Approfondimenti

Primarie, la battaglia sui “New York values”

Tutti pazzi per i “New York values“. La campagna elettorale fa tappa a New York e i candidati fanno a gara per appropriarsi di storia e tradizioni della città. Hillary Clinton ricorda di aver scelto proprio New York come sua base politica. Bernie Sanders e Donald Trump sono nati qui e Ted Cruz, un politico del Texas che non potrebbe essere più lontano dall’impronta liberal e progressista della città, ha negli ultimi tempi riscoperto i “New York values” – dopo averli pesantemente criticati quando si trovava a far campagna in Iowa e nel Sud. Al di là della retorica, le primarie nello Stato di New York racchiudono una serie di spunti capaci di portare chiarezza nella sfida elettorale.

Per Hillary Clinton, la parola d’ordine è “vincere” – e vincere in modo consistente. “La sfida per la Clinton è di carattere percentuale”, dice David Birdsell, un politologo della Baruch College School. Se infatti l’esito di queste primarie appare piuttosto certo – il vantaggio della Clinton, tra delegati e superdelegati, è ampio e difficilmente colmabile per Sanders – la candidata ha bisogno di apparire forte, tranquilla, inesorabile nella marcia alla nomination. La sfilza di otto sconfitte negli ultimi appuntamenti delle primarie ha pesantemente scalfito proprio questa sua immagine di candidata “inesorabile”; un’immagine che sarà importante quando, a luglio, la Clinton si troverà alla Convention di Philadelphia a negoziare la piattaforma elettorale con Bernie Sanders e i suoi delegati.

Proprio alla ricerca di una vittoria il più possibile larga e convincente Hillary e il marito Bill (che ha i suoi uffici a Harlem, all’incrocio tra la 125esima strada e Lenox) hanno girato in lungo e in largo città e Stato. Hanno stretto mani nell’Upper West Side, viaggiato in metropolitana nel Bronx, cantato nelle chiese battiste di Harlem. Hanno discusso i problemi dei contadini delle fattorie upstate; parlato di lavoro con gli operai di Buffalo e Albany; celebrato con il governatore Andrew Cuomo la nuova legge statale che riconosce 15 dollari all’ora come minimo salariale (una somma che però Hillary non sostiene a livello federale). Per mostrarsi il più possibile accessibile, la Clinton ha privilegiato eventi piccoli, con poche centinaia di fan. E sempre per esaltare il lato affabile e caldo del suo carattere (una cosa che non le viene sempre bene) a Syracuse si è vestita di arancione, il colore della squadra di basket dell’università.

Bernie Sanders ha invece scelto anche a New York la strada dei grandi raduni, che hanno segnato gran parte della sua campagna. A Prospect Park, domenica, erano in 28 mila ad ascoltarlo. Massiccia è stata la sua spesa in spot televisivi – due milioni di dollari più della Clinton – e aggressiva la campagna di phone-banking e porta a porta. Sanders sa che, con ogni probabilità, a New York è destinato a perdere. Al Charlie Rose Show, alla domanda: “Che cosa succederà se perde?”, ha risposto: “Semplicemente, che perdo”. La sconfitta deve essere il più possibile limitata, in modo da mantenere aperto lo scontro e arrivare alla convention di luglio con un buon numero di delegati – e buone capacità di contrattazione con la Clinton.

A Flatbush, Brooklyn, Sanders ha parlato di fronte all’appartamento della sua infanzia, e nelle aree più povere ha portato il messaggio di giustizia sociale ed eguaglianza economica. A Brownsville, un quartiere di Brooklyn dove più del 70 per cento della popolazione è nero, Sanders ha sottolineato le falle del sistema di public housing newyorkese, ricordando che in questa zona il tasso di povertà è superiore al 35 per cento e il 46 per cento della popolazione vive grazie ai buoni pasto. “C’è qualcosa di profondamente sbagliato in un Paese che ha una proliferazione di miliardari e il tasso più alto di povertà infantile tra i Paesi del mondo sviluppato”, ha spiegato.

Tra i repubblicani pare invece sicura la vittoria di  Donald Trump. Il magnate è molto popolare nelle zone rurali e nei centri urbani del nord – meno a New York City e dintorni. Nato nel Queens, Trump oggi vive in una penthouse della Trump Tower, ed edifici con il suo nome – Trump Place, Trump Parc, Trump Soho New York – sorgono in diversi punti della città. Qui, in città, c’è la sua rete di legami sociali e professionali; qui c’è la sede della sua campagna elettorale e delle sue società.

Nelle scorse settimane Trump ha parlato proprio dei “New York values”, che ha identificato nel “coraggio, cuore e anima” mostrati dai newyorkesi all’indomani dell’11 settembre. Nonostante nascita e appello ai sentimenti, l’attrazione che il candidato repubblicano ha raccolto in città resta limitato. Quello che non piace a larga parte dei newyorkesi sono soprattutto le sue posizioni sull’immigrazione, in una città che ha fatto della diversità uno dei pilastri della sua storia e “narrazione”. “In questa città noi viviamo gli uni accani agli altri e Donald Trump ha un messaggio più di segregazione che di integrazione”, ha detto Keith Wright, un democratico in corsa per il Congresso proprio a New York.  L’avversione nei confronti delle posizioni politiche di Trump è arrivata sino alla diffusione di petizioni che chiedono di cancellare il nome del miliardario dal Donald J. Trump State Park, che si trova nelle contee di Westchester e Putnam.

Nonostante la scarsa simpatia di cui Trump gode, la sua vittoria su Ted Cruz a New York appare certa. Secondo i sondaggi, il senatore del Texas arriverebbe addirittura terzo, dopo Trump e John Kasich. La tappa newyorkese ha avuto un obiettivo comunque importante per Cruz: rinsaldare i legami con il mondo politico e finanziario che non vuole Trump candidato dei repubblicani. Cruz ha partecipato, in una townhouse dell’Upper East Side, a una riunione del New York Metropolitan Republican Club, dove ha messo da parte i valori religiosi propagandati nel Sud e nel Midwest e ha parlato di business, sicurezza nazionale e rapporti con Israele. Lunedì sera, il senatore del Texas e la moglie Heidi hanno invece incontrato i rappresentanti di Wall Street e del mondo dell’economia. L’obiettivo era raccogliere i milioni di dollari che consentano a Cruz di restare competitivo nei confronti di Trump (che lunedì ha versato nella campagna altri due milioni di dollari di tasca propria).

  • Autore articolo
    Roberto Festa
ARTICOLI CORRELATITutti gli articoli
POTREBBE PIACERTI ANCHETutte le trasmissioni

Adesso in diretta

  • Ascolta la diretta

Ultimo giornale Radio

  • PlayStop

    Giornale Radio venerdì 07/11 12:30

    Le notizie. I protagonisti. Le opinioni. Le analisi. Tutto questo nelle tre edizioni principali del notiziario di Radio Popolare, al mattino, a metà giornata e alla sera.

    Giornale Radio - 07-11-2025

Ultimo giornale Radio in breve

  • PlayStop

    Gr in breve venerdì 07/11 18:31

    Edizione breve del notiziario di Radio Popolare. Le notizie. I protagonisti. Le opinioni. Le analisi.

    Giornale Radio in breve - 07-11-2025

Ultima Rassegna stampa

  • PlayStop

    Rassegna stampa di venerdì 07/11/2025

    La rassegna stampa di Popolare Network non si limita ad una carrellata sulle prime pagine dei principali quotidiani italiani: entra in profondità, scova notizie curiose, evidenzia punti di vista differenti e scopre strane analogie tra giornali che dovrebbero pensarla diversamente.

    Rassegna stampa - 07-11-2025

Ultimo Metroregione

  • PlayStop

    Metroregione di venerdì 07/11/2025 delle 07:15

    Metroregione è il notiziario regionale di Radio Popolare. Racconta le notizie che arrivano dal territorio della Lombardia, con particolare attenzione ai fatti che riguardano la politica locale, le lotte sindacali e le questioni che riguardano i nuovi cittadini. Da Milano agli altri capoluoghi di provincia lombardi, senza dimenticare i comuni più piccoli, da dove possono arrivare storie esemplificative dei cambiamenti della nostra società.

    Metroregione - 07-11-2025

Ultimi Podcasts

  • PlayStop

    L'Orizzonte di venerdì 07/11 18:35

    L'Orizzonte è l’appuntamento serale con la redazione di Radio Popolare. Dalle 18 alle 19 i fatti dall’Italia e dal mondo, mentre accadono. Una cronaca in movimento, tra studio, corrispondenze e territorio. Senza copioni e in presa diretta. Un orizzonte che cambia, come le notizie e chi le racconta. Conducono Luigi Ambrosio e Mattia Guastafierro.

    L’Orizzonte - 07-11-2025

  • PlayStop

    Sala, la Città 30? Se ne occuperà il prossimo sindaco. “Irricevibile” replica Legambiente

    A Milano si torna a parlare di sicurezza stradale dopo gli ultimi tre investimenti di pedoni che si sono verificati in città. Un uomo di 87 anni è morto dopo essere stato investito sulle strisce pedonali da un furgone guidato da una persona che non si è fermata a prestare soccorso, un ragazzo di 12 anni è in coma colpito in zona Vigentina e un altro di 9 anni è ricoverato non in pericolo di vita per un investimento nella zona di piazza Durante. Oggi i giornalisti hanno chiesto al sindaco Beppe Sala perché Milano non prende provvedimenti per moderare la velocità dei mezzi a motore in città, provvedimenti come la Città 30, attiva a Bologna e Lodi ad esempio. “È difficile farla passare per le norme nazionali, è molto complesso. Noi andremo avanti per completare il percorso intorno alle scuole poi credo sia un tema che dovrà affrontare chi mi succederà”, ha detto Sala. “Parole irricevibili”, replica il responsabile trasporti di Legambiente Lombardia Federico Del Prete, intervistato da Roberto Maggioni

    Clip - 07-11-2025

  • PlayStop

    Poveri ma belli di venerdì 07/11/2025

    Un percorso attraverso la stratificazione sociale italiana, un viaggio nell’ascensore sociale del Belpaese, spesso rotto da anni e in attesa di manutenzione, che parte dal sottoscala con l’ambizione di arrivare al roof top con l’obiettivo dichiarato di trovare scorciatoie per entrare nelle stanze del lusso più sfrenato e dell’abbienza. Ma anche uno spazio per arricchirsi culturalmente e sfondare le porte dei salotti buoni, per sdraiarci sui loro divani e mettere i piedi sul tavolo. A cura di Alessandro Diegoli e Disma Pestalozza

    Poveri ma belli - 07-11-2025

  • PlayStop

    Scoprire se stessi nel rapporto con gli altri: il nuovo album di Mecna

    “Discordia, Armonia e Altri Stati D’Animo” è il decimo album di Mecna, rapper pugliese che continua la sua evoluzione portando nei suoi brani una consapevolezza tutta nuova. “Mi sono preso più tempo perchè volevo un disco che mi accontentasse al cento per cento” racconta il rapper ai microfoni di Radio Popolare, spiegando che il nuovo lavoro esplora l’età adulta attraverso la lente delle relazioni e dei suoi stati d’animo. Dal rapporto con il passato fino alle tematiche e alle influenze del disco: l’intervista di Matteo Villaci a Mecna.

    Clip - 07-11-2025

  • PlayStop

    Vieni con me di venerdì 07/11/2025

    Vieni con me è una grande panchina sociale. Ci si siedono coloro che amano il rammendo creativo o chi si rilassa facendo giardinaggio. Quelli che ballano lo swing, i giocatori di burraco e chi va a funghi. Poi i concerti, i talk impegnati e quelli più garruli. Uno spazio radiofonico per incontrarsi nella vita. Vuoi segnalare un evento, un’iniziativa o raccontare una storia? Scrivi a vieniconme@radiopopolare.it o chiama in diretta allo 02 33 001 001 Dal lunedi al venerdì, dalle 16.00 alle 17.00 Conduzione, Giulia Strippoli Redazione, Giulia Strippoli e Claudio Agostoni La sigla di Vieni con Me è "Caosmosi" di Addict Ameba

    Vieni con me - 07-11-2025

  • PlayStop

    Volume di venerdì 07/11/2025

    Le nuove uscite musicali di oggi, il disco della settimana di Florence + The Machine e l'intervista a Mecna a cura di Matteo Villaci e Andrea Bulciaghi. Nella seconda parte un estratto dell'intervista di Niccolò Vecchia ad Andrea Laszlo De Simone, e la telefonata a Gianmarco Bachi per farci raccontare il concerto di Johnny Marr degli Smiths tenutosi ieri sera a Milano.

    Volume - 07-11-2025

  • PlayStop

    Il nuovo libro di Maurizio De Giovanni si addentra nella notte della Repubblica

    "L'orologiaio di Brest": una nuova storia per il celebre scrittore, un’indagine alla ricerca di un “uomo degli ingranaggi”, custode di molti segreti della Repubblica, dalla biografia a tinte forti e dal passato tumultuoso. Dagli anni Ottanta a oggi, un percorso che illumina in modo spietato la storia recente di un'Italia mai in pace con la propria coscienza sociale e politica. L'intervista di Cecilia di Lieto a Maurizio De Giovanni.

    Clip - 07-11-2025

  • PlayStop

    Musica leggerissima di venerdì 07/11/2025

    a cura di Davide Facchini. Per le playlist: https://www.facebook.com/groups/406723886036915

    Musica leggerissima - 07-11-2025

  • PlayStop

    Considera l’armadillo di venerdì 07/11/2025

    Considera l'armadillo di venerdì 7 novembre 2015 ospite Maria Ina Arnone, dirigente di ricerca della @Stazione Zoologica Anton Dohrn e coordinatrice dello Studio internazionale sul Riccio di mare e sul suo cervello, pubblicato sulla rivista @Science Advances. A cura di Cecilia Di Lieto.

    Considera l’armadillo - 07-11-2025

  • PlayStop

    Cult di venerdì 07/11/2025

    Oggi a Cult, il quotidiano culturale di Radio Popolare: Lino Guanciale torna su Rai 1 per la nuova serie di "Il Commissario Ricciardi"; all'ex-Istituto Psichiatrico di Collegno la mostra fotografica "Robe da Matti"; al Piccolo Teatro presentata la 3° edizione del Festival Presente Indicativo; la rubrica di fumetti a cura di Antonio Serra...

    Cult - 07-11-2025

  • PlayStop

    Manovra, Sabbadini: "La priorità doveva essere per i più fragili"

    Istat, Bankitalia, Corte dei Conti: bordate sulla manovra che aumenta le disuguaglianze e non fa nulla per ceto medio e poveri. Al microfono di Mattia Guastafierro, ospite del programma "L'Orizzonte", Linda Laura Sabbadini – statistica e studiosa dei cambiamenti sociali, già direttrice dell'Istat – commenta: "La priorità doveva essere per i più fragili".

    Clip - 07-11-2025

  • PlayStop

    37e2 di venerdì 07/11/2025

    Gli sportelli per il diritto alla salute; il personale medico della struttura complessa di Endoscopia digestiva autorizzato a operare in una struttura privata non accreditata; adolescenti e disagio; Gaza, oggi abbiamo il racconto di un medico.

    37 e 2 - 07-11-2025

Adesso in diretta