
Edicola Ediciones è una piccola casa editrice indipendente che si definisce Garibaldina. Nel senso che è nata a cavallo tra due mondi: l’Italia e il Cile. In realtà, da un paio d’anni pubblica anche in Argentina. Ne parliamo perché è una delle poche case editrici che pubblica in Italia dei fumetti sudamericani. Come questo interessantissimo “Noi, I Selk’nam, storia di una resistenza”. Scritto e disegnato dai cileni Carlos Reyes e Rodrigo Elgueta, che a chi ha letto l’intenso graphic novel Gli anni di Allende sono già familiari.
Con questo romanzo grafico che mescola metanarrativa, graphic journalism e romanzo fantastico, Reyes e Elgueta ricostruiscono attentamente la storia, la mitologia e la cosmovisione dei Selk’nam, un popolo indigeno della Terra del Fuoco sterminato dai colonizzatori europei. Quello dei Selk’nam è stato un genocidio a fuoco lento, praticato per profitto e per evangelizzazione, per uno sforzo cieco di cosiddetta civilizzazione imposta e per becera ignoranza ma anche per puro piacere. Forse però, i Selk’nam non sono davvero tutti morti. Forse, oltre a qualche pupazzetto folklorico ispirato ai loro costumi, qualcuno di loro è sopravvissuto. Ed è pronto a rivendicare il diritto di riscrivere la versione ufficiale, e bianca, della storia del suo popolo.
Guidandoci tra passato e presente, il libro di Reyes e Elgueta intreccia senza fronzoli le ricostruzioni storiche con le testimonianze di artisti e studiosi contemporanei che hanno contribuito a far conoscere l’atroce destino dei Selk’nam. Gli autori hanno usato tecniche di disegno miste che si adattano ai diversi tempi e significati del racconto: dal cartoonistico all’ultra-realistico fino alla morbidezza onirica dell’acquerello e della matita. Disegnato essenzialmente in bianco e nero e scale di grigi, il romanzo si tinge anche di rosso nel momento in cui gli autori immaginano che i Selk’nam straziati, torturati, venduti, umiliati, tornino dall’oltretomba per chiedere il conto a chi ha protetto e celebrato i loro aguzzini i cui nomi ancora oggi campeggiano sulle vie delle città cilene. Un momento che non è esattamente catartico né soddisfacente (l’atto vero e proprio di questa vendetta impossibile ci viene risparmiato) ma che ribadisce il legame tra quello che hanno subito i popoli indigeni, la storia del Cile, e la violenza materiale e ideologica della dittatura di Pinochet.
Perché, tutto è collegato e molti degli artisti e degli studiosi che si sono occupati della storia dei Selk’nam a cui viene qui data la parola, lo hanno fatto anche per cercare di recuperare il passato cancellato del Cile. E forse di digerire, assimilare e condividere dei sentimenti difficili da definire, in qualche modo rivendicando una comunione con i nativi in quanto appartenenti a un gruppo di persone che si è cercato di far sparire, di distruggere nella loro essenza per il semplice fatto che non si poteva tollerare la loro esistenza.
Noi, i Selk’nam. Storia di una resistenza. Di Carlos Reyes e Rodrigo Elgueta. 160 pagine a colori e bianco e nero. Edicola Ediciones, 20 euro.