioni sociali per elaborare proposte sulla crisi climatica, a partire da quelle relative all'Amazzonia e ai popoli che la abitano. Si chiama Cupola dos Povos ovvero "cupola dei Popoli", e non è la prima volta che si riunisce anzi, è una tradizione. Come ci racconta una delle leader del movimento indigeno brasiliano Sila Mesquita Apurina intervistata da Sara Milanese.

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    Trasmissione trisettimanale, il lunedì dedicata all’America Latina con Chawki Senouci, il mercoledì all’Asia con Diana Santini, il giovedì all’Africa con Sara Milanese.

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    Gaza, l’Onu chiede cibo e tende per l’inverno, ma Israele continua a demolire edifici con raid aerei

    Gaza, l’Onu chiede cibo e tende per l’inverno, ma Israele continua a demolire edifici con raid aerei “A Gaza mancano cibo e rifugi, bisogna aprire il valico di Rafah”: è l’ennesimo appello che l’Onu rivolge a Israele. A quasi un mese dall’entrata in vigore del cessate il fuoco, nella Striscia entra ancora solo una minima parte degli aiuti previsti; le agenzie umanitarie denunciano che Israele impedisce l’ingresso anche a tende, coperte e rifugi. I palestinesi della Striscia, in gran parte sfollati, non sono in condizione di affrontare la stagione fredda che si avvicina. L’esercito però, in violazione del cessate il fuoco, continua l’opera di demolizione degli edifici: dall’alba sono in corso raid aerei sui quartieri orientali di Gaza City. A livello diplomatico intanto gli Stati Uniti, intanto, portano avanti il loro piano per Gaza presso il consiglio di sicurezza dell’Onu: nelle scorse ore la risoluzione che autorizza la Forza internazionale di stabilizzazione è stata presentata anche ai paesi arabi coinvolti nel processo di mediazione tra Hamas e Israele. Da Deir al Balah, la testimonianza di Nicolò Parrino, responsabile logistica di Emergency a Gaza, intervistato da Chawki Senouci.

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    Monica Frassoni, presidente della Alleanza europea del risparmio energetico, commenta l’accordo raggiunto a Bruxelles per gli obiettivi climatici 2040 (90% riduzione delle emissioni ma con 5% di "sconto" ovvero di crediti di carbonio che si possono spendere in progetti di riforestazione in giro per il mondo). Sara Milanese presenta l'incontro dei presidenti a Belém in Brasile come prologo della Cop30 per il clima che inizia lunedì nella citta amazzonica e ci fa ascoltare Sila Mesquita Apurina una delle leader dell'Alleanza delle comunità indigene che organizza la "cupola dei Popoli, l'incontro che da 30 anni porta avanti le istanze dal basso delle società civili, indigene e non. Caterina Pozzi, presidente del CNCA (Coordinamento Nazionale Comunità Accoglienti) ci racconta della contro-conferenza su droghe e dipendenze mentre apre domani quella del governo che rivendicherà l'approccio punitivo e proibizionista. Infine, Alessandro Diegoli rilancia al staffetta 50e50 non solo in Lombardia ma in tutto il mondo.

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