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Referendum, l’ambasciata Usa tifa Sì

L’intervento, più che mai inconsueto, è arrivato durante un incontro sulle relazioni transatlantiche organizzato a Roma all’Istituto di studi americani. L’ambasciatore statunitense John Phillips, elogiando le riforme intraprese dal governo Renzi, ha preso posizione pubblicamente nella campagna per il referendum costituzionale. “Quello che serve all’Italia – ha detto l’ambasciatore – è la stabilità e le riforme assicurano stabilità. Per questo il referendum apre una speranza. Molti Ceo di grandi imprese Usa – ha aggiunto il diplomatico – guardano con grande interesse al referendum. La vittoria del Sì sarebbe una speranza per l’Italia, mentre se vincesse il No sarebbe un passo indietro». Resta una “decisione italiana”- ha precisato l’ambasciatore – ma “l’Italia deve garantire di avere una stabilità di governo” proprio per attrarre investimenti.

L’entrata a gamba tesa dell’ambasciatore americano nella campagna referendaria ha scatenato le critiche tra i sostenitori del No. “Un’ingerenza inaccettabile che rispediamo con decisione al mittente – ha commentato Renato Brunetta, chiedendo l’intervento del presidente della Repubblica Mattarella. “Sono cose da non credere… Ma per chi ci prendono? – ha detto Pier Luigi Bersani – Qui c’è una cosa di fondo: aver allestito un appuntamento come fosse un giudizio di Dio darà fiato alla speculazione finanziaria e a tutti quelli che vogliono mettere mano sul nostro destino. Chi può deve raffreddare questo clima. Perché il giorno dopo il referendum, sarà tutto come il giorno prima – ha concluso l’ex segretario Pd – Con lo stesso governo e con gli stessi problemi. Teniamo i piedi per terra”. Su Twitter invece il commento del leader di Sinistra Italiana Nicola Fratoianni:  “Dopo Marchionne residente in Svizzera, oggi arriva anche il Sì dell’ambasciatore statunitense nel nostro Paese. Tutto naturalmente per l’interesse degli italiani”. Matteo Salvini, il segretario della lega Nord, si è augurato che a novembre vinca Trump.  “Il signor ambasciatore Usa si faccia gli affari suoi e non interferisca, come troppe volte è già accaduto in passato, nelle vicende interne italiane – ha dettto Salvini – Spero che a novembre vinca Trump che ha già garantito che si occuperà delle questioni di casa sua”.

All’intervento dell’ambasciatore Usa si aggiunge la ‘minaccia’ dell’agenzia di rating Fitch: “Ogni turbolenza politica o problemi nel settore bancario che si possano ripercuotere sull’economia reale o sul debito pubblico, potrebbe portare a un intervento negativo sul rating dell’Italia –  ha affermato il responsabile rating sovrani per Europa Medio Oriente di Fitch, Edward Parker, a una conferenza a Londra. “Se ci fosse un voto per il ‘no’, lo vedremmo come uno shock negativo per l’economia e il merito di credito italiano”.

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    L’esercito israeliano ha lanciato questa notte l’invasione di terra su Gaza City. Da ieri i carri armati sono entrati nel cuore della principale città della striscia, e i bombardamenti hanno colpito senza sosta strade, case, infrastrutture. Da questa mattina, i morti sono 89. Centinaia di migliaia di persone vivono ancora nella città. Migliaia di persone stanno invece cercando di fuggire, in un esodo verso un sud che non ha più spazio per ospitarli. Il servizio di Valeria Schroter.

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    1) “Gaza brucia di fronte al suo mare, testimone della sua tragedia”. L’esercito israeliano ha lanciato l’offensiva di terra sulla principale città della striscia. L’esodo in mezzo alle bombe. Quasi 90 i morti da questa mattina. (Valeria Schroter) 2) Israele come Sparta. Mentre l’ONU stabilisce che quello in corso a Gaza è genocidio, Netanyahu ammette l’isolamento internazionale e dipinge un futuro di autarchia e guerra permanente. (Anna Foa, Eric Salerno) 3) Gli Stati Uniti continuano a colpire il Venezuela. Trump punta a rovesciare il regime di Maduro con la scusa della lotta al narcotraffico. (Alfredo Somoza) 4) Cinquant’anni fa l’indipendenza della Papua Nuova Guinea. Il paese oggi è vittima della maledizione della ricchezza e rischia di finire ostaggio di un nuovo braccio di ferro tra occidente e Cina. (Chawki Senouci) 5) Spagna, l’estrema destra torna a riunirsi a Madrid. Il primo passo verso una grande alleanza di tutte le destre europee. (Giulio Maria Piantadosi) 6) Rubrica Sportiva. Julia Paternain, la maratoneta uruguayana entra nella storia vincendo la prima medaglia ai mondiali di atletica per il paese sudamericano. (Luca Parena)

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    “E’ stato bello rendersi conto che la figura di Woodie Guthrie è ancora molto viva anche fuori dagli Stati Uniti”, racconta Sarah Lee, nipote dell’icona folk americana. “Le problematiche di cui cantava lui ottant’anni fa sono ancora attuali”, riferendosi al tema dell’immigrazione e alla difficile situazione al confine con il Messico. Con la sua musica Woody Guthrie "affrontava un concetto molto basilare di umanità e speranza, ovvero il trattare le persone come persone, aiutandosi a vicenda nei momenti di difficoltà": lo stesso messaggio che ora le Guthrie Family Singers vogliono portare avanti. Ascolta l’intervista di Elisa Graci alle Guthrie Family Singers.

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    Iniziamo parlando del festival Coachella 2026 di cui è appena stata annunciata la lineup e ricordando Victor Jara, cantautore cileno simbolo della canzone sociale e di protesta che scomparse oggi 52 anni fa durante la dittatura Pinochet. Proseguiamo con il mini live in studio delle Guthrie Family Singers, trio di discendenti di terza e quarta generazione dell'icona folk americana Woody Guthrie. Nell'ultima parte accenniamo al concerto di raccolta fondi per la Palestina del 18 settembre, organizzato a Firenze da Piero Pelù, e ricordiamo la stella del cinema Robert Redford appena scomparsa.

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