
L’appello degli artisti da tutto il Mondo per Fatem Hassona, la fotoreporter palestinese uccisa a Gaza, che doveva essere qui a Cannes per presentare il documentario della regista iraniana Sapideh Farsi di cui Fatem era protagonista come testimone dei massacri; la Presidentessa di Giuria Juliette Binoche che sensibilizza sulle vittime di Gaza e sulla condanna a Gerard Depardieu dice: “Non è un mostro sacro, ma un uomo desacralizzato” elogiando il coraggio del moi aussi, il me too francese. E poi Robert De Niro, Palma d’Oro alla Carriera consegnata da Leonardo DiCaprio, che durante la cerimonia d’apertura, esorta a ribellarsi per difendere la democrazia in pericolo. Anche il delegato generale Thierry Fremaux si è soffermato sull’insensatezza dannosa dei dazi trumpiani sui film stranieri ed ha enumerato i film dedicati all’Ucraina e alla Striscia di Gaza spiegando che “Cannes non fa geopolitica, ma dà spazio agli artisti che si impegnano, spesso rischiando tutto. Difendere la libertà, come hanno fatto tanti cineasti in passato, è parte della nostra missione”. Così si è aperta Cannes78 prima dei titoli di testa del film d’apertura “Partir un jour”, della regista esordiente francese Amelie Bonnin che, con l’aiuto del musical, mette al centro una donna quasi quarantenne in conflitto tra presente e passato.
Al via il Festival con “Partir un jour” di Amelie Bonnin
Aprirà questa sera la 78esima edizione del Festival del Cinema di Cannes, con una giuria prevalentemente al femminile. A presiedere chi deciderà a chi dare la Palma d’Oro c’è l’attrice Juliette Binoche, con Alba Rohrwacher tra gli altri giurati. Un’edizione contrastata da quello che sta accadendo a Gaza, con probabili contestazioni sul Red Carpet per la poca attenzione di Governo e Istituzioni Culturali nei confronti dell’occupazione in Palestina. Così si legge anche in un appello firmato da più di 380 star del cinema internazionale, in occasione del festival francese, tra cui Susan Sarandon, Richard Gere e Pedro Almodovar.
Come sempre, in concorso si alterneranno i film di registi famosi come Wes Anderson, Jafar Panahi, i Dardenne, Mario Martone come unico italiano e la già Palma d’Oro Julia Ducournau a registi emergenti con storie originali. Una giornata, quella di oggi, dedicata all’Ucraina con tre film fuori programma e qualche titolo, fuori concorso, che mette al centro la vita e la morte nei territori occupati dagli israeliani. L’apertura sarà tra poche ore con “Partir un jour” della regista francese Amelie Bonnin, un film che alterna canzoni e momenti di nostalgia sul passato di una donna. Nei prossimi giorni si scopriranno altre storie di questa edizione 2025 del Festival di Cannes, sulla carta anche molto politiche.