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La presidenza della repubblica di Sergio Mattarella compie dieci anni

Sergiio Mattarella difende l'Italia dalle ingerenze di Musk

La prima cosa che Sergio Mattarella fece dieci anni fa, subito dopo la sua elezione, fu recarsi al Sacrario delle Fosse Ardeatine. Il senso di quella visita stava nella volontà di riconoscere nella lotta al fascismo e nel valore della Costituzione i principi fondamentali della sua presidenza, un filo che unisce quel 31 gennaio di dieci anni fa ad oggi, al Giorno della Memoria celebrato il 27 gennaio, quando ha voluto ricordare con le parole di Primo Levi che “la peste si è spenta, ma l’infezione c’è ancora”, che le ombre e le minacce del fascismo e del nazismo sono ancora presenti. Su questi valori, sulla difesa della Costituzione, il Capo dello Stato ha svolto il suo mandato. Ai sette anni del primo se ne sono aggiunti altrettanti, avendo accettato la rielezione quando già stava facendo gli scatoloni per lasciare il Quirinale. Questi ultimi tre anni sono quelli in cui più si è fatto sentire, dove puntuali sono stati i suoi messaggi per indirizzare o per ricordare a chi sta a Palazzo Chigi la via da seguire: dopo le immagini degli studenti di Pisa picchiati mentre scappavano dai poliziotti, non ha esitato a rimproverare la Polizia per aver usato i manganelli; a Elon Musk, pochi giorni fa, ha ricordato che l’Italia sa badare a se stessa, un messaggio che è arrivato anche a Giorgia Meloni, che a Musk invece vuole aprire le porte. Questo è l’oggi, ma in dieci anni è successo di tutto in politica. La sua presidenza è partita con il governo Renzi e ne ha fatti nascere altri cinque, ha gestito tre crisi politiche. Con le elezioni del 2018 si fa strada un populismo di colore diverso: giallo con i Cinque Stelle, che con la Lega volevano all’Economia l’esponente anti-euro Paolo Savona, e Mattarella disse di no; poi il populismo verde di Salvini anti-immigrati fino a quello attuale venato di nero, la propaganda e l’arroganza della destra che minaccia un altro potere dello Stato, la magistratura, con l’obiettivo di renderla più debole cambiando gli organi di autotutela, il CSM di cui Sergio Mattarella è presidente. Il Capo dello Stato ha gestito crisi politiche, che gli sono state anche contestate, per non aver sciolto le Camere e portato al voto il Paese, la nascita del governo Draghi motivata dalla necessità di non perdere i soldi del PNRR, il passaggio dal Conte uno al Conte due. Fasi delicate nelle quali ha svolto un ruolo importante. Dieci anni di non solo politica, in mezzo c’è stata l’emergenza Covid, divenne un riferimento in quei mesi, i più duri quelli del lockdown, con quell’immagine di lui da solo davanti all’Altare della Patria.

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    Anna Bredice
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    Un percorso attraverso la stratificazione sociale italiana, un viaggio nell’ascensore sociale del Belpaese, spesso rotto da anni e in attesa di manutenzione, che parte dal sottoscala con l’ambizione di arrivare al roof top con l’obiettivo dichiarato di trovare scorciatoie per entrare nelle stanze del lusso più sfrenato e dell’abbienza. Ma anche uno spazio per arricchirsi culturalmente e sfondare le porte dei salotti buoni, per sdraiarci sui loro divani e mettere i piedi sul tavolo. A cura di Alessandro Diegoli e Disma Pestalozza

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    Il ricordo del Bataclan, dieci anni dopo la strage: “C’era bisogno di tornare a vivere”

    Sono passati dieci anni da quella notte del 13 novembre 2015, in cui durante il concerto degli Eagles Of Death Metal centotrenta persone persero la vita nell’attacco terroristico che colpì il Bataclan di Parigi. Costruito nel 1864 e dal 1991 dichiarato monumento storico, negli anni il locale ha portato sul palco della capitale innumerevoli artisti internazionali diventando un vero e proprio ”tempio della musica” francese. Oggi a Volume, il ricordo della “generazione Bataclan” e del concerto inaugurale tenuto da Sting un anno dopo la strage, in occasione della riapertura del locale. Ascolta lo speciale sul Bataclan.

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    Sulle tracce di Rumi con Kader Abdolah

    “Quello che cerchi sta cercando te” (Iperborea) è uno dei più recenti titoli di Kader Abdolah, celebre scrittore iraniano da tempo emigrato in Olanda, in seguito a persecuzioni politiche. Il libro ripercorre le vicende e analizza le opere del famoso poeta persiano Rumi, vissuto nel 1200 e a sua volta esule dopo l’invasione mongola in Persia, e divenuto celebre in tutto il mondo proprio in seguito al forzato espatrio. A Bookcity Milano per presentare il libro, Kader Abdolah è stato ospite a Cult, intervistato da Ira Rubini.

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