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Il Sudan e la morte di Hassan al Turabi

Da Khartum la settimana scorsa è arrivata la notizia della morte di Hassan al Turabi, ex primo ministro e principale esponente dell’opposizione sudanese. Vale la pena occuparsene a qualche giorno di distanza perché al Tourabi è stato un assoluto protagonista della politica del Paese che ha avuto grande influenza nella regione, nel Maghreb e anche nelle odierne questioni che riguardano il terrorismo. Per un certo periodo e a fasi alterne, Hassan al Turabi è stato l’uomo più potente del Sudan. Più potente anche del suo ex delfino e presidente Omar al Bashir.

La notizia in Sudan è stata annunciata con grande enfasi dalla televisione di Stato e confermata poi dal Popular Congress Party, il partito all’opposizione guidato dallo stesso Turabi. Secondo la tv di Stato sarebbe morto di infarto, a 84 anni. Nonostante fosse all’opposizione e il suo ex delfino lo abbia incarcerato più volte, è stato definito dalla stessa televisione sudanese come “un rinomato pensatore islamico”.

Hassan al Turabi è famoso anche perché fu lui a invitare Osama Bin Laden in Sudan, dove visse tra il 1991 e il 1996. Per molti versi Turabi è stata una figura controversa. Fu lui a portare al potere Bashir nel 1989 e fu lui, secondo molti osservatori, il vero leader del Paese nei primi dieci anni di governo dell’attuale presidente.

La rottura tra i due vide Turabi cercare di scalzare Bashir, utilizzando le popolazioni nere dell’Ovest del Paese: il Darfur. Proprio questo scontro politico ha poi dato il via al conflitto in corso dal 2003 in Darfur. Arrestato e rilasciato a più riprese, negli ultimi mesi Turabi aveva beneficiato delle recenti aperture del presidente Bashir nei confronti delle opposizioni nazionali ed era tornato a fare politica attivamente.

Nelle sue ultime dichiarazioni Turabi aveva ribadito la necessità di annunciare un cessate il fuoco immediato negli Stati del Darfur, del Nilo Blu e del Sud Kordofan e in seguito includere le fazioni ribelli nel processo di dialogo e riconciliazione nazionale. Il leader del Pcp aveva insistito qualche mese fa sulla necessità di formare un governo di transizione nazionale che si occupasse di trovare una soluzione alle varie crisi esistenti nel Paese, proporre le opportune modifiche costituzionali e guidare le istituzioni verso le elezioni.

  • Autore articolo
    Raffaele Masto
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    “Jazz in un giorno d’estate”: il titolo ricalca quello di un famoso film sul jazz girato al Newport Jazz Festival nel luglio del ’58. “Jazz in un giorno d’estate” propone grandi momenti e grandi protagonisti delle estati del jazz, in particolare facendo ascoltare jazz immortalato nel corso di festival che hanno fatto la storia di questa musica. Dopo avere negli anni scorsi ripercorso le prime edizioni dei pionieristici festival americani di Newport, nato nel '54, e di Monterey, nato nel '58, "Jazz in un giorno d'estate" rende omaggio al Montreux Jazz Festival, la manifestazione europea dedicata al jazz che più di ogni altra è riuscita a rivaleggiare, anche come fucina di grandi album dal vivo, con i maggiori festival d'oltre Atlantico. Decollato nel giugno del '67 nella rinomata località di villeggiatura sulle rive del lago di Ginevra, e da allora tornato ogni anno con puntualità svizzera, il Montreux Jazz Festival è arrivato nel 2017 alla sua cinquantunesima edizione.

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