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Cerimonia con colori musica ma pochi effetti speciali

La cerimonia di apertura delle Olimpiadi di Rio era stata preannunciata meno ricca e sfarzosa dopo la ricerca di stupire di Pechino nel 2008 e di Londra nel 2012.

E così è stato.

Poco meno di 4 ore in tutto, metà delle quali destinate alla sfilata delle 207 squadre che si giocheranno da sabato 6 agosto le medaglie. Fra le più applaudite, oltre a quella di casa, la penultima ad entrare quella della delegazione dei rifugiati che gareggeranno sotto la bandiera a cinque cerchi del Cio.

La parte iniziale dello spettacolo è stato dedicato alla storia del Brasile con un legame alla biodiversità caratteristica del paese e un richiamo ai temi ambientali e del riscaldamento globale.

Nella sfilata si è distinta per eleganza la squadra italiana in completo scuro mentre fra le più “alternative” un’imbarazzante camicia dell’Ucraina a triangoli bianchi gialli e blu e degli inguardabili pantaloni corti tirolesi degli atleti austriaci.

La cerimonia si è svolta nella massima tranquillità. Il solo momento di contestazione c’è stato quando il presidente brasiliano facente funzioni Michel Temer ha dichiarato aperti i giochi. E’ riuscito a parlare solo 8 secondi per poi essere subissato di fischi da parte del pubblico brasiliano presente al Maracanà.

Il grande punto interrogativo della serata era su chi dovesse essere l’ultimo tedoforo. In giornata l’ex calciatore Pelè si era chiamato fuori per motivi di salute. Restavano il velista Torben Grael e il tennista Gustavo Kuerten. Il primo ha portato la bandiera del CIO che poi è stata issata nel Maracanà mentre il secondo ha portato la fiaccola dentro lo stadio. E così l’ultimo tedoforo, non senza una certa sorpresa, è stato il maratoneta Vanderlei De Lima bronzo ad Atene nella gara vinta dall’italiano Stefano Baldini. Famoso non tanto e non solo per la sua medaglia ma soprattutto perché mentre correva ed era in testa alla gara venne aggredito da un teologo irlandese che invase il percorso. Questo gli fece perdere una ventina di secondi ma soprattutto il ritmo di gara e permise agli inseguitori di raggiungerlo e superarlo nel finale.

Così il braciere è stato accesso. E rimarrà così davanti ad una struttura in continuo movimento che da un lato ricorda un monile pre-colombiano e dall’altro una spirale fino alla chiusura dei giochi del 21 agosto.

  • Autore articolo
    Luca Gattuso
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    1) “Gaza brucia di fronte al suo mare, testimone della sua tragedia”. L’esercito israeliano ha lanciato l’offensiva di terra sulla principale città della striscia. L’esodo in mezzo alle bombe. Quasi 90 i morti da questa mattina. (Valeria Schroter) 2) Israele come Sparta. Mentre l’ONU stabilisce che quello in corso a Gaza è genocidio, Netanyahu ammette l’isolamento internazionale e dipinge un futuro di autarchia e guerra permanente. (Anna Foa, Eric Salerno) 3) Gli Stati Uniti continuano a colpire il Venezuela. Trump punta a rovesciare il regime di Maduro con la scusa della lotta al narcotraffico. (Alfredo Somoza) 4) Cinquant’anni fa l’indipendenza della Papua Nuova Guinea. Il paese oggi è vittima della maledizione della ricchezza e rischia di finire ostaggio di un nuovo braccio di ferro tra occidente e Cina. (Chawki Senouci) 5) Spagna, l’estrema destra torna a riunirsi a Madrid. Il primo passo verso una grande alleanza di tutte le destre europee. (Giulio Maria Piantadosi) 6) Rubrica Sportiva. Julia Paternain, la maratoneta uruguayana entra nella storia vincendo la prima medaglia ai mondiali di atletica per il paese sudamericano. (Luca Parena)

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    “E’ stato bello rendersi conto che la figura di Woodie Guthrie è ancora molto viva anche fuori dagli Stati Uniti”, racconta Sarah Lee, nipote dell’icona folk americana. “Le problematiche di cui cantava lui ottant’anni fa sono ancora attuali”, riferendosi al tema dell’immigrazione e alla difficile situazione al confine con il Messico. Con la sua musica Woody Guthrie "affrontava un concetto molto basilare di umanità e speranza, ovvero il trattare le persone come persone, aiutandosi a vicenda nei momenti di difficoltà": lo stesso messaggio che ora le Guthrie Family Singers vogliono portare avanti. Ascolta l’intervista di Elisa Graci alle Guthrie Family Singers.

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