Benoit Hamon ha ufficialmente annunciato i nomi della sua squadra. Lo ha fatto sabato pomeriggio inaugurando il quartier generale di campagna, nel cuore del 10 arrondissement di Parigi.
Un quartiere – meticcio, attivo, solidale e festivo – e uno spazio – un edificio di tre piani da poco trasformato in coworking e arredato da dei giovani designer, che non sono stati scelti a caso. Entrambi simboleggiano le qualità e l’elettorato che il candidato vuole fare suoi.
Dopo aver passato le ultime settimane a cercare di ricompattare il partito, l’ex ribelle che non accetta l’idea di sconfitta annunciata, ha scelto come parola d’ordine : “collaborazione”. All’interno ma anche al di là della compagine socialista.
Per far passare il messaggio, ha chiesto il sostegno di una “governance cittadina”.
40 volontari estratti a sorte valuteranno le proposte di 8 personalità pubbliche di orientamento diverso. Tra di loro, l’economista Thomas Piketty, che ha appoggiato apertamente l’idea di reddito universale e che si occuperà di budget e trattati europei; il giovanissimo imprenditore Nicolas Hazard, promotore di un modello economico circolare, sociale e solidale, ma anche Salah Amokrane, militante associativo dei quartieri nord di Tolosa responsabile del polo “giustizia sociale ed uguaglianza”. Non mancano le donne, come la filosofa Sandra Laugier, vicina al movimento Nuit Debout.
Ce n’è per tutti,insomma.
Anche a livello politico, visto che Hamon ha nominato portavoce delle personalità vicine al presidente Hollande o all’ex avversario Valls. E se oggi ha in programma un incontro con il candidato verde Jadot, con cui spera di formare un’alleanza, i nomi citati potrebbero solleticare anche gli amici/nemici melanchonisti. Soprattutto, spera Hamon, ce n’è per i giovani.
L’uomo che arreda il suo ufficio con un poster di Mohammad Ali, corredato di citazione Float like a Butterfly, Sting Like a Bee, promette loro un futuro desiderabile, contro il futuro sinistro annunciato dalla destra e dal Front National.
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