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Fase 2 e app Immuni. Copasir: “Verifiche su privacy e sicurezza nazionale”

contact tracing

Immuni, l’applicazione scelta dal governo Conte per tracciare i contagi durante la cosiddetta fase 2, quella della lunga convivenza col coronavirus COVID-19 in Italia, è finita al centro del dibattito politico di questi giorni, con tutte le forze politiche che hanno chiesto un passaggio alle Camere prima di distribuire un’app di questo tipo e invitare i cittadini ad utilizzarla.

Anche il COPASIR, il Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica, si prepara ad una riunione dedicata all’app Immuni dal punto di vista della privacy e della sicurezza nazionale. Ne abbiamo parlato con Enrico Borghi, deputato del Partito Democratico e membro del COPASIR.

L’intervista di Lorenza Ghidini e Roberto Maggioni a Prisma.

Quali perplessità avete sulla possibilità invasività dell’app Immuni nella vita dei cittadini?

È la prima volta che si introduce nel nostro Paese quello che alcuni esperti definiscono tracciamento digitale che altri, in maniera un po’ più forte, chiamano pedinamento digitale. Bisogna mettere al centro gli elementi di garanzia che le linee guida dell’Unione Europea sottolineano in questi casi: l’anonimato, la volontarietà, la temporaneità e il ricorso alla tecnologia Bluetooth. Noi siamo dell’opinione che serva una norma primaria a monte e mi pare che il dibattito di queste ore stia andando verso questa direzione. Tutte le forze politiche sembrano d’accordo sul fatto che l’Italia debba seguire la strada di altri Paesi come la Germania o la Francia che hanno adottato, cioè quella di far precedere qualsiasi soluzione di tipo sperimentale da una norma che stabilisca i confini della sperimentazione e le garanzie per la libertà dei cittadini. Il secondo aspetto, quello che ci compete, è avere l’assoluta garanzia che l’utilizzo di questa tecnologia non porti in alcun modo alla creazione di un possibile Big Data che possa poi essere messo a disposizione di soggetti al di fuori delle istituzioni della Repubblica e con finalità diverse da quella di assicurare la sicurezza dei cittadini.

In questo senso state ponendo anche un problema di sicurezza nazionale?

Non vi è dubbio che la procedura seguita ha portato all’individuazione di un soggetto che, stando a quanto riferiscono oggi i principali quotidiani, vede la presenza nel capitale sociale di esponenti imprenditoriali che vengono dalla realtà cinese.
Sappiamo tutti che vi è una fortissima compenetrazione in Cina, soprattutto dal punto di vista del capitalismo tecnologico e digitale, tra l’apparato statale e le strutture di mercato e imprenditoriali. Questo secondo me è un punto che deve essere chiarito. Faccio un esempio con un Paese come Israele, per molti versi simile al nostro perché è una democrazia, ma è anche un Paese in guerra da quando è nato. Israele ha fatto una scelta di questa natura, stabilendo però che tutta la tecnologia finalizzata al tracciamento e alla verifica digitale dei propri cittadini deve essere fatta da strutture interne e direttamente controllate dallo stato israeliano. Credo ci sia una singolarità legata al fatto che si stia decidendo di utilizzare strutture che sono partecipate da soggetti esteri e inserite in contesti nei quali Paesi che non fanno parte dell’UE possono avere voce in capitolo. Tutti questi aspetti devono essere sviscerati perché nel momento in cui si mette in campo un’app di questo genere, come Immuni, deve essere a prova di bomba.

Quale dovrebbe essere l’iter decisionale più corretto?

Dal mio punto di vista l’iter decisionale avrebbe dovuto presupporre un percorso ad evidenza pubblica. Lo Stato avrebbe dovuto individuare le caratteristiche, i confini e i contenuti del progetto e su questo avrebbe dovuto effettuare una call fornendo in modo pubblico tutti i dati. Non possiamo arrivare ad una scelta di questa natura con clausole di riservatezza, atti di segretazione o altri meccanismi di questa natura.
In ogni caso, per procedere dal punto di vista pratico, credo che occorra un passaggio alle Camere. Mi pare che la dichiarazione di ieri del Ministro Boccia vada esattamente in questa direzione.

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    Aree interne, non piace il riferimento del governo al declino demografico: per Legambiente nell’Oltrepo pavese c’è un’inversione di tendenza

    Nuova strategia e organismi di gestione per i fondi per le aree interne fino al 2027. Lo ha deciso il governo, con poca convinzione nella possibilità di invertire lo spopolamento e il declino economico di ampie zone d’Italia, più al sud che nel centro nord. In tutto ci vivono oltre 13 milioni di persone. In Lombardia le aree interne sono Valcamonica e Valcamonica in provincia di Brescia, Val d’Intelvi in quella di Como, e l’Oltrepo pavese. Per supportare questi territori ci saranno strutture dalla presidenza del consiglio alle regioni, passando per gli enti territoriali comprensoriali che dovranno attivarsi per coordinare il lavoro in rete. Come nella precedente strategia rimangono centrali i servizi per chi vive in questi territori, dalla sanità alla scuola, passando per le connessioni digitali e i trasporti. L’invecchiamento della popolazione, secondo il documento del governo, appare maggiore in questi territori, i migranti possono aiutare a diminuire questa prospettiva, così come ci sono segnali di ripresa del commercio in alcuni territori. Fabio Fimiani ha sentito Patrizio Dolcini di Legambiente Oltrepo pavese, una delle aree interne della Lombardia.

    Clip - 01-07-2025

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    Jazz in un giorno d'estate di martedì 01/07/2025

    “Jazz in un giorno d’estate”: il titolo ricalca quello di un famoso film sul jazz girato al Newport Jazz Festival nel luglio del ’58. “Jazz in un giorno d’estate” propone grandi momenti e grandi protagonisti delle estati del jazz, in particolare facendo ascoltare jazz immortalato nel corso di festival che hanno fatto la storia di questa musica. Dopo avere negli anni scorsi ripercorso le prime edizioni dei pionieristici festival americani di Newport, nato nel '54, e di Monterey, nato nel '58, "Jazz in un giorno d'estate" rende omaggio al Montreux Jazz Festival, la manifestazione europea dedicata al jazz che più di ogni altra è riuscita a rivaleggiare, anche come fucina di grandi album dal vivo, con i maggiori festival d'oltre Atlantico. Decollato nel giugno del '67 nella rinomata località di villeggiatura sulle rive del lago di Ginevra, e da allora tornato ogni anno con puntualità svizzera, il Montreux Jazz Festival è arrivato nel 2017 alla sua cinquantunesima edizione.

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    Poveri ma belli - 01-07-2025

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    Almendra è fresca e dolce. Almendra è defaticante e corroborante. Almendra si beve tutta di un fiato. Almendra è una trasmissione estiva di Radio Popolare in cui ascoltare tanta bella musica, storie e racconti da Milano e dal mondo, e anche qualche approfondimento (senza esagerare, promesso). A luglio a cura di Luca Santoro, ad agosto di Dario Grande.

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    E’ morto l’architetto Francesco Borella, per tanti il papà del Parco Nord Milano. Lo ha diretto per venti anni dagli inizi degli anni ‘80, quando lo ha progettato insieme al paesaggista Adreas Kipar. Cava dopo cava, orto spontaneo dopo orto spontaneo, aziende agricole in dismissione dopo aziende agricole a fine ciclo, ha rigenerato e riconesso con percorsi ciclopedonali l’ampia area che tra Sesto San Giovanni e Cinisello Balsamo si estende a Cusano Milanino, Cormano e ai quartieri milanesi di Affori, Bruzzano, Niguarda e Bicocca. Un parco che negli anni ‘70, quando è stato voluto con le mobilitazioni popolari, sembrava impensabile che potesse avere le presenze che ha il più noto e storico Parco di Monza. Fabio Fimiani ha chiesto un ricordo dell’attuale presidente del Parco Nord di Milano, Marzio Marzorati. Radio Popolare si stringe affettuosamente con un abbraccio ai figli Joanna, Cristiana, Giacomo e Sebastiano Borella.

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    Il podcast di Francesco Tragni e Giuseppe Fiori registrato dal vivo a Germi. Enrico Gabrielli è stato il secondo ospite che ha raccontato quali sono i suoi vinili di riferimento: polistrumentista, compositore e arrangiatore, ha collaborato con artisti come Muse e PJ Harvey, e fa parte dei gruppi Calibro 35, Winstons e Mariposa (in passato anche negli Afterhours). Complessivamente compare in oltre 200 dischi. Ha anche suonato il flauto traverso nella sigla di Dodici Pollici.

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