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Jihad Italia, “lupi solitari” a Lecco e Varese

Antiterrorismo in azione

Lupi solitari, “potenziali uomini-bomba”. Così il procuratore nazionale antiterrorismo Franco Roberti ha definito le sei persone arrestate il 28 aprile con l’accusa di terrorismo internazionale. Non sono state trovate armi nelle loro abitazioni. Nelle intercettazioni uno degli arrestati ammette di non essere riuscito a procurarsele e dalle indagini non sono emersi collegamenti o anche solo contatti tra le persone fermate e altre cellule terroristiche francesi o belghe. Il procuratore aggiunto Maurizio Romanelli ha detto che ci sono legami con la Svizzera: “Li stiamo approfondendo”.

Per un anno sono stati controllati e intercettati 24 ore su 24 e quando è arrivato il messaggio audio con l’ordine di colpire a Roma, la procura di Milano non se l’è sentita di aspettare ancora e ha fatto scattare subito la retata. Attentato, quindi, proclamato ma non organizzato, da quello che risulterebbe dalle carte agli atti dell’indagine. Però, è la prima volta che un’inchiesta sul terrorismo jihadista rivela un ordine esplicito di colpire in Italia. Ordine fatto arrivare a un lupo solitario. Sono questi gli elementi che hanno allarmato l’antiterrorismo italiano.

Gli arrestati

L’operazione è nata da due inchieste parallele partite poco più di un anno fa dai carabinieri e dalla polizia della Brianza e di Varese.

Alla caserma di Costa Masnaga, provincia di Lecco, nel febbraio 2015, si era presentata la mamma di Alice Brignoli, italiana convertitasi all’islam,  per denunciare la scomparsa della figlia che, insieme al marito, Mohamed Koraichi, di nazionalità marocchina, e ai bambini, all’improvviso avevano lasciato Bulciago (sempre in Brianza). Secondo gli inquirenti, ora si trovano in Siria. Sono destinatari di due degli ordini di arresto emessi ieri e risultano latitanti. A Baveno risiede la sorella di Mohamed, Wafa Koraichi, anche lei arrestata durante il blitz.

Dalla Siria, Mohamed Koraichi, tramite la sorella, era in contatto con il pugile lecchese Moutaharrik Abderrahim, cittadino italiano, ora anche lui è in carcere con la moglie Salma Benchark.

L’altra indagine era partita quasi nello stesso periodo dalla provincia di Varese dove risiede Abderrahmane Khachia, 23enne nato in Marocco e residente a Brunello. Il fratello Oussama, 30 anni, operaio, anche lui cresciuto a Brunello, è stato espulso dall’Italia nel gennaio 2015 per aver scritto alcuni post su Facebook a favore dell’Isis. Avrebbe raggiunto la Siria dove sarebbe stato ucciso mentre combatteva per il Califfato.

Secondo gli inquirenti, proprio per la perdita del fratello Abderrahmane Khachia si sarebbe avvicinato alla causa del Jihad.

Le intercettazioni

Il campione lecchese di kickboxingMoutaharrik, cerca di mettersi in contatto con Mohamed Koraichi in Siria: vuole andare a combattere nelle terre del Califfato. Invece, la risposta che ottiene da Koraichi, in un messaggio audio invito tramite WhatsApp è l’incitamento a compiere attentati in Italia.

“Fratello mio – diceva Koraichi – lì in quella Italia, quella è la capitale dei crociati, fratello mio è quella, è lì dove vanno a fare il pellegrinaggio, è da lì da dove prendono la forza e da lì vanno a conquistare i popoli, e da lì combattono l’islam, fino ad ora non è stata fatta nessuna operazione (attentato,ndr), sai che se fai un attentato è una cosa grande”.

Moutaharrik in un altro messaggio a Koraichi diceva: “Ci sono tante, tante storie, amico mio io una volta mi sono alzato e messo a progettare… ho detto che voglio picchiare (inteso come colpire e far esplodere) Israele e Roma. Sì… l’ambasciata… e sono andato da un ragazzo albanese a Varese e gli ho detto di procurarmi una pistola, la volevo comprare da lui e forse lui si è insospettito di me e mi ha girato le spalle, quante volte l’ho chiamato, ma mi ha trovato la pistola, mi ha trovato la pistola, ma lui… questo che ti dicevo era nell’anno 2009″. Poi la richiesta da Moutaharrik di mettere prima in salvo la famiglia nei territori del Califfato: “Però, fratello è l’unica richiesta che ti chiedo, è la famiglia, tu sai voglio almeno che i miei figli crescano un po’ nel paese del Califfato dell’islam, il paese dove c’è la legge islamica, questa è l’unica richiesta che voglio”.

Infine, l’8 aprile il poema-bomba.

L’8 aprile, sempre sotto forma di un audio su WhatsApp, dallo «sceicco» o comunque da qualcuno che gli inquirenti ritengono parli per conto del Califfato arriva l’ordine: “Caro fratello Abderrahim, ti mando il poema-bomba, ascolta lo sceicco e colpisci nel paese in cui ti trovi”.

  • Autore articolo
    Letizia Mosca
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    Teatro. La rivoluzione delle "piscinine" milanesi vista da due piccioni in crisi esistenziale Al Teatro della Cooperativa, a Milano ha debuttato in prima nazionale "Lo sciopero delle bambine", in scena Rita Pelusio e Rossana Mola di PEM Habitat Teatrali, compagnia che porta avanti una ricerca artista che declina contenuti civili e ironia. Lo spettacolo, con la regia di Enrico Messina, racconta una storia avvenuta a Milano nel 1902, quando le “piscinine”, che in dialetto meneghino significa “piccoline”, bambine, tra i sei e i tredici anni, che lavoravano senza diritti, sfruttate e sottopagate, ebbero la forza di scioperare e, per cinque giorni, fermare l’industria della moda della città. A raccontare la vicenda delle piscinine in scena sono due piccioni, due creature che abitano le piazze, le cui parole rispecchiano lo sguardo dei contemporanei, spesso stanchi e disillusi davanti alle sfide della storia. Nella trasmissione Cult Ira Rubini ha intervistato l’attrice Rita Pelusio.

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    Da che parte sta il papa statunitense, Leone XIV? Con l’Europa di von der Leyen e Merz, ma anche di Macron, Meloni e Sanchez? Oppure con gli Stati Uniti di Trump, JD Vance, Musk e Peter Thiel. Oppure con nessuna di queste identità così identificate? Dopo l’attacco della Casa Bianca all’Europa con il «National Security Strategy» viene facile polarizzare lo scontro tra le due sponde dell’Atlantico. Anche se i due poli sono orientati entrambi prevalentemente a destra, con inquietanti sfumature che arrivano all’autoritarismo di stampo fascista (C.Bottis, Trumpismo. Un mito politico, Castelvecchi 2025). Dunque, gli Stati Uniti aggrediscono l’Europa con il NSS, e papa Prevost con chi si schiera? Pubblica ha ospitato oggi Stefano Zamagni (ex presidente della Pontificia Accademia delle scienze sociali, economista) e Paolo Naso (scienziato della politica).

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    Piazza Fontana: ricordiamo la strage e la risposta democratica

    Anniversario numero 56 per la Strage di Piazza Fontana, quest’anno oltre alle istituzioni nella celebrazione del pomeriggio parleranno una studentessa di un liceo milanese e uno dei vigili del fuoco che entrarono per primi dopo lo scoppio della bomba, ci spiega Federico Sinicato, presidente dell’Associazione dei Familiari delle vittime di Piazza Fontana. “L’importanza del 12 dicembre va al di là della celebrazione e del ricordo che si fa in piazza, è una data storica per l’intero Paese perché è l’inizio della strategia della tensione che produce effetti devastanti e blocca di fatto il grande movimento di riforma del Paese nato dalle lotte dei lavoratori e degli studenti, basta pensare che l’approvazione del Senato dello Statuto dei lavoratori è del 11 dicembre, il giorno prima, il momento fu scelto come risposta all’avanzata dei diritti e se pensiamo che oggi questi valori vengono rimessi in discussione. E’ una data sacra per il Paese”, In Piazza dopo le celebrazioni istituzionali ci sarà il corteo dei movimenti con partenza alle 18.30 da Piazza XXIV Maggio. E ci sarà anche l’inaugurazione del memoriale “Non dimenticarmi“, un’installazione permanente nata dal basso che ricorda le vittime delle stragi, donata al Comune di Milano e installata in Piazza Fontana. L'intervista di Cinzia Poli e Claudio Jampaglia.

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    A come Asia di mercoledì 10/12/2025

    Nella tempesta dei dazi, i record di Pechino nelle esportazioni, con Gabriele Battaglia. Al confine tra Cambogia e Tailandia si riaccende un conflitto decennale, tra scam city e nuovi nazionalismi, con Paola Morselli, ricercatrice Ispi. A cura di Diana Santini.

    A come Atlante – Geopolitica e materie prime - 10-12-2025

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