Approfondimenti

Brasile nella bufera

Quando il deputato Bruno Araujo del Pernambuco ha pronunciato il 142° fatidico sì alla richiesta di impeachment della presidente Dilma Rousseff, nell’Aula della Camera di Brasilia e in alcune piazze è scoppiato il carnevale carioca, mentre altrettanti piangevano. Le piazze pro e contro il governo dei Partito dei Lavoratori (PT) hanno riprodotto fedelmente la spaccatura della società brasiliana tra i ceti medi e medio alti e la massa di poveri e poverissimi che in Brasile continuano ad essere maggioranza. I primi hanno voltato le spalle al PT di Lula da almeno due anni, insoddisfatti dai servizi da terzo mondo, dalla burocrazia asfissiante, dalla crisi economica che ha eroso i redditi; gli altri sostengono Dilma e il suo partito perché grazie a loro hanno avuto più diritti, più assistenza, più protagonismo.

Cosa centra tutto questo con il voto di ieri? Poco o nulla. La richiesta di mettere sotto processo la Presidenta riguarda una vicenda contabile, la cosiddetta “pedalada fiscal”, cioè l’anticipo di un anno sul bilancio dello Stato di introiti previsti per l’anno successivo; metodo tra l’altro utilizzato abbondantemente nei bilanci europei ai tempi dell’austerità. Ma questo – che era l’argomento sul quale votare – non è stato citato nemmeno una volta nelle dichiarazioni di voto dei 367 deputati che hanno chiesto l’avvio del procedimento. Tutti erano orgogliosamente fieri di votare contro Dilma perché “ladra”, “colpevole del declino del paese”, “vagabonda” e altri epiteti poco simpatici proferiti da decine e decine di inquisiti per corruzione, almeno 60, che siedono in Parlamento nelle file dell’opposizione. Un voto che doveva essere tecnico ed è diventato squisitamente politico. Il variegato fronte di oppositori storici delle destre, insieme agli ex alleati del PT, ha votato per mandare a casa un governo democraticamente eletto attraverso lo strumento dell’impeachment – per la seconda volta dal ritorno alla democrazia negli anni ’80.

Il sistema istituzionale brasiliano prevede un Presidente senza maggioranza propria alle Camere, e quindi obbligato a distribuire cariche e prebende a partiti e partitini per riuscire a governare. L’arma è a doppio taglio: basta che si inceppi il meccanismo ben oliato della vendita di favori perché un presidente possa essere licenziato. E’ questo il vulnus alla democrazia che il Partito dei Lavoratori va denunciando da mesi; ma va presso atto che negli ultimi 14 anni di governo di questo partito, prima con Lula e poi con la Rousseff, nessuna ipotesi di riforma è stata avanzata per garantire una governabilità non ricattabile.

Ieri notte a Brasilia si è spezzato il consociativismo tra sinistra e centristi che seppe costruire Lula ai primi anni Duemila per garantire la stabilità dei suoi governi. Un equilibrio che già al momento dell’elezione di Dilma Rousseff cominciava a scricchiolare per rompersi definitivamente negli ultimi due anni. Dilma, una “tecnica” diventata successore del presidente più popolare di tutti i tempi, non ha mai considerato seriamente il necessario e continuo lavorio di mediazione tra partiti e partitini per tenere in vita una governo, lavoro nel quale l’ex sindacalista Lula da Silva era abilissimo.

Il governo che potrebbe insediarsi – se anche, come prevedibile, il Senato voterà contro la Presidente – sarà molto debole, in quanto centrato sulla figura del vicepresidente che farà le funzioni di presidente, quel Michel Temer del PMDB, indicato da Dilma Rousseff come il capo dei complottati e inquisito in almeno tre inchieste della magistratura sulla corruzione. Lo scenario più realistico è quindi l’insediamento di un governo Temer che però rischia di durare molto poco per via dell’opposizione di piazza che farà il PT – e anche perché le inchieste che coinvolgono l’attuale vicepresidente in qualsiasi momento potrebbero definitivamente affondarlo. Più che un governo destinato a durare fino alla scadenza del 2018, sarà un governicchio di transizione verso nuove elezioni. A quel punto si vedrà se le opposizioni che 2 anni fa non erano riusciti a battere Dilma Rousseff, oltre a occupare le televisioni private, sapranno anche conquistare i voti per battere il politico che al momento viene dato in testa ai sondaggi: Luiz Ignacio da Silva detto Lula.

  • Autore articolo
    Alfredo Somoza
ARTICOLI CORRELATITutti gli articoli
POTREBBE PIACERTI ANCHETutte le trasmissioni

Adesso in diretta

  • Ascolta la diretta

Ultimo giornale Radio

  • PlayStop

    Giornale Radio sabato 03/05 08:29

    Le notizie. I protagonisti. Le opinioni. Le analisi. Tutto questo nelle tre edizioni principali del notiziario di Radio Popolare, al mattino, a metà giornata e alla sera.

    Giornale Radio - 03-05-2025

Ultimo giornale Radio in breve

  • PlayStop

    Gr in breve sabato 03/05 10:30

    Edizione breve del notiziario di Radio Popolare. Le notizie. I protagonisti. Le opinioni. Le analisi.

    Giornale Radio in breve - 03-05-2025

Ultima Rassegna stampa

  • PlayStop

    Rassegna stampa di sabato 03/05/2025

    La rassegna stampa di Popolare Network non si limita ad una carrellata sulle prime pagine dei principali quotidiani italiani: entra in profondità, scova notizie curiose, evidenzia punti di vista differenti e scopre strane analogie tra giornali che dovrebbero pensarla diversamente.

    Rassegna stampa - 03-05-2025

Ultimo Metroregione

  • PlayStop

    Metroregione di venerdì 02/05/2025 delle 19:47

    Metroregione è il notiziario regionale di Radio Popolare. Racconta le notizie che arrivano dal territorio della Lombardia, con particolare attenzione ai fatti che riguardano la politica locale, le lotte sindacali e le questioni che riguardano i nuovi cittadini. Da Milano agli altri capoluoghi di provincia lombardi, senza dimenticare i comuni più piccoli, da dove possono arrivare storie esemplificative dei cambiamenti della nostra società.

    Metroregione - 02-05-2025

Ultimi Podcasts

  • PlayStop

    Il demone del tardi di sabato 03/05/2025

    a cura di Gianmarco Bachi

    Il demone del tardi - 03-05-2025

  • PlayStop

    Apertura Musicale di sabato 03/05/2025

    Svegliarsi con la musica libera di Radio Popolare

    Apertura musicale - 03-05-2025

  • PlayStop

    Slide Pistons – Jam Session di sabato 03/05/2025

    La frizzante trasmissione di Luciano Macchia e Raffaele Kohler. Tutti i sabati su Radio Popolare dalla mezzanotte all'una. In onda le scorribande musicali dei due suonatori d’ottone in giro per la città, assecondate da artisti formidabili e straordinari.

    Slide Pistons – Jam Session - 02-05-2025

  • PlayStop

    Doppia Acca di venerdì 02/05/2025

    Dal 2011 è la trasmissione dedicata all’hip-hop di Radio Popolare.

    Doppia_Acca - 02-05-2025

  • PlayStop

    News della notte di venerdì 02/05/2025

    L’ultimo approfondimento dei temi d’attualità in chiusura di giornata

    News della notte - 02-05-2025

  • PlayStop

    Psicoradio di venerdì 02/05/2025

    Psicoradio, avviata nel 2006 dalla collaborazione tra il Dipartimento di Salute Mentale di Bologna e Arte e Salute Onlus, è una testata radiofonica dedicata alla salute mentale. Include un corso triennale per utenti psichiatrici, guidato dalla prof. Cristina Lasagni, e una programmazione che esplora temi psicologici attraverso vari registri: poetico, informativo, ironico e autobiografico. Psicoradio ha realizzato oltre 220 trasmissioni nazionali, campagne di sensibilizzazione e convegni su temi di salute mentale.

    Psicoradio - 02-05-2025

  • PlayStop

    Musiche dal mondo di venerdì 02/05/2025

    Musiche dal mondo è una trasmissione di Radio Popolare dedicata alla world music, nata ben prima che l'espressione diventasse internazionale. Radio Popolare, partecipa alla World Music Charts Europe (WMCE) fin dal suo inizio. La trasmissione propone musica che difficilmente le radio mainstream fanno ascoltare e di cui i media correntemente non si occupano. Un'ampia varietà musicale, dalle fanfare macedoni al canto siberiano, promuovendo la biodiversità musicale.

    Musiche dal mondo - 02-05-2025

  • PlayStop

    Sui Generis di venerdì 02/05/2025

    Una trasmissione che parla di donne e altre stranezze. Attualità, cultura, approfondimenti su femminismi e questioni di genere. A cura di Elena Mordiglia.

    Sui Generis - 02-05-2025

  • PlayStop

    L'Orizzonte delle Venti di venerdì 02/05/2025

    A fine giornata selezioniamo il fatto nazionale o internazionale che ci è sembrato più interessante e lo sviluppiamo con il contributo dei nostri ospiti e collaboratori. Un approfondimento che chiude la giornata dell'informazione di Radio Popolare e fa da ponte con il giorno successivo.

    L’Orizzonte delle Venti - 02-05-2025

  • PlayStop

    La nave solidale colpita da droni prima della partenza per Gaza

    Il 2 marzo il governo israeliano ordinava il blocco totale dell’ingresso di aiuti umanitari nella Striscia di Gaza. Oggi, esattamente due mesi dopo, il blocco è ancora in essere e da due mesi nella Striscia non entra niente: né cibo, né acqua, né medicinali, né carburante. La situazione peggiora giorno dopo giorno, le scorte sono ormai esaurite e la fame sta dilagando. In questo contesto di blocco totale, il più lungo che Gaza abbia mai sperimentato, dove morire di fame non è più solo un modo di dire, le ong e le organizzazioni umanitarie cercano di sopperire alle colpevoli mancanze dei governi. È in quest’ottica che la nave della Freedom Flotilla Coalition, si stava preparando a partire per Gaza carica di aiuti umanitari, con l’obiettivo di rompere l’assedio. Questa notte, però, la nave è stata colpita da due droni, che hanno fatto scoppiare un incendio e ne hanno ovviamente impedito la partenza. Abbiamo raggiunto a Malta Simone Zambrin, attivista di Freedom Flotilla, che si sarebbe dovuto imbarcare oggi per andare verso Gaza.

    Clip - 02-05-2025

Adesso in diretta