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    Macron e la solida maggioranza di deputati e astensionisti

    A cura di:

    Raffaele Liguori

    Le elezioni in Francia, ieri il secondo turno delle legislative. Ora l’era Macron può cominciare. Il partito del presidente della repubblica francese (En Marche) ha ottenuto una solida maggioranza assoluta all’Assemblea Nazionale, ma con una fragilissima partecipazione degli elettori. Soltanto il 43,4% degli elettori francesi è andato a votare (al primo turno solo il 50,2%). Le urne francesi hanno dato anche altre indicazioni: la destra gollista in parlamento ha quasi dimezzato la sua rappresentanza, il partito socialista si è frantumato (da 280 ad una quarantina di seggi); la sinistra di Melenchon ha quasi triplicato i seggi (da 10 a 27), ma è molto al di sotto dei voti che il suo leader aveva preso al primo turno delle presidenziali. Infine la destra xenofoba e nazionalista del Front National (da 2 a 7 seggi) con Marine Le Pen che entra per la prima volta in parlamento. Cosa farà Macron? Quali politiche proporrà per uscire dalla crisi? Molto è già stato annunciato durante i lunghi mesi di campagna elettorale, a partire dal tema del lavoro su cui Macron sembra voler proseguire la già contestata linea della “loi travail” di Hollande-Valls. Ma ora Macron è atteso alla prova delle decisioni. Sarà un Macron in continuità con le politiche di questi anni o di rottura? Memos ha ospitato oggi l’economista e sociologo dell’Università Cattolica di Milano, Mauro Magatti; e il politologo Marco Revelli dell’Università del Piemonte Orientale...«Su Macron ci sono indicazioni frammentarie e interpretazioni diverse», racconta a Memos il professor Magatti. «La sua è una figura emersa ad una velocità strabiliante. C’è chi pensa che Macron possa essere solo il continuatore della politica economica di questi ultimi anni, rappresentante del mondo della finanza, degli interessi francesi. C’è anche chi pensa, invece, che il nuovo presidente possa essere capace di iniziative più coraggiose, di aprire una svolta storica in Francia e in Europa. Credo – conclude Mauro Magatti - che siamo davanti ad un grande punto interrogativo». Per il politologo Marco Revelli «Macron rappresenta sicuramente una rottura. La Quinta Repubblica, nata tra la fine degli anni ‘50 e l’inizio dei ‘60, è finita», sostiene Revelli. «Nasce oggi una nuova repubblica che non ha una propria costituzione. E’ questo il primo dato che emerge dalle elezioni. Il secondo è che Macron è un sovrano senza contrappesi in parlamento. La maggioranza assoluta che ha conquistato, con la sua lista En Marche e quella dei MoDem, è straripante. Tuttavia, questa maggioranza non corrisponde alla maggioranza sociale nel paese. Il livello altissimo di astensione, che sfiora il 60%, crea un problema di legittimazione. Ci si attende ciò che i francesi chiamano “il terzo turno”, quello che si gioca nelle piazze. Se non ci sono contrappesi istituzionali, l’unico contrappeso rimane la mobilitazione. E’ questa la grande incognita dell’autunno – conclude Marco Revelli - quando Macron dovrà tradurre in fatti il proprio programma. Un programma per certi versi socialmente “lacrime e sangue”».

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    Noi e altri animali È la trasmissione che da settembre del 2014 si interroga su i mille intrecci di una coabitazione sul pianeta attraverso letteratura, musica, scienza, costume, linguaggio, arte e storia. Ogni giorno con l’ospite di turno si approfondisce un argomento e si amplia il Bestiario che stiamo compilando. In onda da lunedì a venerdì dalle 12.45 alle 13.15. A cura di Cecilia Di Lieto.

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    Pubblica di lunedì 12/05/2025

    Pubblica da oggi, e per i prossimi lunedì fino alla fine di giugno, ospita una sintesi delle lezioni di antimafia. Il nuovo ciclo di incontri (il nono) - ideato dalla Scuola di formazione “Antonino Caponnetto” e realizzato insieme a Radio Popolare - si intitola "Storie vere di poteri selvaggi e relazioni inconfessabili". Il 26 febbraio scorso si è svolto il primo incontro. Titolo: "Un pezzo alla volta. Storia di un giornalista e del suo tempo", che è anche il titolo di un libro pubblicato dall'editore Manni. L'autore è il giornalista Michele Gambino. Gambino ha fatto parte all'inizio degli anni Ottanta della redazione de' "I Siciliani", giornale di inchieste e di denunce contro i poteri criminali della mafia catanese, diretto da Pippo Fava, ucciso da cosa nostra il 5 gennaio 1984. Ospite anche Nando dalla Chiesa, presidente della Scuola di Formazione "Antonino Caponnetto". Introduce Giuseppe Teri, vice-presidente della Scuola.

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    A cura di Chawki Senouci con Alfredo Somoza

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    ILARIA PALLESCHI - NEREIDI - presentato da Elena Mordiglia

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    Sguardi, opinioni, vite, dialoghi ai microfoni di Radio Popolare. Condotta da Massimo Bacchetta, a cura di Massimo Alberti

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    Presto Presto - Interviste e Analisi di lunedì 12/05/2025

    Gianpaolo Scarante, professore all'università di Padova, già Capo di Gabinetto del Ministro degli Esteri e diplomatico di alto rango, commenta la "svolta" con il possibile incontri a Istanbul tra Russia e Ucraina. Un fine settimana di manifestazioni e iniziative pacifiste dirette a basi militari, per dire no al riarmo e al clima tossico di militarizzazione della società, da Brescia, a Roma ad Amendola dove con Emmaus ed Emergency centinaia di manifestanti hanno raggiunto la seconda base aerea più grande d'Europa come ci racconta Flavio Luperto, coordinatore regionale dei volontari Emergency Puglia. La campagna Stop ReArm Europe lanciata dalla Rete pace e disarmo con le altre associazioni europee lancia i prossimi appuntamenti come ci racconta Monica Di Sisto, responsabile dell’Osservatorio Fairwatch. Il referendum sulla cittadinanza raccontato dalle storie dei nuovi cittadini, si chiama "Volti italiani" un progetto di Victoria Karam su Instagram e altri social per conoscere le storie di coloro che non possono andare a votare ma vorrebbero essere cittadini italiani. Le segnalazioni culturali del giorno dai quotidiani: Corriere della Sera: “Questa è la nostra città” di Alberto Moravia, esce come libro il copione del film che doveva girare con Rossellini sulla Pirelli; La Stampa: “Una tranquilla vita da vulcano. Una storia di Emily Dickinson”, di Sara De Simone; Domani: “Inventario di quel che resta dopo che la foresta brucia”, di Michele Ruol; Il Sole 24 Ore: "Lettura, under 25 in pole position".

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