Approfondimenti

Fuocoammare di Rosi candidato all’Oscar

Il documentario di Gianfranco Rosi Fuocoammare, girato interamente all’isola di Lampedusa, che ha vinto l’Orso d’Oro a Berlino, è il film italiano in corsa per l’Oscar.

Lo ha deciso la commissione composta da Nicola Borrelli, Direttore Generale, Cinema del Ministero per i Beni e le Attività Culturali; Tilde Corsi, produttrice; Osvaldo De Santis, distributore; Piera Detassis, giornalista; Enrico Magrelli, giornalista; Francesco Melzi D’Eril, distributore; Roberto Sessa, produttore; Paolo Sorrentino, regista; Sandro Veronesi, scrittore.

Il film dovrà concorrere insieme a tutti gli altri titoli non in lingua inglese. Le candidature si sapranno il 24 gennaio mentre la cerimonia di consegna degli Oscar si terrà a Los Angeles domenica 26 febbraio 2017.

Fuocoammare è un documentario sull’immigrazione. Da Parigi, dove si trova per l’uscita francese del film, Rosi ha commentto così la notizia: “Questa candidatura va oltre il mio film. In questi otto mesi il film è stato distribuito in più di 60 Paesi e mi sembra essere diventato un film di tutti. In un mondo in cui si continuano a erigere muri e barriere spero che questo film possa seguire le parole di Obama: chi costruisce dei muri costruisce una prigione per se stesso.”

Insieme al regista, a Parigi c’è anche Pietro Bartòlo, il medico di Lampedusa che ha soccorso e assistito, ogni giorno, migliaia di persone. Piero Bosio l’ha raggiunto al telefono appena ha appreso della candidatura all’Oscar di Fuocoammare

Ascolta qui Pietro Bartòlo

bartolo-settembre-2016-pb

Fuocoammare aveva già convinto la giuria berlinese, presieduta dall’attrice americana Meryl Streep, con una storia italiana, che coinvolge l’Europa intera senza lasciare  indifferenti le altre Nazioni del Mondo.

“L’accoglienza non deve essere fatta dalle singole nazioni, ma dall’Europa”. Aveva detto il regista Gianfranco Rosi a Berlino poco prima di ricevere il premio. “L’Italia ha fatto tantissimo, per venti anni ha fatto da sola, ora non e’ piu’ il momento di agire singolarmente”.

E nel discorso durante la cerimonia di premiazione: “Il mio pensiero più profondo va a tutti coloro che non sono mai arrivati a Lampedusa, a coloro che sono morti. Dedico questo lavoro ai lampedusani che mi hanno accolto e hanno accolto le persone che arrivavano. È un popolo di pescatori e i pescatori accolgono tutto ciò che arriva dal mare. Questa è una lezione che dobbiamo imparare”. 

Che cosa hanno in comune le storie di Samuele, un bambino di 12 anni che ama giocare con la fionda e andare in bicicletta sulle stradine sterrate dell’isola e quelle dei migranti che sbarcano, o muoiono, ogni giorno sulle coste al largo di Lampedusa?

Ci sono due centri in Fuocoammare, il documentario di Gianfranco Rosi in corsa per l’Italia alla Berlinale 2016 applauditissimo e incoronato dal New York Times con il titolo “Gloria a Berlino per il film sui migranti”. 

Due punti di vista che non possono non incontrarsi e che appartengono allo stesso luogo, perché le vite degli abitanti di Lampedusa sono terribilmente intrecciate con quelle dei richiedenti asilo, in fuga da Paesi in guerra o sotto dittatura e che arrivano sull’isola in condizioni disperate, dopo viaggi drammatici in cui perdono parenti, amici e salute.

Dopo il Leone d’Oro per Sacro Gra, le esplorazioni nel deserto americano dei drop-out in Below Sea Level e la narrazione del Messico dei narcotrafficanti in El Sicario-Room 164, Gianfranco Rosi filma a Lampedusa alla ricerca di quello che non si vede mai, intrufolandosi sui barconi di salvataggio e nelle case dei lampedusani.

Il bambino con l’occhio pigro, che va curato per vedere meglio. La nonna che cucina e rifà i letti ogni giorno pregando Padre Pio, il deejay che dedica canzoni via radio a gente invisibile, il marinaio che vede solo cielo, mare e pesci.

“Dopo l’avvento delle missioni come Mare Nostrum, attraverso le quali si è cercato di intercettare le imbarcazioni in alto mare,  i migranti a Lampedusa non si percepiscono, sono come fantasmi di passaggi“, racconta Gianfranco Rosi. “Sbarcano in un molo laterale del Porto Vecchio e vengono portati con un autobus nel Centro d’Accoglienza; lì vengono assistiti e identificati per poi partire qualche giorno dopo verso il Continente”.

Scene rubate senza spettacolarizzare, uomini, donne e bambini strappati dai barconi affollati e caricati sulle navi per i primi soccorsi, la sofferenza che viene filmata per avvicinare chi guarda al dolore raccontato sempre troppo sommariamente dai media.

Volti che sono uguali ai nostri, che piangono i cari perduti in mare, che cercano i parenti rimasti e che perdono conoscenza per il caldo, la disidratazione, le ferite. Un capogiro che coglie lo spettatore e un malessere che coinvolge gli abitanti dell’isola nella loro quotidianità, che non vede ma sente tutto quello che succede accanto a loro.

Samuele ci mostra la via sulla terra, per non vedere quello che non vogliamo vedere,  nonostante l’ansia e l’affanno che lo affliggono nella sua infanzia rubata. E il medico del paese, il dottor Pietro Bartolo, direttore sanitario dell’Asl locale che assiste ogni giorno ogni singolo sbarco, smistando malati e deceduti. I suoi occhi ne hanno viste tante e la sua vita è dedicata all’assistenza e all’accoglienza, consapevole dell’enorme responsabilità del suo operato.

“Avevo deciso di fare il film dopo avere incontrato il dottor Bartolo a causa di una bronchite improvvisa da curare, mi hanno colpito i suoi racconti così umani, su vent’anni di soccorsi che riassumono il senso della parola emergenza”. L’incontro è filmato e la testimonianza del medico descrive il senso della tragedia quotidiana e la necessità di renderla umana con il dovere del soccorso e dell’accoglienza.

“Una volta arrivato sull’isola – continua il regista – ho scoperto una realtà molto lontana dalla narrazione mediatica e politica e ho verificato l’impossibilità di condensare in pochi minuti un universo così complesso come quello di Lampedusa “.

L’obiettivo del film, inizialmente, era quello di trasmettere la realtà dell’isola a chi in questi anni in Europa aveva ricevuto un’eco distorta e confusa della realtà del fenomeno migratorio, cercando di fornire un’immagine un po’ diversa di Lampedusa.

Ascolta l’intervista a Gianfranco Rosi andata in onda a “Vogliamo anche le rose”

Gianfranco Rosi_Fuocoammare

 

 

  • Autore articolo
    Barbara Sorrentini
ARTICOLI CORRELATITutti gli articoli
POTREBBE PIACERTI ANCHETutte le trasmissioni

Adesso in diretta

Ultimo giornale Radio

  • PlayStop

    GR sabato 27/04 19:30

    Le notizie. I protagonisti. Le opinioni. Le analisi. Tutto questo nelle 16 edizioni quotidiane del Gr. Un appuntamento con la redazione che vi accompagna per tutta la giornata. Annunciati dalla “storica” sigla, i nostri conduttori vi racconteranno tutto quello che fa notizia, insieme alla redazione, ai corrispondenti, agli ospiti. La finestra di Radio Popolare che si apre sul mondo, a cominciare dalle 6.30 del mattino. Da non perdere per essere sempre informati.

    Giornale Radio - 27-04-2024

Ultima Rassegna stampa

  • PlayStop

    Rassegna stampa di venerdì 26/04/2024

    La rassegna stampa di Popolare Network non si limita ad una carrellata sulle prime pagine dei principali quotidiani italiani: entra in profondità, scova notizie curiose, evidenzia punti di vista differenti e scopre strane analogie tra giornali che dovrebbero pensarla diversamente.

    Rassegna stampa - 26-04-2024

Ultimo Metroregione

  • PlayStop

    Metroregione di venerdì 26/04/2024 delle 19:47

    Metroregione è il notiziario regionale di Radio Popolare. Racconta le notizie che arrivano dal territorio della Lombardia, con particolare attenzione ai fatti che riguardano la politica locale, le lotte sindacali e le questioni che riguardano i nuovi cittadini. Da Milano agli altri capoluoghi di provincia lombardi, senza dimenticare i comuni più piccoli, da dove possono arrivare storie esemplificative dei cambiamenti della nostra società.

    Metroregione - 26-04-2024

Ultimi Podcasts

  • PlayStop

    Delorean di sabato 27/04/2024

    Una macchina del tempo musicale, per andare ogni puntata all’esplorazione di un diverso frammento di storia musicale, che è già storia o che ancora lo sta diventando. Dalla new wave al dreampop, dal prog-rock all’R&B contemporaneo, tra ispirazioni passate e prospettive future, ricostruzioni volutamente parziali per non pensare più alla musica in compartimenti stagni. Ogni sabato alle 23:45, a cura di Luca Santoro. IG: @lucaa.santoro

    Delorean - 27-04-2024

  • PlayStop

    Snippet di sabato 27/04/2024

    Un viaggio musicale, a cura di missinred, attraverso remix, campioni, sample, cover, edit, mash up. Sabato dalle 22:45 alle 23.45 (tranne il primo sabato di ogni mese)

    Snippet - 27-04-2024

  • PlayStop

    News della notte di sabato 27/04/2024

    L’ultimo approfondimento dei temi d’attualità in chiusura di giornata

    News della notte - 27-04-2024

  • PlayStop

    Warm-up di sabato 27/04/2024

    musica by Davide Facchini

    Warm-up - 27-04-2024

  • PlayStop

    Il sabato del villaggio di sabato 27/04/2024

    Il sabato del villaggio... una trasmissione totalmente improvvisata ed emozionale. Musica a 360°, viva, legata e slegata dagli accadimenti. Come recita la famosa canzone del fu Giacomo: Questo di sette è il più grandioso giorno, pien di speme e di gioia: di man tristezza e noia recheran l'ore, ed il travaglio usato ciascuno in suo pensier farà ritorno.

    Il sabato del villaggio - 27-04-2024

  • PlayStop

    Senti un po’ di sabato 27/04/2024

    Senti un po’ è un programma della redazione musicale di Radio Popolare, curata e condotta da Niccolò Vecchia, che da vent’anni si occupa di novità musicali su queste frequenze. Ospiti, interviste, minilive, ma anche tanta tanta musica nuova. 50 minuti (circa…) con cui orientarsi tra le ultime uscite italiane e internazionali. Da ascoltare anche in Podcast (e su Spotify con le playlist della settimana). Senti un po’. Una trasmissione di Niccolò Vecchia In onda il sabato dalle 18.30 alle 19.30.

    Senti un po’ - 27-04-2024

  • PlayStop

    Stay human di sabato 27/04/2024

    Ogni sabato, dalle 17.35 alle 18.30, musica, libri e spettacoli che ci aiutano a 'restare umani'. Guida spirituale della trasmissione: Fela.

    Stay human - 27-04-2024

  • PlayStop

    Jailhouse Rock di sabato 27/04/2024

    Suoni, suonatori e suonati dal mondo delle prigioni Jailhouse Rock è una trasmissione radiofonica in onda su Radio Popolare e altre radio di Popolare Network, Radio Sonica, Radio Beckwith, Radio Zainet e Radio Onda d’Urto e altre ancora. In Jailhouse Rock storie di musica e di carcere si attraversano le une con le altre. Alla trasmissione collaborano detenuti del carcere romano di Rebibbia Nuovo Complesso e del carcere milanese di Bollate. Dando vita alla prima esperienza del genere, ogni settimana realizzano un Giornale radio dal carcere (Grc) in onda all’interno di Jailhouse Rock, nonché delle cover degli artisti ascoltati nella puntata. Ogni sabato dalle 16.30 alle 17.30, a cura di Patrizio Gonnella e Susanna Marietti. http://www.jailhouserock.it/ https://www.facebook.com/Jailhouse-Rock-451755678297925/

    Jailhouse Rock - 27-04-2024

  • PlayStop

    10 Pezzi di sabato 27/04/2024

    Una colonna sonora per il sabato pomeriggio, 45 minuti di musica con cui attraversare il repertorio di grandi artisti che hanno fatto la storia.

    10 Pezzi - 27-04-2024

  • PlayStop

    Chassis di sabato 27/04/2024

    con Daniele Luchetti su “Confidenza”; Martina De Polo parla di “Flora”; Gianluca Vassallo su “Il Posto”. Curiosità sul Trento Film Festival. Tra le uscite: “Challengers” di Luca Guadagnino; “La moglie del Presidente” di Lea Domenech.

    Chassis - 27-04-2024

  • PlayStop

    I girasoli di sabato 27/04/2024

    La trasmissione è un appuntamento con l’arte e la fotografia e con le ascoltatrici e gli ascoltatori che vogliono avere più notizie ed approfondimenti in quell’ambito della cultura che cerchiamo di racchiudere nella definizione “Arti Visive”. A cura di Tiziana Ricci va in onda il sabato alle 13.15 e vuole essere un viaggio fra alcuni degli eventi più importanti della settimana, ma non solo. Interviste ai protagonisti per scoprire le idee che stanno dietro la loro ricerca creativa e rendere cosi’ accessibile a tutti il significato delle loro opere. Vi proporremo anche le opinioni dei critici che stimiamo di piu’ per la loro onesta’ intellettuale e cercheremo di avere un’attenzione particolare per giovani talenti che come ben sappiamo hanno difficolta’ a far conoscere il loro lavoro.Infine ci auguriamo che ” I GIRASOLI ” possa essere uno strumento utile per capire se gli eventi che ci vengono proposti sono operazioni culturali serie oppure frutto di furbizie che hanno come obiettivo solo business o intenti propagandistici.Ci sembra che questa attenzione sia piu’ che mai necessaria oggi dato che assistiamo a un grande aumento degli eventi , molti dei quali di pessima qualità. Contiamo anche di dare spazio a notizie ed eventuali polemiche che riguardano i progetti di politica culturale.

    I girasoli - 27-04-2024

  • PlayStop

    Good Times di sabato 27/04/2024

    La rassegna musicale "La Voce e il Tempo": il concerto dedicato a Rosa Balistreri; RESISTANCE!, il festival europeo in arrivo al Bloom; Antonio Cornacchione e il suo consiglio di lettura; il Trento Film Festival e The Ice Builders, il film di Francesco Clerici e Tommaso Barbaro; arte e teatro; Luca Crovi, Lenin e Capri.

    Good Times - 27-04-2024

  • PlayStop

    Terzo tempo di sabato 27/04/2024

    Nel rugby il terzo tempo è il dopo partita, quando gli animi si rilassano, si beve e si mangia insieme: questo è lo spirito con cui nasce questa trasmissione, che potrebbe essere definita una sorta di “spin off” di Esteri – in onda tutte le sere dal lunedì al venerdì dalle 19 alle 19:30 – oppure, prendendo in prestito la metafora sportiva, un “terzo tempo” di Esteri. Sarà una mezz’ora più rilassata rispetto all’appuntamento quotidiano, ricca di storie e racconti, ma anche di musica. A cura di Martina Stefanoni

    Terzo tempo – il settimanale di Esteri - 27-04-2024

  • PlayStop

    Come sta il Servizio sanitario nazionale?

    La puntata di ieri è cominciata con alcuni importanti aggiornamenti. Recentemente infatti sono usciti alcuni studi che illustrano lo stato del nostro Sevizio sanitario: partiamo da qui, per poi parlare delle liste d’attesa e della figura del Gestore.

    37 e 2 - 27-04-2024

  • PlayStop

    Il giorno delle locuste di sabato 27/04/2024

    Le locuste arrivano come orde, mangiano tutto quello che trovano sul loro cammino e lasciano solo desertificazione e povertà. Andrea Di Stefano si addentra nei meandri della finanza cercando di svelare paradisi fiscali, truffe e giochi borsistici in Italia e all’estero. Una cronaca diversa dell’economia e della finanza nell’era della globalizzazione e del mercato come icona assoluta.

    Il giorno delle locuste - 27-04-2024

Adesso in diretta