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Melita Cavallo: “Un diritto per i bambini”

Melita Cavallo è stata presidente del Tribunale dei Minori di Roma fino a qualche settimana fa. Giudice minorile lungo tutta la sua attività professionale, ha lavorato anche al Tribunale dei Minori di Napoli e Milano. Ha difeso i diritti dell’infanzia, violati e calpestati da abusi, violenze, conflitti di ogni genere all’interno dei nuclei familiari. Melita Cavallo, in pensione dal dicembre scorso, custodisce un patrimonio di conoscenze e di esperienze dirette sulla famiglia e i suoi cambiamenti nel corso degli ultimi quattro decenni.

E’ stata ospite a Memos per parlare della sua esperienza e per dire la sua sul disegno di legge sulle unioni civili che si sta votando in Senato. “Chi chiede lo stralcio delle norme sulla stepchild adoption – racconta la giudice – non ha letto la Costituzione e le convenzioni internazionali firmate dall’Italia”.

L’intervista comincia dalla famiglia e dai suoi cambiamenti.

Qual è la ragione principale della trasformazione della famiglia?

«Direi il ruolo che la donna ha acquisito entrando nel mondo del lavoro. La sua autonomia economica, l’autodeterminazione nel voler lavorare e nello scegliere il proprio lavoro. La famiglia non è più il luogo dell’attività continuativa della donna. Naturalmente c’è anche una modificazione nel rapporto con il marito o il partner. Anche il marito deve corrispondere nel quotidiano ai bisogni della famiglia. Da qui comincia il cambiamento. Successivamente l’introduzione del divorzio porta la donna ad attivare questa possibilità per “liberarsi” della persona con la quale non va più d’accordo. Iniziano così nuove convivenze».

Melita Cavallo
Melita Cavallo

«Arriviamo all’oggi – prosegue la giudice – dove ho potuto registrare nella mia attività professionale fino alla quinta diversa convivenza (tre matrimoni e due convivenze). Da ciò seguono i figli di primo letto, di secondo letto, distribuiti tra nonni e zii. Ognuno porta nella nuova costituzione familiare i figli con le loro diverse provenienze. Ecco che la famiglia non è più quella che viene chiamata la famiglia tradizionale di un tempo. Certo è che se tale aggregato si mantiene come luogo di affettività, cura, dialogo, ascolto, lavoro per l’autonomia dei figli e la responsabilità genitoriale, allora possiamo definirlo famiglia. Se non è più luogo di affettività, di cura, non la possiamo chiamare famiglia: è solo un aggregato di persone».

La sua descrizione è riferita solo ad una famiglia etero?

«In linea di massima sì, ma solo in linea di massima. A Napoli trent’anni fa ho avuto dei casi in cui erano coinvolte coppie omosessuali e li abbiamo decisi nel modo rispettoso del diritto dei bambini. Oggi i casi di coppie omosessuali sono maggiori, sono uscite allo scoperto e chiedono che vengano riconosciuti i loro diritti, soprattutto i diritti dei figli».

Quando presiedeva il Tribunale dei Minori di Roma lei ha deciso a favore dell’adozione del figlio del partner in una coppia omosessuale.

«E’ accaduto due anni fa. Per la prima volta. E’ stata una sentenza che ha avuto dei consensi e delle contestazioni molto forti. Anche negli anni precedenti abbiamo avuto delle situazioni in cui abbiamo affidato figli a coppie omosessuali oppure abbiamo affidato i bambini in via esclusiva ad una donna che aveva un rapporto con un’altra donna. Ciò è sempre accaduto. Soltanto nel 2014 è invece accaduto che ci fosse una richiesta di adozione del figlio della compagna che abbiamo accolto».

Cosa pensa quando sente che in parlamento ci sono forze politiche che in questi giorni chiedono lo stralcio dell’adozione del figlio del partner dal disegno di legge Cirinnà?

«Penso che non si siano proprio resi conto e che non abbiamo letto la sentenza del Tribunale per i minorenni di Roma del 2014. Penso che non abbiamo letto bene nemmeno gli articoli della Costituzione, compreso quell’articolo 117 che fa riferimento a tutte le convenzioni internazionali che hanno parlato dell’interesse superiore del bambino e dei diritti da riconoscere alle unioni civili. E’ dovere dell’Italia farlo, abbiamo firmato delle convenzioni. Inoltre chi non vuole l’adozione del figlio del partner dovrebbe sapere che contravviene all’articolo 3 della Costituzione che dice che tutti i cittadini sono uguali davanti alla legge, senza distinzioni di: c’è un elenco e il sesso è al primo posto. Quindi io avrei dovuto discriminare, ma non l’ho potuto fare essendo un giudice che applica la legge».

Lei ha raccolto in un libro (Si fa presto a dire famiglia, Laterza) una quindicina di casi della sua esperinza di giudice minorile. Di quali diritti si tratta quando si parla dell’infanzia?

«Stiamo parlando di diritti fondamentali. Il diritto a vedersi riconosciuto come figlio da parte di chi lo ha curato, amato, attenzionato come una mamma, da quando è nato. In effetti, se ci pensa, le aziende e le multinazionali riconoscono tali diritti. Infatti, anche i figli della compagna godono dei benefit aziendali. C’è un riconoscimento generale da parte della società, mentre invece non c’è da parte del legislatore. Non so cosa pensi il Parlamento dei suoi doveri di agire».

La dottoressa Melita Cavallo nell’intervista parla anche della maternità surrogata, che non rientra nel disegno di legge Cirinnà. L’ex presidente del Tribunale per i minori di Roma è favorevole, purchè non comporti la commercializzazione del corpo della donna. “La maternità surrogata – conclude la giudice – è un dono“.

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    Raffaele Liguori
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    Un anno di Trump (dopo i primi quattro dal 2016). Il 6 novembre 2024 il tycoon veniva rieletto alla Casa Bianca con una maggioranza risicata, poco più di 2 milioni di voti su 156 milioni di schede votate. In un anno Trump ha trasformato il declino di una superpotenza - gli Stati Uniti degli ultimi anni - in una forza aggressiva contro paesi e principi che erano stati amici dal dopoguerra ad oggi. Trump e il tramonto della relazione privilegiata americana con l’Europa; Trump e il tramonto delle garanzie democratiche dello stato di diritto. Nel primo anniversario del ritorno di Trump alla Casa Bianca è arrivata l’elezione del sindaco di New York Zohran Mamdani. Ecco un passaggio del suo discorso della vittoria: «la saggezza convenzionale direbbe che sono ben lontano dall’essere il candidato perfetto. Sono giovane, nonostante i miei sforzi per invecchiare. Sono musulmano. Sono un socialista democratico. E, cosa ancora più grave, mi rifiuto di chiedere scusa per tutto questo». Pubblica ha ospitato Ida Dominijanni, giornalista e saggista, fa parte del direttivo del Centro per la Riforma dello Stato. Ha insegnato filosofia politica e teoria femminista all’università di Roma Tre ed è stata ricercatrice alla Cornell University (NY).

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    Alla Cop l'assemblea dei popoli chiede giustizia climatica

    A Belèm in Brasile lunedì si apre la Cop30 per il clima per cercare di tenere insieme la lotta al riscaldamento globale sotto i colpi del negazionismo di Trump e delle guerre; insieme alla Cop nella città amazzonica si riuniscono migliaia di rappresentanti di movimenti e organizzazioni sociali per elaborare proposte sulla crisi climatica, a partire da quelle relative all'Amazzonia e ai popoli che la abitano. Si chiama Cupola dos Povos ovvero "cupola dei Popoli", e non è la prima volta che si riunisce anzi, è una tradizione. Come ci racconta una delle leader del movimento indigeno brasiliano Sila Mesquita Apurina intervistata da Sara Milanese.

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    Gaza, l’Onu chiede cibo e tende per l’inverno, ma Israele continua a demolire edifici con raid aerei

    Gaza, l’Onu chiede cibo e tende per l’inverno, ma Israele continua a demolire edifici con raid aerei “A Gaza mancano cibo e rifugi, bisogna aprire il valico di Rafah”: è l’ennesimo appello che l’Onu rivolge a Israele. A quasi un mese dall’entrata in vigore del cessate il fuoco, nella Striscia entra ancora solo una minima parte degli aiuti previsti; le agenzie umanitarie denunciano che Israele impedisce l’ingresso anche a tende, coperte e rifugi. I palestinesi della Striscia, in gran parte sfollati, non sono in condizione di affrontare la stagione fredda che si avvicina. L’esercito però, in violazione del cessate il fuoco, continua l’opera di demolizione degli edifici: dall’alba sono in corso raid aerei sui quartieri orientali di Gaza City. A livello diplomatico intanto gli Stati Uniti, intanto, portano avanti il loro piano per Gaza presso il consiglio di sicurezza dell’Onu: nelle scorse ore la risoluzione che autorizza la Forza internazionale di stabilizzazione è stata presentata anche ai paesi arabi coinvolti nel processo di mediazione tra Hamas e Israele. Da Deir al Balah, la testimonianza di Nicolò Parrino, responsabile logistica di Emergency a Gaza, intervistato da Chawki Senouci.

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    Monica Frassoni, presidente della Alleanza europea del risparmio energetico, commenta l’accordo raggiunto a Bruxelles per gli obiettivi climatici 2040 (90% riduzione delle emissioni ma con 5% di "sconto" ovvero di crediti di carbonio che si possono spendere in progetti di riforestazione in giro per il mondo). Sara Milanese presenta l'incontro dei presidenti a Belém in Brasile come prologo della Cop30 per il clima che inizia lunedì nella citta amazzonica e ci fa ascoltare Sila Mesquita Apurina una delle leader dell'Alleanza delle comunità indigene che organizza la "cupola dei Popoli, l'incontro che da 30 anni porta avanti le istanze dal basso delle società civili, indigene e non. Caterina Pozzi, presidente del CNCA (Coordinamento Nazionale Comunità Accoglienti) ci racconta della contro-conferenza su droghe e dipendenze mentre apre domani quella del governo che rivendicherà l'approccio punitivo e proibizionista. Infine, Alessandro Diegoli rilancia al staffetta 50e50 non solo in Lombardia ma in tutto il mondo.

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