Approfondimenti

Via i caccia da Siria e Iraq

Il Canada cambia rotta: basta isolazionismo, basta corsa alle armi, basta chiusure verso i migranti. Il nuovo timoniere di Ottawa si chiama Justin Trudeau, eletto il 20 ottobre. Appena insediato, Trudeau ha informato il presidente degli Stati Uniti che il suo Paese ritirerà i caccia dall’Iraq e dalla Siria. Ventiquattro ore dopo la netta vittoria alle legislative, il leader dei liberali ha già iniziato ad attuare il suo programma elettorale. Nei prossimi giorni è atteso un altro clamoroso annuncio: la cancellazione dell’acquisto di 65 caccia F-35 del gruppo americano Lockheed Martin.

In campagna elettorale, Trudeau aveva affermato: “Un Governo liberal farà quello che i conservatori di Harper avrebbero dovuto fare anni fa: annunciare che non compreremo gli aerei F-35“. Radio Canada sostiene che l’acquisto degli F-35 era stato congelato nel 2012 dai conservatori dopo un duro rapporto della Corte dei conti canadese.

Il rapporto accusava il governo di Stephen Harper (2006-2015) di aver sottovalutato i costi degli F-35 e di aver preso la decisione senza effettuare le necessarie verifiche. Il costo iniziale previsto dai conservatori per l’acquisto e la manutenzione dei caccia era di 25 miliardi di dollari nel 2010, ma secondo un successivo documento firmato dal Ministero della Difesa di Ottawa (dicembre 2014), la fattura ammontava in realtà a 45,8 miliardi di dollari.

Un motivo sufficiente per bloccare la transazione. Justin Trudeau ha l’intenzione di lanciare un nuovo bando, più economico per le casse canadesi. “I soldi risparmiati – spiega il neo premier – servirebbero, tra i8l resto, a rinnovare la flotta della Marina canadese”.

Chi è Justin Trudeau

Justin Trudeau, 43 anni, ha compiuto una straordinaria impresa ottenendo la maggioranza assoluta: ha vinto con il 39,5 % dei consensi conquistando 184 seggi sui 338 della camera. Nel 2011 il Partito liberale era risultato la terza forza politica con il 19% e appena 34 seggi. Il tasso di partecipazione è stato del 68,5%, un record, superiore di 6 punti rispetto alla media degli ultimi scrutini. La voglia di cambiamento e cinque mesi di Pil negativo hanno penalizzato i conservatori del premier Stephen Harper che hanno ottenuto 99 seggi.

Un destino scritto nella sua biografia. Il premier è cresciuto ad Ottawa al civico 24 di Sussex drive, la residenza ufficiale del primo ministro, che suo padre ha occupato quasi senza sosta dal 1968 e 1984. Due anni dopo aver preso il controllo di un partito liberale decimato dalla sconfitta del 2011 e da numerosi scandali di corruzione, nulla lasciava presagire all’inizio della campagna, lunga 78 giorni, che Justin avrebbe vinto con una tale facilità. Durante la campagna, i conservatori lo avevano dipinto come un bamboccione inadatto a guidare il paese. Uno spot recitava “Justin, juste non prêt” (“Justin, semplicemente non è pronto“). Non l’opinione dell’elettorato canadese.

Con grande pazienza, Trudeau ha mantenuto una linea chiara con un programma che ha guardato alla classe media, con l’impegno di alzare le tasse alle fasce più ricche. In questa fase di recessione, Trudeau ha promesso di rilanciare l’attività economica con un piano di infrastrutture, a costo di sforare il deficit per i prossimi tre anni.

Altro grande tema della campagna elettorale è stata la questione migranti: Trudeau si è reso disponibile a accogliere le famiglie siriane che fuggono dalla guerra, mentre il premier uscente Stephen Harper aveva invece difeso l’idea di combattere il male alla fonte, ossia continuare a bombardare l’Isis in Siria e Iraq.

Sicuramente l’avvento di Justin Trudeau metterà fine all’era di isolazionismo in politica estera voluto da Harper, da molti paragonato a George W. Bush e forse per questo in frequente rotta di collisione con Barack Obama. È prevedibile, quindi, un ritorno alla tradizionale politica canadese di multilateralismo, con nuovi impegni su molti fronti a partire dalla lotta ai cambiamenti climatici.

 

CPARCHIVEPHOTO FILE--Former prime minister Pierre Trudeau looks on as Cuban President Fidel Castro gestures during a visit to a Havana housing project in this Jan. 27, 1976 photo. Cubaís Castro, former U.S. president Jimmy Carter and Prince Andrew are among the dignitaries expected to attend the state funeral for Trudeau in Montreal on Tuesday.(CP PICTURE ARCHIVE/Fred Chartrand)
Pierre Trudeau insieme a Fidel Castro a Cuba. (CP PICTURE ARCHIVE/Fred Chartrand)

 

 Il discorso di Trudeau

“Abbiamo battuto la paura con la speranza, il cinismo con il lavoro. Abbiamo sconfitto la politica divisiva e negativa con una visione che riunisce tutti gli abitanti di questo Paese”.

La dinastia: da Pierre a Justin

“Justin torna a casa”. Questo potrebbe essere il titolo di un eventuale film sulla dinastia dei Trudeau. Il nuovo premier per essere il degno successore del padre Justin dovrebbe mostrare molto coraggio e una piccola dose di follia. Perché nel 1967 Pierre Eliott Trudeau, da ministro della Giustizia, aveva legalizzato il divorzio e depenalizzato l’aborto e l’omosessualità. “Lo Stato – amava ripetere Trudeau senior- non ha nulla da fare nelle camere da letto della nazione“.

Da premier invece ha abolito la pena di morte e stabilito le relazioni diplomatiche con la Cina comunista e Cuba. Il leggendario uomo politico canadese fu uno dei primi leader occidentale a visitare l’Avana. Nonostante l’embargo imposto dagli Stati Uniti offrì a Cuba 14 milioni di dollari canadesi. Il suo “lunga vita al comandante Fidel e lunga vita all’amicizia tra Canada e Cuba” non fu molto apprezzato a Washington.

  • Autore articolo
    Chawki Senouci
ARTICOLI CORRELATITutti gli articoli
POTREBBE PIACERTI ANCHETutte le trasmissioni

Adesso in diretta

  • Ascolta la diretta

Ultimo giornale Radio

  • PlayStop

    Giornale Radio mercoledì 31/12 19:29

    Le notizie. I protagonisti. Le opinioni. Le analisi. Tutto questo nelle tre edizioni principali del notiziario di Radio Popolare, al mattino, a metà giornata e alla sera.

    Giornale Radio - 31-12-2025

Ultimo giornale Radio in breve

  • PlayStop

    Gr in breve mercoledì 31/12 18:30

    Edizione breve del notiziario di Radio Popolare. Le notizie. I protagonisti. Le opinioni. Le analisi.

    Giornale Radio in breve - 31-12-2025

Ultima Rassegna stampa

  • PlayStop

    Rassegna stampa di mercoledì 31/12/2025

    La rassegna stampa di Popolare Network non si limita ad una carrellata sulle prime pagine dei principali quotidiani italiani: entra in profondità, scova notizie curiose, evidenzia punti di vista differenti e scopre strane analogie tra giornali che dovrebbero pensarla diversamente.

    Rassegna stampa - 31-12-2025

Ultimo Metroregione

  • PlayStop

    Metroregione di mercoledì 24/12/2025 delle 19:48

    Metroregione è il notiziario regionale di Radio Popolare. Racconta le notizie che arrivano dal territorio della Lombardia, con particolare attenzione ai fatti che riguardano la politica locale, le lotte sindacali e le questioni che riguardano i nuovi cittadini. Da Milano agli altri capoluoghi di provincia lombardi, senza dimenticare i comuni più piccoli, da dove possono arrivare storie esemplificative dei cambiamenti della nostra società.

    Metroregione - 24-12-2025

Ultimi Podcasts

  • PlayStop

    Conduzione musicale di mercoledì 31/12/2025 delle 21:01

    Un viaggio musicale sempre diverso insieme ai nostri tanti bravissimi deejay: nei giorni festivi, qua e là, ogni volta che serve!

    Conduzione musicale - 31-12-2025

  • PlayStop

    Gli speciali di mercoledì 31/12/2025 - ore 19:46

    I reportage e le inchieste di Radio Popolare Il lavoro degli inviati, corrispondenti e redattori di Radio Popolare e Popolare Network sulla società, la politica, gli avvenimenti internazionali, la cultura, la musica.

    Gli speciali - 31-12-2025

  • PlayStop

    Popsera di mercoledì 31/12/2025

    Popsera è lo spazio che dedicheremo all'informazione nella prima serata. Si comincia alle 18.30 con le notizie nazionali e internazionali, per poi dare la linea alle 19.30 al giornale radio. Popsera riprende con il Microfono aperto, per concludersi alle 20.30. Ogni settimana in onda un giornalista della nostra redazione.

    Popsera - 31-12-2025

  • PlayStop

    Conduzione musicale di mercoledì 31/12/2025 delle 17:33

    Un viaggio musicale sempre diverso insieme ai nostri tanti bravissimi deejay: nei giorni festivi, qua e là, ogni volta che serve!

    Conduzione musicale - 31-12-2025

  • PlayStop

    Vieni con me di mercoledì 31/12/2025

    Vieni con me è una grande panchina sociale. Ci si siedono coloro che amano il rammendo creativo o chi si rilassa facendo giardinaggio. Quelli che ballano lo swing, i giocatori di burraco e chi va a funghi. Poi i concerti, i talk impegnati e quelli più garruli. Uno spazio radiofonico per incontrarsi nella vita. Vuoi segnalare un evento, un’iniziativa o raccontare una storia? Scrivi a vieniconme@radiopopolare.it o chiama in diretta allo 02 33 001 001 Dal lunedi al venerdì, dalle 16.00 alle 17.00 Conduzione, Giulia Strippoli Redazione, Giulia Strippoli e Claudio Agostoni La sigla di Vieni con Me è "Caosmosi" di Addict Ameba

    Vieni con me - 31-12-2025

  • PlayStop

    Gli speciali di mercoledì 31/12/2025 - ore 15:34

    I reportage e le inchieste di Radio Popolare Il lavoro degli inviati, corrispondenti e redattori di Radio Popolare e Popolare Network sulla società, la politica, gli avvenimenti internazionali, la cultura, la musica.

    Gli speciali - 31-12-2025

  • PlayStop

    Musica leggerissima di mercoledì 31/12/2025

    a cura di Davide Facchini. Per le playlist: https://www.facebook.com/groups/406723886036915

    Musica leggerissima - 31-12-2025

  • PlayStop

    Considera l’armadillo di mercoledì 31/12/2025

    Noi e altri animali È la trasmissione che da settembre del 2014 si interroga su i mille intrecci di una coabitazione sul pianeta attraverso letteratura, musica, scienza, costume, linguaggio, arte e storia. Ogni giorno con l’ospite di turno si approfondisce un argomento e si amplia il Bestiario che stiamo compilando. In onda da lunedì a venerdì dalle 12.45 alle 13.15. A cura di Cecilia Di Lieto.

    Considera l’armadillo - 31-12-2025

  • PlayStop

    La lezione del cassiere: lottare paga sempre

    Fabio Giomi fa da 15 anni il cassiere di un supermercato Pam a Siena e, suo malgrado, è diventato protagonista della storia di fine anno che abbiamo scelto. Licenziato in tronco dall'azienda dopo che nel cosiddetto "test del carrello" non aveva identificato dei prodotti nascosti in altri prodotti da parte di un ispettore mentre passava la spesa (un controllo a sorpresa che aveva già subito qualche tempo fa) ha deciso di non piegare la testa e si è rivolto al suo sindacato, la Filcams Cgil, e ha fatto causa. Nonostante le proposte di riconciliazione dell'azienda, lui è andato in giudizio e alla prima udienza ha vinto: reintegro, danni e spese processuali pagati da Pam Panorama. Perché la dignità non deve essere mai mercificata né sottomessa. E lottare per i diritti paga sempre. Ricordiamolo. Intervista di Claudio Jampaglia

    Clip - 31-12-2025

  • PlayStop

    Absolute Beginners - ep.3 Prime Visioni

    Kate Winslet, Scarlett Johansson, Kristen Stewart, Juliette Binoche. È stato l’anno delle dive del cinema che hanno deciso di passare dietro la cinepresa e dirigere. E anche dei figli d’arte; il nostro preferito è Ronan Day Lewis, che per il suo debutto da regista ha potuto arruolare come protagonista papà Daniel Day Lewis.

    A tempo di parola - 31-12-2025

Adesso in diretta