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I conti delle bonifiche Expo non tornano

Questa vicenda finirà in Tribunale”. Parola di avvocato. Quello del gruppo Cabassi, Giuseppe Di Giovanna che ai microfoni di Radio Popolare racconta un pezzo di storia di Expo visto dalla parte di chi possedeva il 30 per cento dei terreni su cui si è svolta l’esposizione universale. E che ora rischia di vedersi accollate spese per lavori mai rendicontati da Expo. Tanti soldi, una parte di quei 29 milioni per bonifiche e pulizia dei terreni che Expo ha chiesto ad Arexpo, e Arexpo chiederà ai proprietari precedenti delle aree: Cabassi e Fondazione Fiera.

Riavvolgiamo il nastro. La vicenda inizia nel 2011, quando prima della compravendita dei terreni vengono fatte le analisi per capire se le aree sono inquinate, in quali punti, quanto e che costo avrà la bonifica. Tutto come da prassi. Quelle verifiche, fatte sotto la supervisione di MM, rilevarono tre punti di contaminazione, per circa 100mila euro di bonifica prevista. L’accordo si chiuse su 250mila euro di spesa che Expo avrebbe dovuto rendicontare al gruppo Cabassi entro 60 giorni dalla fine dei lavori di pulizia. Rendicontazione mai consegnata. “Non sappiamo ancora quanti soldi hanno speso e per fare cosa. Abbiamo letto sui giornali che ora Expo vorrebbe scaricare su di noi una parte di questi 29 milioni spesi per la movimentazione della terra”. Ma cosa c’entra la movimentazione delle terre da riporto con le bonifiche? E perché i proprietari precedenti dell’area dovrebbero pagare costi di costruzione del sito?

La vicenda diventa ancora più bizzarra se consideriamo il costo dichiarato da Expo a ottobre 2015 per questa movimentazione di terre da riporto: 72 milioni. Che, è notizia di pochi giorni fa, oggi sono scesi a 29. Perché?

Non pagheremo”, ci dice l’avvocato Di Giovanna. “È inaccettabile il tentativo di scaricare le difficoltà del bilancio Expo sugli ex proprietari dei terreni”.

Il cda di Expo ha appena deciso di rinviare la presentazione del bilancio dopo le elezioni comunali di Milano, fine giugno. Durante la campagna per le primarie, l’allora commissario Giuseppe Sala, oggi candidato sindaco del centrosinistra, promise la presentazione del bilancio a fine aprile “come avviene per ogni società”. Se l’affaire bonifiche finirà in Tribunale il bilancio Expo subirà nuovi scossoni. Ma lo sapremo solo dopo le elezioni.

“Intanto aspettiamo le carte. Leggo di un rinvio dell’approvazione del bilancio”, dice Di Giovanna. “Spero sia semplicemente dovuto a un problema tecnico, non voglio entrare nella polemica politica. Quello che non si può accettare è il tentativo dei coprire buchi di bilancio attraverso il richiamo in causa dei vecchi proprietari che nel 2011 hanno perso la disponibilità delle aree e non sono mai stati informati in questi anni di quanto sia stato scoperto o non scoperto sotto quei terreni”.

Ascolta l’intervista completa all’avvocato Giuseppe Di Giovanna, legale del gruppo Cabassi.

Giuseppe Di Giovanna avvocato Cabassi

  • Autore articolo
    Roberto Maggioni
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    Non è arrivata nessuna proposta alternativa. Quella presentata da Inter e Milan è rimasta l’unica offerta per l’acquisto dello stadio di San Siro e delle aree vicine al “Meazza”. Il Comune di Milano lo ha comunicato, alla mezzanotte del 30 aprile, alla scadenza dell’avviso pubblico per la raccolta di manifestazioni d’interesse. Un esito prevedibile, dal momento che la finestra è rimasta aperta per poche settimane. Ora proseguiranno i lavori della Conferenza dei servizi, già iniziati quando potevano arrivare anche altre proposte. Il fronte di chi si oppone ai piani dei due club e a come la giunta comunale sta gestendo la vicenda tenta ancora di interrompere il percorso avviato. Oggi il comitato Sì Meazza, dopo aver già fatto un esposto alla Procura, ha inviato alla Corte dei conti una segnalazione perché indaghi per danno erariale, chiamando in causa il Comune. Luigi Corbani del comitato Sì Meazza spiega perché ha depositato questa segnalazione.

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    1) Gaza senza cibo da due mesi. Il blocco israeliano agli aiuti continua indisturbato mentre la fame dilaga tra la popolazione. Nella notte colpita con droni la nave della Freedom Flotilla, che voleva portare aiuti nella striscia. (Sami Abu Omar, Simone Zambrin - Freedom Flotilla) 2) Guerra in Ucraina. Secondo le Nazioni Unite la situazione lungo il fronte è peggiorata da quando sono iniziati i negoziati per il cessate il fuoco. In esteri la testimonianza da Sumy. 3) Germania, i servizi segreti classificano Afd come partito estremista. I leader del partito rispondono: azione politica, ci difenderemo. (Alessandro Ricci) 4) L’effetto Trump sulle elezioni nel pacifico. Domani Australia e Singapore al voto. In entrambi i casi i dazi americani hanno ribaltato i sondaggi. (Lorenzo Lamperti) 5) Mondialità. La partita sul clima si gioca tra Usa e Cina. (Alfredo Somoza)

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    Un percorso attraverso la stratificazione sociale italiana, un viaggio nell’ascensore sociale del Belpaese, spesso rotto da anni e in attesa di manutenzione, che parte dal sottoscala con l’ambizione di arrivare al roof top con l’obiettivo dichiarato di trovare scorciatoie per entrare nelle stanze del lusso più sfrenato e dell’abbienza. Ma anche uno spazio per arricchirsi culturalmente e sfondare le porte dei salotti buoni, per sdraiarci sui loro divani e mettere i piedi sul tavolo. A cura di Alessandro Diegoli e Disma Pestalozza

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