Approfondimenti

Serbia, un perverso gioco dell’oca

Silvia Maraone è un’operatrice della Ong IPSIA Acli. Ci aveva raccontato alcuni giorni fa la situazione dei nuovi campi profughi sorti in Grecia dopo la chiusura di Idomeni. Le abbiamo chiesto di mandarci il suo diario, non solo dell’ultima missione di 12 giorni, ma dopo cinque viaggi e 15mila chilometri percorsi in dieci mesi lungo la rotta balcanica, dalla Grecia all’Ungheria.

Nella prima puntata, la Grecia e qualche considerazione generale sull’inadeguatezza della risposta europea al dramma dei profughi.

Nella seconda puntata, la situazione in Macedonia.

In questa terza puntata, la Serbia:

In questo momento la Serbia sta vivendo un ruolo che ha già pubblicamente dichiarato di non voler sostenere: quello di Stato cuscinetto di accoglienza per i profughi, pressato com’è dalla chiusura dei confini al Nord e al Sud del Paese.

I migranti bloccati in Grecia si affidano a trafficanti che dal confine di Idomeni per tremila euro a persona promettono ai rifugiati di condurli in territorio ungherese, attraversando la Macedonia e la Serbia.

Chi non viene catturato e respinto dalla Macedonia verso la Grecia viene spesso sorpreso nei boschi dell’Ungheria da una polizia di confine particolarmente incattivita nei confronti dei migranti e rispedito in Serbia.

Altri ancora vengono scaricati giù dalle auto dei trafficanti in qualche paese sperduto e viene detto loro che si trovano in Austria o in Ungheria. Intere famiglie dopo aver dato fondo a tutti i loro risparmi scoprono di essere alle porte di Belgrado, nella totale disperazione.

Per chi è stato espulso da altri Paesi, così come per che sta transitando per provare a passare i confini, la prima via da percorrere è quella di registrarsi al centro per richiedenti asilo di Krnjaca, poco fuori Belgrado. Il centro è costituito da una dozzina di baracche che ospitavano gli operai al tempo del socialismo. Negli anni Novanta sono state utilizzate per alloggiare gli sfollati interni delle guerre civili jugoslave, provenienti da Croazia, Bosnia e infine Kosovo.

Registrarsi in Serbia permette di stare legalmente nel Paese, ma di fatto quasi nessuno chiede asilo qui. Nel 2016 sono state registrate 7.100 domande di asilo, ma oggi sono presenti circa quattromila profughi. Questo vuol dire che almeno tremila persone hanno trovato un modo durante quest’anno di uscire illegalmente dalla Serbia e raggiungere verosimilmente l’agognata Ue.

Oggi, nelle baracche di Krnjaca – struttura che ha una capacità di accoglienza per 500 persone – ne dormono 750. E’ corretto dire che lì dormono solamente, perché di fatto il centro di ritrovo per i migranti resta il parco attorno alla stazione dei bus e il centro Miksaliste, gestito da 15 associazioni di volontariato, locali e internazionali. Al centro vengono distribuiti cibo, vengono fatte attività con i bambini ed è possibile usare la rete wi-fi, attraverso la quale restare in contatto con chi deve ancora arrivare e con chi ce l’ha fatta. E’ così che i migranti si organizzano, per poter capire quali strade percorrere, con chi prendere contatti, a quali rischi si va incontro. Spesso la disinformazione e le false speranze alimentate gli uni con gli altri creano problemi alle persone che raggiungono determinate località sperando di trovare una facile via di uscita e andando invece incontro a un muro.

I centri di accoglienza coordinati e gestiti dal Commissariato per richiedenti asilo serbo stanno aumentando la propria capacità di accoglienza in tutto il Paese, ma non possono trattenere le persone al proprio interno. Le condizioni di alcuni di questo centro sono al limite, nel campo di Subotica che potrebbe ospitare 150 persone, ce ne sono 500 in questi giorni. Non esistono strutture al chiuso, ma tende da campeggio. I bagni e le docce oltre a essere pochi, sono in condizioni miserevoli. Nonostante questo, la gente non si lamenta, in fondo sa di essere lì solo per il tempo necessario a riorganizzarsi e riprovare a volte anche per la terza volta di riattraversare i confini.

La difficoltà maggiore dunque non è restare per alcuni giorni in un campo fatiscente, ma è arrivare alle porte dell’Ungheria per essere poi reindirizzati dal commissariato serbo in cittadine lontane, al confine con la Bosnia e il Kosovo. In un certo senso si tratta di un perverso gioco dell’oca in cui tocca ricominciare e partire dal via. Nonostante questo, le persone non si arrendono, tornano in qualche modo a Belgrado e ripartono dal parco per raggiungere i confini al nord, con l’Ungheria, o ultimamente con la Croazia.

La polizia di Belgrado sta attuando misure deterrenti per impedire alle persone di dormire all’aperto, hanno dunque cominciato a recintare con reti arancione da cantiere le aiuole e i giardini nei quali i migranti stavano alcuni giorni, con la scusa di dover sistemare l’erba e i parchi, anche se tutti sanno che si tratta di una manovra per rendere la vita dei rifugiati ancor più difficile di quanto già non sia.

-Continua

  • Autore articolo
    Silvia Maraone
ARTICOLI CORRELATITutti gli articoli
POTREBBE PIACERTI ANCHETutte le trasmissioni

Adesso in diretta

  • Ascolta la diretta

Ultimo giornale Radio

  • PlayStop

    Giornale Radio martedì 16/09 19:30

    Le notizie. I protagonisti. Le opinioni. Le analisi. Tutto questo nelle tre edizioni principali del notiziario di Radio Popolare, al mattino, a metà giornata e alla sera.

    Giornale Radio - 16-09-2025

Ultimo giornale Radio in breve

  • PlayStop

    Gr in breve martedì 16/09 18:31

    Edizione breve del notiziario di Radio Popolare. Le notizie. I protagonisti. Le opinioni. Le analisi.

    Giornale Radio in breve - 16-09-2025

Ultima Rassegna stampa

  • PlayStop

    Rassegna stampa di martedì 16/09/2025

    La rassegna stampa di Popolare Network non si limita ad una carrellata sulle prime pagine dei principali quotidiani italiani: entra in profondità, scova notizie curiose, evidenzia punti di vista differenti e scopre strane analogie tra giornali che dovrebbero pensarla diversamente.

    Rassegna stampa - 16-09-2025

Ultimo Metroregione

  • PlayStop

    Metroregione di martedì 16/09/2025 delle 19:50

    Metroregione è il notiziario regionale di Radio Popolare. Racconta le notizie che arrivano dal territorio della Lombardia, con particolare attenzione ai fatti che riguardano la politica locale, le lotte sindacali e le questioni che riguardano i nuovi cittadini. Da Milano agli altri capoluoghi di provincia lombardi, senza dimenticare i comuni più piccoli, da dove possono arrivare storie esemplificative dei cambiamenti della nostra società.

    Metroregione - 16-09-2025

Ultimi Podcasts

  • PlayStop

    No Manches Guey di martedì 16/09/2025

    Un viaggio musicale dentro le culture latino americane.

    No Manches Guey - 16-09-2025

  • PlayStop

    News della notte di martedì 16/09/2025

    L’ultimo approfondimento dei temi d’attualità in chiusura di giornata

    News della notte - 16-09-2025

  • PlayStop

    Soulshine di martedì 16/09/2025

    Soulshine è un mix eclettico di ultime uscite e classici immortali fra soul, world music, jazz, funk, hip hop, afro beat, latin, r&b, ma anche, perchè no?, un po’ di sano rock’n’roll. L’obiettivo di Soulshine è ispirarvi ad ascoltare nuova musica, di qualsiasi decennio: scrivetemi i vostri suggerimenti e le vostre scoperte all’indirizzo e-mail cecilia.paesante@gmail.com oppure su Instagram (cecilia_paesante) o Facebook (Cecilia Paesante).

    Soulshine - 16-09-2025

  • PlayStop

    Fuori registro di martedì 16/09/2025

    Voci tra i banchi di scuola. A cura di Lara Pipitone, Chiara Pappalardo e Sara Mignolli

    Fuori registro - 16-09-2025

  • PlayStop

    L'Orizzonte delle Venti di martedì 16/09/2025

    A fine giornata selezioniamo il fatto nazionale o internazionale che ci è sembrato più interessante e lo sviluppiamo con il contributo dei nostri ospiti e collaboratori. Un approfondimento che chiude la giornata dell'informazione di Radio Popolare e fa da ponte con il giorno successivo.

    L’Orizzonte delle Venti - 16-09-2025

  • PlayStop

    “Gaza City brucia di fronte al suo mare”. Israele lancia l’offensiva di terra sulla città

    L’esercito israeliano ha lanciato questa notte l’invasione di terra su Gaza City. Da ieri i carri armati sono entrati nel cuore della principale città della striscia, e i bombardamenti hanno colpito senza sosta strade, case, infrastrutture. Da questa mattina, i morti sono 89. Centinaia di migliaia di persone vivono ancora nella città. Migliaia di persone stanno invece cercando di fuggire, in un esodo verso un sud che non ha più spazio per ospitarli. Il servizio di Valeria Schroter.

    Clip - 16-09-2025

  • PlayStop

    Esteri di martedì 16/09/2025

    1) “Gaza brucia di fronte al suo mare, testimone della sua tragedia”. L’esercito israeliano ha lanciato l’offensiva di terra sulla principale città della striscia. L’esodo in mezzo alle bombe. Quasi 90 i morti da questa mattina. (Valeria Schroter) 2) Israele come Sparta. Mentre l’ONU stabilisce che quello in corso a Gaza è genocidio, Netanyahu ammette l’isolamento internazionale e dipinge un futuro di autarchia e guerra permanente. (Anna Foa, Eric Salerno) 3) Gli Stati Uniti continuano a colpire il Venezuela. Trump punta a rovesciare il regime di Maduro con la scusa della lotta al narcotraffico. (Alfredo Somoza) 4) Cinquant’anni fa l’indipendenza della Papua Nuova Guinea. Il paese oggi è vittima della maledizione della ricchezza e rischia di finire ostaggio di un nuovo braccio di ferro tra occidente e Cina. (Chawki Senouci) 5) Spagna, l’estrema destra torna a riunirsi a Madrid. Il primo passo verso una grande alleanza di tutte le destre europee. (Giulio Maria Piantadosi) 6) Rubrica Sportiva. Julia Paternain, la maratoneta uruguayana entra nella storia vincendo la prima medaglia ai mondiali di atletica per il paese sudamericano. (Luca Parena)

    Esteri - 16-09-2025

  • PlayStop

    L'Orizzonte di martedì 16/09 18:35

    L'Orizzonte è l’appuntamento serale con la redazione di Radio Popolare. Dalle 18 alle 19 i fatti dall’Italia e dal mondo, mentre accadono. Una cronaca in movimento, tra studio, corrispondenze e territorio. Senza copioni e in presa diretta. Un orizzonte che cambia, come le notizie e chi le racconta. Conducono Luigi Ambrosio e Mattia Guastafierro.

    L’Orizzonte - 16-09-2025

  • PlayStop

    Le Guthrie Family Singers portano avanti il messaggio di umanità del nonno Woody

    “E’ stato bello rendersi conto che la figura di Woodie Guthrie è ancora molto viva anche fuori dagli Stati Uniti”, racconta Sarah Lee, nipote dell’icona folk americana. “Le problematiche di cui cantava lui ottant’anni fa sono ancora attuali”, riferendosi al tema dell’immigrazione e alla difficile situazione al confine con il Messico. Con la sua musica Woody Guthrie "affrontava un concetto molto basilare di umanità e speranza, ovvero il trattare le persone come persone, aiutandosi a vicenda nei momenti di difficoltà": lo stesso messaggio che ora le Guthrie Family Singers vogliono portare avanti. Ascolta l’intervista di Elisa Graci alle Guthrie Family Singers.

    Clip - 16-09-2025

  • PlayStop

    Poveri ma belli di martedì 16/09/2025

    Un percorso attraverso la stratificazione sociale italiana, un viaggio nell’ascensore sociale del Belpaese, spesso rotto da anni e in attesa di manutenzione, che parte dal sottoscala con l’ambizione di arrivare al roof top con l’obiettivo dichiarato di trovare scorciatoie per entrare nelle stanze del lusso più sfrenato e dell’abbienza. Ma anche uno spazio per arricchirsi culturalmente e sfondare le porte dei salotti buoni, per sdraiarci sui loro divani e mettere i piedi sul tavolo. A cura di Alessandro Diegoli e Disma Pestalozza

    Poveri ma belli - 16-09-2025

  • PlayStop

    Vieni con me di martedì 16/09/2025

    Vieni con me è una grande panchina sociale. Ci si siedono coloro che amano il rammendo creativo o chi si rilassa facendo giardinaggio. Quelli che ballano lo swing, i giocatori di burraco e chi va a funghi. Poi i concerti, i talk impegnati e quelli più garruli. Uno spazio radiofonico per incontrarsi nella vita. Vuoi segnalare un evento, un’iniziativa o raccontare una storia? Scrivi a vieniconme@radiopopolare.it o chiama in diretta allo 02 33 001 001 Dal lunedi al venerdì, dalle 16.00 alle 17.00 Conduzione, Giulia Strippoli Redazione, Giulia Strippoli e Claudio Agostoni La sigla di Vieni con Me è "Caosmosi" di Addict Ameba

    Vieni con me - 16-09-2025

  • PlayStop

    Volume di martedì 16/09/2025

    Iniziamo parlando del festival Coachella 2026 di cui è appena stata annunciata la lineup e ricordando Victor Jara, cantautore cileno simbolo della canzone sociale e di protesta che scomparse oggi 52 anni fa durante la dittatura Pinochet. Proseguiamo con il mini live in studio delle Guthrie Family Singers, trio di discendenti di terza e quarta generazione dell'icona folk americana Woody Guthrie. Nell'ultima parte accenniamo al concerto di raccolta fondi per la Palestina del 18 settembre, organizzato a Firenze da Piero Pelù, e ricordiamo la stella del cinema Robert Redford appena scomparsa.

    Volume - 16-09-2025

Adesso in diretta