Approfondimenti

Il voto in Turchia, l’addio di Fazio alla Rai e le altre notizie della giornata

Il racconto della giornata di domenica 14 maggio 2023 con le notizie principali del giornale radio delle 19.30. Il voto in Turchia potrebbe mettere fine al ventennio di potere di Erdogan, Zelensky in tour in Europa per raccogliere forniture belliche; la città di Milano dedicherà una targa alle vittime dell’attentato del gruppo Ludwig al cinema eros nel 1984; l’opposizione thailandese può vincere le elezioni; Fabio Fazio lascia la Rai e va a Discovery.

La Turchia alle urne, sfida molto tesa all’ultimo voto

In Turchia si profila un voto ancora molto incerto per le elezioni politiche ed amministrative. Lo spoglio è quasi a metà, e seppur in calo di consensi sarebbe in vantaggio il presidente uscente, al potere da 20 anni, Recep Tayyip Erdogan, per quanto il suo vantaggio contini ad assottigliarsi ed ora è poco sopra al 50%. Dietro il candidato della composita coalizione di opposizione Kemal Kiliçdaroglu che poco fa però ha twittato di essere in vantaggio, cosi come hanno fatto i sindaci dei partiti di opposizione di Istanbul e Ankara.

Kiliçdaroglu era dato in vantaggio dai sondaggi, che in alcuni casi gli attribuivano una vittoria al primo turno. L’affluenza è stata molto molto alta, vicina al 90%. I dati sono diffusi dall’agenziadi stampa ufficiale Anadolu e dalla CNN turca.

In una conferenza stampa ad Ankara – riferisce il Guardian – i candidati alla vicepresidenza dell’opposizione Mansur Yavaş ed Ekrem İmamoğlu hanno attaccato l’agenzia di stampa statale Anadolu, affermando che sta riportando lo spoglio dei voti in modo distorto, diffondendo per primi i voti per l’Akp di Erdogan.
Il più grande partito di opposizione, il Partito popolare repubblicano (Chp), sta eseguendo un conteggio parallelo posizionando i propri osservatori in ogni urna e fotografando ogni scheda mentre viene conteggiata. “Secondo i nostri risultati, con il 23,87% dei voti scrutinati, Kemal KÕlÕçdaroğlu è in vantaggio”, ha affermato Yavaş, che è anche sindaco di Ankara, aggiungendo: “Questi dati provengono da tutta la Turchia e posso dire che siamo in vantaggio a Istanbul e Ankara”. 

“Vorrei lanciare un appello ai nostri eroi della democrazia: non lasciate per nessun motivo i seggi elettorali fino alla consegna dell’ultima scheda firmata. La piena e corretta manifestazione della volontà della nazione dipende dalla vostra determinazione. Vedrete, ne varrà la pena”.
Lo chiede su Twitter il leader dell’opposizione turca Kemal Kiliçdaroglu. 

Il viaggio in Europa di Zelensky, alla ricerca di armi

Dopo L’italia, oggi la tappa a Berlino e stasera la Francia. Al presidente tedesco Steinmeier e al cancelliere tedesco Scholz, Zelensky ha chiesto proprio di aumentare le forniture di armamenti, in particolare i jet da guerra. La Germani ha appena stanziato un piano di 2,7 miliardi in armamenti per Kyev. Oggi, indirettamente, la risposta del Papa dopo il no alla mediazione vaticana da parte del presidente ucraino nell’incontro di ieri. “Le armi distruggono ogni speranza di pace” le parole di Bergoglio. Sul fronte dei combattimenti, nella notte ci sono stati massicci bombardamenti russi, sia a est, sia svicino al confine polacco, anche a Kyev è entrata in azione la contraerea contro dei droni, riferiscono fonti della capitale. Ancora qualche visita e lanceremo la controffensiva, ha detto Zelensky a Berlino. 

A Milano una targa in ricordo delle vittime del gruppo neaonazista Ludwig

40 anni fa a Milano una dele più atroci stragi neofasciste in Italia. Il gruppo Ludwig, nato nell’ambito del neofascismo veneto e legato ad ordine nuovo, diede fuoco al cinema porno Eros di viale Monza 101, uccidendo 6 persone.”Una squadra della morte ha giustiziato uomini senza onore”, ed era presente il motto delle SS.  Marco Furlan e Wolfgang Abel, i due militanti che si firmavano Ludwig, furono poi bloccati mentre tentavano di dar fuoco ad una discoteca dl Mantovano, il 4 marzo 1984. Condannati a 30 anni di reclusione, considerati responsabili di numerosi attentati a partire dagli anni ’70 con 28 morti e 39 feriti. Domani il Comune di Milano apporrà una targa in memoria delle vittime.

La Thailandia prova a voltare pagina

Una svolta potrebbe essere vicina in Tjailandia, dove secondo gli exit poll i due principali partiti di opposizione, il Puea Thai e il Move Forward, conquisterebbero ben due terzi dei voti. Ma la strada per il governo è lunga: i militari infatti possono nominare 250 senatori, mantenendo così un forte controllo sulla formazione del governo, con negoziati che, salvo colpi di mano, potrebbero durare a lungo. Il Move Forward è il partito che raccoglie il voto dei giovani nelle città ed è il più radicale nel chiedere di limitare i poteri dei militari e la riforma della legge di lesa maestà. Il primo partito, il Puea thai, è legato al miliardario in esilio Taksim Shinawatra.

L’addio alla Rai di Fabio Fazio

Dopo quasi 40 anni Fabio Fazio lascia la Rai. Passa al gruppo Discovery, di proprietà della americana Warner. Un accordo di quattro anni che lo vedrà debuttare sul Nove già dal prossimo autunno. Con lui anche Luciana Littizzetto. È un addio annunciato da settimane: la destra non ha mai voluto rinnovare il suo contratto, ed ora con i nuovi vertici della Rai, l’ufficializzazione dell’addio. Polemiche per lo sfottò di salvini: belli ciao, ha scritto il capo della Lega sui social. E’ il primo dei pezzi grossi invisi alla maggioranza, che la tv pubblica perde. Un contratto certo oneroso, ma che portava ascolti record.

Loris Mazzetti ex capostruttura di rai 3 e storico regista di Enzo Biagi:

 

 

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    Violenza: riprendersi il potere sulla propria vita

    Nel giorno mondiale contro la violenza sulle donne, raccontiamo con Cristina Carelli, presidente di D.i.Re Donne in Rete contro la violenza, i centri antiviolenza, oltre 110 in Italia con differenze però tra Nord e Sud, con quasi 4mila operatrici in stragrande maggioranza volontarie e quasi 30mila donne “ascoltate” all’anno. “Siamo realtà aperte e sempre presenti, le donne arrivano da noi spesso senza appuntamento e si rivolgono a noi quasi sempre liberamente - spiega Carelli - perché il presupposto del nostro intervento è la libertà di scelta della donna, lo sottolineiamo perché è in corso un tentativo di trasformarci in realtà di servizio e per imporre alle donne dei percorsi standardizzati, più istituzionali e di sistema, e non costruiti per ciascuna partendo dal consenso e dalla libera scelta di ogni donna”. Sottofinanziamento, soluzioni solo punitive, negazione della dimensione politica e culturale della prevenzione, la frontiera è sempre la società. Se sono le famiglie a decidere cosa è giusto o meno per l’educazione sessuale, stiamo riproponendo il problema. “Chiediamo al governo di essere coerente: bisogna lavorare sul fronte della cultura e della prevenzione”. La violenza non è solo un atto individuale, ma è resa possibile da scelte politiche e culturali che limitano la libertà delle donne, scrive Di.Re nella campagna “Tutto nella norma” che potete trovare sul sito: direcontrolaviolenza.it

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    Pubblica si occupa di violenza maschile contro le donne. Oggi è il 25 novembre, giornata internazionale dell’ONU per l’eliminazione della violenza di genere. Con la presidente di UN (United Nations) Women Italy, Darya Majidi. E con Barbara Leda Kenny, antropologa, coordinatrice della Fondazione Brodolini, curatrice del sito Ingenere.it

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